Mediapolis, e lo chiamano divertimento

Mediapolis, e lo chiamano divertimento

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Mediapolis, e lo chiamano divertimento
FAI

31 agosto 2009

Da una parte un lago artificiale di 22mila quadrati creato appositamente per diventare una delle principali attrazioni di un parco divertimenti; dall'altra, a pochi chilometri di distanza, il “Lago di Viverone”, creato dalla natura, per grandezza il terzo lago del Piemonte con una superficie di circa 6 kmq. Da una parte un parcheggio e tre “immancabili” e giganteschi centri commerciali, parti integranti del progetto del parco a tema inserito nel bel mezzo di una delle zone più belle e intatte del Canavese; dall'altra le bellezze naturali della Serra d'Ivrea, della Piana di Albiano e poco più in là della Valle d'Aosta, e i borghi di tanti piccoli paesini della zona. Stiamo parlando del paradosso rappresentato dal progetto “Mediapolis”, un'immensa Disneyland da 60 ettari affiancata a tre centri commerciali che sorgerà su un'area idrogeologicamente instabile di alto valore agricolo, distruggendo senza compromessi uno splendido paesaggio ancora intonso. E' il paradosso di un progetto basato su un modello “vecchio” e perdente di sviluppo del territorio, e che rappresenta l'esatto contrario di quel turismo di qualità che solo può garantire la tutela del bene comune, del “paesaggio” specchio della nostra identità. Un progetto inaccettabile contro il quale il FAI si batte da oltre dieci anni e che presenta molti più lati oscuri di quanto si pensi. Scopriamo insieme i più eclatanti e pericolosi:

DANNI AL PAESAGGIO
Il progetto Mediapolis avrà un impatto devastante sul territorio e l'ambiente di una delle zone più belle e intatte del Canavese, causando la perdita irrimediabile di alcuni caratteri unici del paesaggio locale, di suolo agricolo di prima qualità e di biodiversità, con un enorme impatto idrogeologico.

CEMENTFICAZIONE SELVAGGIA
Le conseguenze dell'iniziativa non si limiteranno ai 60 ettari del progetto, perché sicuramente i Comuni limitrofi approfitteranno della benevolenza assicurata a Mediapolis per chiedere a loro volta una quota di spartizione dello “sviluppo” edilizio.

INCOGNITA VIABILITA'
Si prevede che l'afflusso annuo nell'area raggiungerà le 12 milioni di persone. Se queste previsioni si rivelassero vere, le conseguenze sulla viabilità saranno impressionanti. Per questo motivo saranno realizzati ampliamenti sulla viabilità ordinaria con risorse pubbliche. Ma con quali danni sulle aree limitrofe? E se poi il progetto naufragasse, a cosa servirebbero le infrastrutture ormai costruite?

RISCHIO IDROGEOLOGICO
La piana di Albiano, dove sarà costruito Mediapolis, è un'area idrogeologica altamente instabile. Risulta difficile pensare che le deviazioni dei corsi d'acqua superficiali previsti dal progetto non rappresentino un rischio ulteriore per la capacità di regolare le conseguenze delle future esondazioni della Dora senza danno per i terreni contigui.

MINACCIA AL COMMERCIO DI PROSSIMITA'
I tre grandi centri commerciali che saranno costruiti di fianco al parco divertimenti rappresentano una minaccia per tutte le imprese familiari di commercio e di piccoli servizi della zona, il cosiddetto “commercio di prossimità”, che rischiano così di scomparire. Una perdita di posti di lavoro che va messa in conto alla pari dei mille nuovi posti di lavoro promessi dai promotori di Mediapolis. Se peraltro si calcola che gli investimenti complessivi raggiungono i 350 milioni di euro, ogni nuovo posto di lavoro avrebbe un costo di 350mila euro. Senza contare poi l'enorme danno sociale rappresentato dalla perdita del commercio di prossimità che rende i cittadini dipendenti dall'automobile o dall'aiuto di terzi. Soprattutto a fronte della crescita dell'età media della popolazione del nostro Paese.

Fai sentire la tua voce contro il progetto Mediapolis


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