Mattinate FAI d’Inverno - Testimonianze di un’esperienza educativa

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Mattinate FAI d’Inverno - Testimonianze di un’esperienza educativa
Scuola

09 dicembre 2019

Da lunedì 25 novembre a sabato 30 novembre 2019 gli studenti di tutta Italia hanno avuto la possibilità di conoscere il patrimonio storico e artistico del loro territorio accompagnati dagli Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati dai volontari FAI che operano in un dialogo continuo con i loro docenti. Indossati i panni di narratori d’eccezione, gli Apprendisti Ciceroni hanno raccontato alle classi in visita il valore di questi beni e le storie che custodiscono.

Di seguito riportiamo alcune testimonianze dei protagonisti di questa settimana tutta dedicata alle scuole:

Raffaele Sales, Delegato FAI Scuola di Bologna ci racconta che , “…dopo la visita guidata a Palazzo Fava da S. Domenico, abbiamo proposto alle classi un intermezzo letterario su un testo ottocentesco rivisitato in chiave moderna. La scelta è caduta su due poesie di Giacomo Leopardi e non poteva essere altrimenti, vista la ricorrenza del 200° Anniversario della composizione de “L’infinito”. Avvalendoci del talento artistico di Emanuele Montagna, attore, regista e direttore della Scuola di Teatro “COLLI” di Bologna e di Asia Galeotti sua ex allieva e promettente attrice di teatro, abbiamo messo in scena una lettura de “Il Passero Solitario” e de “L’infinito” recitata su basi musicali di due autori moderni, Max Richter e Lucio Battisti, e intrecciata con il testo “Emozioni” di Mogol…La chiave del successo è stata integrare il momento della formazione “fra pari” con una proposta di forte spessore culturale letterario. Abbiamo offerto ai ragazzi spunti di riflessione su una poetica che contiene pensieri profondi ed eterni mixati con il fascino di testi moderni e armonie vicine alla sensibilità contemporanea.”

La Prof.ssa Daniela Squaquarini dell’Itis Feltrinelli di Milano commenta così l’esperienza dei suoi alunni in occasione della visita di Palazzo Diotti a Milano, sede della Prefettura, dove hanno avuto anche l’occasione di dialogare con il Prefetto Renato Saccone: “I miei alunni, proprio per il loro percorso scolastico molto tecnico, erano del tutto digiuni da nozioni ad esempio di storia dell’arte, ma i ragazzi del Leonardo (gli Apprendisti Ciceroni, ndr) sono stati davvero splendidi per preparazione e simpatica e accattivante capacità di relazionarsi con loro e il risultato è stato un vero successo…Sono piaciute moltissimo le modalità dell’incontro finale con il Prefetto Saccone, il suo modo di porsi nei loro confronti, dimostrando reale e sincero interesse al loro punto di vista. Insomma, una ricaduta veramente ottimale sul piano didattico educativo.”

Alessandro Niba, del Liceo Scientifico “Guido Castelnuovo” di Firenze, classe V B, descrive così l’esperienza di Apprendista Cicerone presso lo Stadio Artemio Franchi: “Non pensavo che l'esperienza allo stadio Artemio Franchi mi sarebbe piaciuta. Non sono un appassionato di calcio e l'architettura è l'ultimo dei miei interessi. Eppure le giornate allo stadio avevano una luce speciale. Mi ricordo come l'aria della mattina si faceva sempre più carica di un misto di emozioni, dall'ansia all'imbarazzo…se ripenso invece a tutti i gruppi che sono riuscito a intrigare, a tutte le volte che per un instante li sentivo veramente in ascolto, credo che ne sia valsa davvero la pena”…”l'educazione tra pari, credo che funzioni solo nel momento in cui lo studente (Apprendista Cicerone, ndr) sia determinato ad insegnare e non a ripetere. Quanto questo sia vero, però, è meglio venirlo a sapere dai ragazzi che hanno ascoltato le nostre spiegazioni, più che da noi.”

Anche Alessandro Bernardini, compagno di classe di Alessandro Niba, ci dice: “ho scoperto che lo Stadio Artemio Franchi non è solo un campo sportivo, ma anche un contenitore di innovazioni architettoniche, come le scale elicoidali, e di ricordi dell'era fascista, monito di un periodo storico che non si dovrebbe ripetere, come il monumento ai martiri di Campo di Marte posto sotto alla tribuna di Maratona e apparentemente fuori luogo, ma in realtà situato esattamente dove dovrebbe essere, in uno degli edifici più esemplari di opere del Ventennio, come riconoscibile anche dalla sua forma a "D". Quest'esperienza non mi ha insegnato solo nozioni sullo stadio di Firenze, ma mi ha anche aiutato a capire cosa significhi studiare la storia e il significato di certe opere per poi poterle riproporre ad altri, in questo caso miei coetanei…per certi versi è stato probabilmente più facile esporre le mie conoscenze ai coetanei invece che a persone adulte, poiché mi sentivo più a mio agio, sebbene sia riuscito a fornire una buona esposizione anche con persone di generazioni diverse.”

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