21 luglio 2008
L'area è soggetta a vincoli. E invece no. Due voci contrastanti: da una parte quella del FAI e della sua Presidente Giulia Maria Mozzoni Crespi, che si fa portavoce anche di 43 savinesi; dall'altra quella del Comune di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, che ha presentato il progetto per la costruzione di un albergo in un oliveto terrazzato. Uno scontro di idee prima che di regolamenti e normative, che richiama pericolosamente alla mente il caso della mega lottizzazione edilizia ai piedi del borgo di Monticchiello a due passi da Montepulciano.
Proprio dalle idee parte la Presidente Crespi nella sua lettera aperta con cui condanna senza mezzi termini il progetto: “Monte San Savino – spiega la Presidente del FAI – non solo è luogo straordinario, ma è una stupenda pagina d'Italia, fatta di storia, arte e ambiente. Per questo tutti noi abbiamo il dovere di tutelarla per le future generazioni”. Secondo il FAI, l'edificio di circa 7mila metri cubi infatti dovrebbe sorgere su un “terreno a oliveto terrazzato o ciglionato, quindi soggetto a tutela e non destinato ad area edificabile”.
Sulla stessa linea d'onda le dichiarazioni di Ilaria Marvelli, capo Delegazione FAI di Arezzo, che ha seguito in prima persona lo svolgersi degli eventi. “Prima di fare delle battaglie lancia in testa – spiega la Marvelli – siamo sempre molto prudenti, valutiamo se ne valga la pena, se dietro non ci sia una strumentalizzazione politica. In questo caso si tratta di un oliveto terrazzato e ciglionato, elementi tipici della collina della Val di Chiana, area protetta. Inoltre, in località San Poerino, lungo il torrente Vescina, c'è un posto chiamato ‘sasso delle fate' dove sono stati scoperti graffiti preistorici”.
Dal canto suo, il Comune non mostra un approccio di estrema chiusura, anche se il sindaco di Monte San Savino, Silvano Materazzi, parla di freni allo sviluppo del territorio: “Se l'osservazione su San Poerino sarà accolta ne prenderemo atto – spiega Materazzi – Così come prenderemo atto del fatto che ci sono persone che preferiscono la Toscana museo a cielo aperto invece di prendere in considerazione una crescita, anche economica, del territorio, cosa che sta certamente più a cuore a noi savinesi doc”.
Una questione di idee prima che di normative, si diceva. Per fortuna, però, sono le normative a dettare modi e tempi ai progetti. Altrimenti, se le idee sono queste, il proliferare di altri “casi Monticchiello” diventerebbe davvero un rischio senza freni.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis