24 marzo 2021
M’illumino di Meno è la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, lanciata nel 2005 dalla trasmissione radiofonica Caterpillar e Rai Radio2.
Il FAI ha sempre sostenuto e partecipato fin dal principio a questa iniziativa con gesti concreti nei propri Beni: dallo spegnimento delle luci, all’organizzazione di cene a lume di candela, alle iniziative di educazione ambientale con le scuole.
L’edizione 2021 torna venerdì 26 marzo ed è dedicata al “Salto di Specie”, l'evoluzione ecologica nel nostro modo di vivere che dobbiamo assolutamente fare per uscire migliori dalla pandemia.
Secondo le attuali direttive governative non possiamo organizzare come in passato attività concrete in questa giornata, ma quest’anno abbiamo scelto di raccontare le buone pratiche che il FAI mette in atto nell’arco di 365 giorni da quasi 46 anni, perché il concetto di “salto di specie” è insito nella nostra missione.
Nella sempre più radicata consapevolezza di dover incidere sempre meno sul riscaldamento globale pensiamo che ogni azione, anche la più piccola, possa avere un significato dimostrativo e educativo: i Beni del FAI dal 2021 saranno, in linea di massima e laddove le condizioni meteo lo consentano, visitati con la sola luce naturale e con temperature ragionate ma in ribasso (mai più di 17 gradi) rispetto a un tempo.
Partendo dalle suggestioni della redazione di Caterpilar di RAI Radio 2, ecco il racconto dei nostri “salti specie”, quelli già in atto e i progetti futuri.
Cominciamo dai numeri del FAI dal 1975 ad oggi:
Fin dalla sua fondazione il FAI si è impegnato in prima linea in campagne a livello nazionale ad esempio per la tutela e la salvaguardia del territorio e del paesaggio: per la tutela dei suoli fertili dalla cementificazione, contro l’abuso edilizio; dalla difesa delle coste e delle aree protette fino al passaggio delle grandi navi a Venezia; negli ultimi anni ha lanciato diverse campagne di sensibilizzazione come #salvailsuolo e #salvalacqua.
Il FAI si è attivato ormai da anni per ridurre le sue emissioni in atmosfera di CO2, dandosi l’obiettivo di abbatterle del 20% al 2023. Con interventi di efficientamento energetico (pompe di calore, caldaie a condensazione, fotovoltaico, lampadine a led) abbiamo ridotto di più del 10% le nostre emissioni di CO2 al 2020.
Il primo passo per l’efficienza energetica è legato alla consapevolezza di come si consuma. Per questo motivo, il FAI ed Edison, che si avvale delle più evolute tecniche di modellazione e delle tecnologie digitali per il monitoraggio e l’analisi dei dati, hanno deciso di installare nei Beni più energivori - come il Castello di Masino (TO), Villa e Collezione Panza (VA), Villa dei Vescovi (PD), e la sede del FAI Cavallerizza a Milano - dei sistemi digitali di smart audit. Lo smart audit è una diagnosi energetica innovativa che è in grado di rilevare e analizzare i consumi evidenziando le aree di miglioramento negli usi energetici, gestire da remoto le regolazioni e indirizzare gli interventi, sia per evitare gli sprechi sia per sostituire apparecchiature obsolete o rimodellare le modalità di utilizzo dell’energia, abbattendo costi ed emissioni. I risultati del monitoraggio permetteranno di programmare i futuri interventi da effettuare per rendere più efficiente i Beni e ridurre le emissioni di CO2.
Fra pochi mesi inaugureremo nel Parco Nazionale delle Cinque Terre (SP) Podere Case Lovara, il primo Bene sostenibile a bassa impronta energetica e idrica. Questo progetto ha ricevuto una menzione di merito come “modello di eccellenza e potenzialmente replicabile in altri contesti” dal Premio Paesaggio 2021.
Podere Case Lovara è un luogo unico, raggiungibile solo a piedi con un sentiero panoramico che collega Levanto a Monterosso. Il Podere, completamente isolato dalla rete elettrica dall’acquedotto, sfrutta tutte le risorse naturali a sua disposizione: l’energia solare e l’acqua piovana raccolta dai tetti e dai rivi. L’energia elettrica è prodotta da 46 pannelli fotovoltaici, nascosti sulla copertura di uno degli edifici rurali e su di una tradizionale tettoia in legno, e garantita anche in caso di maltempo grazie a 48 batterie di accumulo. L’acqua calda ed il riscaldamento sono forniti da 4 pannelli solai termici e da una termocucina, alimentata con i resti delle potature. L’acqua piovana è raccolta dalle coperture delle case rurali e dai corsi d’acqua naturali, una risorsa preziosa che viene convogliata in un sistema circolare virtuoso di riuso e ricircolo.
Nel 2017 il FAI ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul valore della risorsa idrica, chiamata #salvalacqua, focalizzata sul risparmio, ovvero su un uso consapevole della risorsa capace di ridurre gli sprechi, ma soprattutto sulla necessità di implementarne il recupero e il riciclo – delle acque piovane in particolare, ma anche delle acque grigie e delle acque depurate.
La campagna #salvalacqua nasce dall’esperienza concreta del FAI nei suoi Beni, dove opera da sempre con l’obiettivo di raggiungere un’elevata efficienza del ciclo idrico, in primo luogo conservando e valorizzando i sistemi culturali tradizionali - traditional knowledge -, esempi storici emblematici di tecniche di recupero, risparmio e riutilizzo delle acque, ma anche inserendo in fase di restauro moderne tecnologie a questo scopo. L’impegno della Fondazione per il prossimo futuro è di ridurre ulteriormente l’impronta idrica dei beni del 20% al 2030, eliminando gli sprechi, utilizzando acque non potabili per tutti gli usi possibili, recuperando altri sistemi e tecniche storiche e introducendo tecnologiche innovative per il recupero delle acque meteoriche, delle acque grigie e per il loro riutilizzo.
A partire dal suo impegno nei Beni dopo l’eco della campagna #salvalacqua il FAI ha promosso la richiesta di una Strategia Nazionale per l’Acqua, realizzando un vero e proprio “Patto per l’acqua”, chiamando intorno a uno stesso tavolo i principali attori del sistema idrico. Ne è nato un Libro Blu, fatto non solo di principi, ma anche di una serie di proposte concrete a vari livelli, il risultato della ricerca dei punti comuni tra i diversi attori e la loro rielaborazione.
Nel restauro dei Beni FAI, il recupero delle tecniche e dei materiali tradizionali viene sempre affiancato da una ricerca approfondita e dall’uso di materiali e soluzioni tecnologiche innovative, che permettono di intervenire nella maniera meno invasiva possibile e con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale. Gli edifici storici hanno uno stretto legame con l’ambiente naturale, la loro realizzazione era basata sulla conoscenza delle variabili climatiche, dei parametri geografici, topografici e biologici del luogo in cui sono sorti. Il riuso degli edifici esistenti è, di per sé, un’importante operazione di natura sostenibile, che coniuga il risparmio di risorse naturali e materiali e il contenimento dell’uso del suolo. L’adeguamento funzionale, infatti, associato alla conservazione dell’edificio storico, aumenta il ciclo di vita dell’edificio, evita la produzione ingente di rifiuti da demolizione e limita consistentemente l’impiego di nuovi materiali. Negli interventi di restauro è fondamentale innanzitutto conservare quanto più materia storica esistente e utilizzare tecniche e materiali tradizionali, anche recuperati dalle parziali demolizioni dell’edificio o provenienti da siti affini. È questo il caso ad esempio di alcuni cantieri del FAI: il sedime del piazzale antistante la Torre Doria dell’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE) è stato sistemato grazie al materiale lapideo derivante dalle piccole demolizioni eseguite all’interno; a Podere Case Lovara i sassi sono stati reimpiegati per ricostruire i muretti a secco di sostegno dei terrazzamenti e le macerie delle case, crollate dopo l’alluvione, sono state in parte utilizzate per realizzare le malte di calce usate nei restauri. Anche nei nostri parchi e giardini storici cerchiamo di riutilizzare sempre gli scarti derivati dalle lavorazioni: a Parco di Villa Gregoriana grazie a questi abbiamo realizzato un’area con delle sedute per godere il panorama e le viminate per contenere i versanti sopra ai sentieri.
Il FAI gestisce e protegge una grande varietà di paesaggi, dai pascoli di montagna fino alla macchia mediterranea, dai boschi alle zone umide, ecosistemi ricchi di una fauna preziosa che testimonia la salute di queste aree. Il FAI si pone l’obiettivo di introdurre nuovi progetti di tutela ambientale nei suoi Beni a titolo emblematico. Nasce così il progetto Api e Farfalle per la tutela degli insetti impollinatori fondamentali per il benessere dell’uomo e degli ecosistemi. Per contrastarne la scomparsa, il FAI ha creato in 12 Beni degli spazi favorevoli al loro benessere e garantisce pratiche agricole ecologiche che non utilizzano insetticidi dannosi. Abbiamo installato insieme agli apicoltori locali delle arnie: un’occasione per tutelare le api e raccontare l’importanza della loro conservazione per l’ambiente e per l’uomo. Per le farfalle abbiano lasciato ampi spazi di “prato alto”, non tagliato, nei nostri giardini - a Villa dei Vescovi (PD) e Giardini di Palazzo Moroni (BG) - e infine al Monastero di Torba (VA) e a Casa Macchi (VA) tuteliamo la riproduzione dei rondoni che rappresentano un importante esempio di “specie ombrello”, cioè una specie la cui conservazione attiva comporta indirettamente la conservazione di molte altre specie in un ecosistema. I rondoni arrivano alle nostre latitudini per riprodursi a fine marzo-inizio aprile e a luglio riprendono la via dell’Africa per passare l’inverno al caldo. Per queste ragioni è fondamentale garantire loro un luogo sicuro in cui tornare e riprodursi. Il FAI interviene quindi a sostegno della specie, recuperando in maniera adeguata le strutture che storicamente erano presenti in alcuni dei nostri Beni e che possono ancor oggi rappresentare un rifugio adatto alla nidificazione.
Grazie a un accordo con Edison, nei prossimi mesi si completerà l’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche nei parcheggi della sede della Cavallerizza, sede del FAI Nazionale, di Villa e Collezione Panza a Varese - e prossimamente anche al Castello di Masino, in provincia di Torino - al fine di abilitare nuove forme di turismo sostenibile e di rendere green gli spostamenti della stessa Fondazione. Inoltre è in corso un progetto per punti di ricarica per biciclette elettriche nei Beni, perché fuori dai Beni del FAI la visita continua: grazie a mappe geolocalizzate da seguire direttamente sullo smartphone è possibile fare escursioni in bicicletta in luoghi meno noti e talvolta sorprendenti, tra natura e cultura, a distanza di un’ora al massimo dai Beni del FAI.
La rubrica Dintorni di #ItaliaMiPiaci, curata da Federica Amelio – esperta di trekking e appassionata ciclista - racconta gli itinerari in bicicletta intorno al Castello di Masino (TO), il Monastero di Torba (VA), l’Abbazia di Santa Maria Cerrate (LE), le Saline Conti Vecchi (CA), gli alpeggi dell’Alpe Pedroria e Madrera in Valtellina, e tanti altri sono in preparazione.
Il FAI ha siglato un accordo con Coripet (Consorzio Volontario per il riciclo del PET) per sensibilizzare la collettività sulle tematiche del riciclo e della riduzione della plastica, in particolare promuovendo il riutilizzo delle bottiglie in PET nell’ottica di un’economia circolare. Con questo obiettivo verranno realizzati dei presidi di raccolta PET in alcune città italiane in occasione delle Giornate FAI e verranno realizzati dei punti di raccolta del PET all’interno di alcuni Beni del FAI.
Il FAI inoltra ha realizzato in alcuni Beni delle compostiere che consentono il recupero dello scarto derivante dal taglio della vegetazione e l’utilizzo del compost così prodotto per la concimazione di piante e fiori, ad esempio al Castello di Masino, e a Villa e Collezione Panza.
E poi una curiosità: ad ogni nuovo iscritto e durante le Giornate FAI regaliamo una borsa shopper a marchio FAI in materiale RPET, ovvero plastica PET riciclata da post consumo certificato “Global Recycled Standard”.
Da qualche anno organizziamo a Villa dei Vescovi in provincia di Padova La vita sobria: una giornata ispirata ai principi di sobrietà alimentare e di vita promossi da Alvise Cornaro, geniale ideatore della dimora immersa nei Colli Euganei, nel suo trattato del 1558: valori straordinariamente innovativi per l’epoca, quando la crapula e gli eccessi a tavola erano usanze dei nobili e causavano malattie spesso mortali.
Quest’anno il tema de La vita sobria porterà quei principi nella contemporaneità e ruoterà attorno alla lotta contro lo spreco alimentare. Esperti e studiosi offriranno uno spaccato ampio e aggiornato sul problema del food waste, sulla condizione di quella parte di mondo che non ha accesso al cibo in misura sufficiente, sui tanti progetti attivi per favorire la consapevolezza alimentare, sulle ricerche in grado consentire un’agricoltura innovativa in cui le tecnologie siano al servizio delle comunità e sui nuovi modelli di business per contrastare lo spreco di cibo e garantirne l’accesso a tutti.