28 novembre 2013
Il testo della Legge di stabilità in uscita dal Senato prevede l'aumento del fondo di garanzia dell'Istituto del credito sportivo per l'ammodernamento degli impianti già esistenti. FAI E WWF contestano questa norma sugli stadi per “problemi di sostanza e di forma”.
Le due associazioni ritengono infatti che “i 45 milioni di euro in tre anni destinati a questi impianti sportivi potrebbero essere meglio impiegati per il nostro disastrato patrimonio edilizio scolastico o per mettere in sicurezza antisismica gli edifici pubblici (problema di sostanza). La critica di forma contesta l'introduzione ex novo tra i criteri della finalità dello sviluppo che può contemplare anche la costruzione di nuovi impianti.
FAI e WWF, quindi, ''continueranno la loro azione di denuncia alla Camera dei deputati, chiedendo di cancellare il termine 'sviluppo' o introducendo l'esplicita esclusione di ogni riferimento alla possibilità di costruire nuovi stadi per scongiurare rischi interpretativi che consentano la costruzione di nuovi impianti con ulteriore consumo di suolo''.
Le associazioni ''apprezzano che il governo nel proprio maxiemendamento abbia recepito la proposta dei relatori alla Legge di stabilità 2014, superando la formulazione originaria che consentiva esplicitamente la costruzione di nuovi stadi” e l'edificazione di nuovi palazzi nei dintorni, in deroga alla disciplina vigente.
Tuttavia FAI e WWF “ritengono che continuino a sussistere, tra le pieghe della norma approvata dal Senato, profili che necessiterebbero di una migliore definizione giuridica per scongiurare ogni timore di nuove, e ingiustificate, colate di cemento”.
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