Maestri d'Italia, l'architettura di Piacentini

Maestri d'Italia, l'architettura di Piacentini

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Maestri d'Italia, l'architettura di Piacentini
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24 ottobre 2012

Questa volta sarà l’architettura la protagonista dell’incontro di mercoledì 24 ottobre al corso d’arte del FAI Maestri d'Italia. Sperimentazioni e ritorni all’ordine nella modernità. Lo sviluppo di un linguaggio figurativo nazionale. L’appuntamento è, infatti, con Mario Lupano, docente dell’Università degli Studi di Bologna, che racconterà L’architettura di Piacentini: razionalismo monumentalista e metafisica, sempre alle 18 presso l’aula magna dell’Università degli Studi di Milano.

Marcello Piacentini nasce l'8 dicembre 1881 a Roma, e sin da subito manifesta una precocissima vocazione per l'architettura, che lo porterà a ricoprire il ruolo di protagonista nella prima metà del secolo. È, infatti, figura egemonica nel corso di un lungo periodo contrassegnato da eventi storici e politici di straordinaria e controversa portata, eventi che influenzarono il significato della sua carriera professionale e condizionarono la valutazione della sua opera.
Alcune sue sistemazioni edilizie di alta rappresentanza - quali ad esempio il nuovo centro di Bergamo, piazza della Vittoria a Brescia, via Roma nuova a Torino, la Città universitaria, l'E42 e via della Conciliazione a Roma – possono essere considerate “opere d’arte di massa”, icone di forte carattere civico che trovarono e produssero consenso, e si rivelarono efficaci dispositivi ideologici e culturali nella strategia delle trasformazioni urbane intraprese dallo Stato fascista. Ma quando Piacentini negli anni Trenta toccava il vertice del potere professionale, non incarnava propriamente l'ideale fascista della gioventù al potere; in realtà era un uomo maturo, esuberante, ma più vecchio di molte personalità ai vertici dello Stato. Infatti, aveva alle spalle una già lunga carriera di successo, per metà svoltasi in età pre-fascista.
Dunque la biografia artistica e professionale di Piacentini travalica i confini del ventennio tra le due guerre, occupa i due decenni d’inizio secolo e poi, ancora, gli anni del secondo dopoguerra fino al 1960.

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