04 agosto 2015
Gentile Ministro Madia,
Lo scorso 14 luglio ho indirizzato una lettera al presidente Matteo Renzi nella quale esprimevo la viva preoccupazione del FAI riguardo ai pericoli per la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico italiano insiti negli articoli 3 e 5 della riforma della Pubblica Amministrazione che porta il suo nome. Alla mia lettera, ma limitatamente all`articolo 3 sul silenzio-assenso, lei ha prontamente risposto, offrendo una lettura condivisibile delle ragioni del provvedimento e un`interpretazione del tutto positiva degli effetti che produrrebbe. La sua ottimistica lettura, però, ci sembra scontrarsi fragorosamente con la difficile realtà degli uffici periferici del MiBACT, oggi - come tutti ben sanno! - impossibilitati a far fronte ai loro doveri per scarsezza di risorse economiche, umane e professionali. L`estensione dei termini a novanta giorni è un palliativo, ma non una soluzione, e temiamo che i suoi propositi, indubbiamente buoni, rimarranno sogni senza il potenziamento delle strutture, l`aggiornamento delle competenze e degli strumenti a disposizione del Ministero. I sogni, piuttosto, potrebbero trasformarsi in incubi, se il «silenzio-assenso» - un meccanismo automatico, che non può applicarsi a materie sensibili come il patrimonio - diventasse l`unica drastica soluzione all`attuale obiettiva difficoltà delle Soprintendenze. Ci chiediamo se sia proprio questa la semplificazione cui dobbiamo aspirare! Non sarebbe forse, piuttosto, la pianificazione - e nello specifico i piani paesaggistici - lo strumento per semplificare e sveltire il lavoro delle Soprintendenze e degli altri enti pubblici territoriali e assicurare così risposte certe, ragionate e veloci al cittadino? Peccato che solo Toscana e Puglia si siano dotate ad oggi dei piani paesaggistici; e ancora più, peccato che questo Governo (come i precedenti) non operi con forza e decisione imponendo alle restanti Regioni - anche tramite premi e sanzioni - di dotarsene in tempi stabiliti. Ma la speranza è l`ultima a morire! Quanto alla vergogna dell`articolo 5 - «se avvii una costruzione in maniera irregolare non ti sanziono» ovvero «se commetti un reato non ti punisco» - non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Davvero inquietante. Ma anche qui speriamo...
Infine l`articolo 7. Molte e autorevoli sono le voci che in questi giorni si levano per sottolinearne i pericoli. La nostra, per il momento, non è tra queste, in quanto ci sentiamo rassicurati dall`ordine del giorno dell`onorevole Ghizzoni, da lei pubblicamente accettato, che impegna il Governo, nella redazione dei decreti attuativi, a prevedere che le funzioni dirette di tutela dei beni culturali previste dal Codice rimangano di competenza esclusiva ed autonoma dell`amministrazione preposta alla tutela dei beni culturali: cioè le Soprintendenze.
Un atteggiamento diverso da parte del Governo, del resto, ci sembrerebbe non solo irresponsabile ma addirittura schizofrenico e tutt`altro che semplificatorio: è stata infatti appena varata la riforma Franceschini, che ridisegna la struttura del Ministero su base regionale e, prima ancora che se ne veda l`attuazione, si cambierebbe di nuovo tutto e si imporrebbero nuovi centri di coordinamento su base provinciale - le ex prefetture - sovraordinati gerarchicamente alle Soprintendenze pur senza avere le adeguate competenze. Di nuovo: è questa la semplificazione cui aspira il Governo? Se così non fosse, Le chiediamo, gentile Ministro, di dare a noi e a tutti gli italiani una pubblica e netta risposta sull`articolo 5 e la garanzia esplicita dell`esclusione delle Soprintendenze dalle disposizioni dell`articolo 7. Sarebbe il miglior modo per consentirci di partire sereni per le meritate vacanze, che anche a lei auguro serene. Restando in fiduciosa attesa le porgo i più cordiali saluti.
Presidente del FAI - Andrea Carandini
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