04 ottobre 2023
Il complesso della Manifattura Tabacchi di Rovereto viene costruito tra il 1851 e il 1854, sotto il dominio dell'Impero Austro-Ungarico. Durante la Grande Guerra la manifattura si trova in pieno fronte bellico e passa successivamente nelle mani del Regno d'Italia. Ampliata e modificata nel tempo in base all'evolversi delle esigenze produttive, nel 1999 da proprietà statale diviene proprietà di una multinazionale del tabacco, la BAT, fino alla chiusura definitiva dell'attività produttiva nel 2008, dopo 150 anni di attività. Oggi, dopo anni di abbandono e degrado (nel 2007 il FAI aveva proposto l’apertura nelle Giornate di Primavera per denunciarne la situazione drammatica), il sito è tornato a splendere di una luce nuova tramite il "Progetto Manifattura - Green Innovation Factory" e tutta l’area è stata riqualificata.
«La visita agli edifici della Manifattura Tabacchi di Rovereto permetterà di saggiare con quale cura e attenzione possa essere recuperato e valorizzato un complesso industriale dell'800, senza stravolgerne le connotazioni di origine, ma conservandole e valorizzandole alla luce delle moderne ed innovative necessità di utilizzo. La Manifattura Tabacchi di Borgo Sacco, sito industriale di lavorazione del tabacco, nei suoi 150 anni di attività ha creato lavoro, generato prosperità, modificato i ruoli nelle famiglie, modellato persino l’ambiente. Un saggio intervento di restauro ha preservato con efficacia e attenzione le caratteristiche originarie del bene, affiancandole a nuovi edifici di alto pregio architettonico. La vecchia fabbrica oggi ospita innovative start up legate alla sostenibilità ambientale».
La Sede di Film Commission Torino Piemonte è nata dal recupero dell'ex Lanificio Colongo, edificato nel 1908 su progetto di Giuseppe Momo. Il Lanificio rimase produttivo fino al 1966, anno in cui venne ceduto al Comune di Torino. Inizialmente si pensò alla demolizione del complesso, ma alla fine si deliberò per la sua riqualifica, che divenne operativa nel 1999 con l'assegnazione dell'immobile alla Fondazione Film Commission Torino Piemonte.
Il recupero ha restituito alla fabbrica un ruolo urbano, non si è limitato quindi al solo restauro, al contrario, nel riuso dell'edificio, l'attenzione per l'esistente si è espressa anche con addizioni e trasformazioni. Si sono per esempio mantenuti il tetto a capannone, la base della vecchia ciminiera e la muratura perimetrale con mattoni a vista, inoltre anche i serramenti sono originali.
«La Sede di Film Commission Torino è situata in una zona della città oggetto di riconversione profonda: da industriale a zona ricca di servizi tra i quali spicca il nuovo Campus Einaudi inaugurato nel 2012, aperto eccezionalmente durante le Giornate FAI d’Autunno dello scorso anno.
L’iniziativa di Film Commission, ormai diffusa in varie città italiane, è nata proprio a Torino ed è stata per molto tempo l’unica città italiana ad aver promosso questa idea originale e innovativa in aiuto alle case cinematografiche.
Il capoluogo piemontese, a differenza di altri luoghi ormai più consueti e iconici, è diventato negli ultimi anni una location cinematografica molto gradita da registi e produttori sia per la bellezza e unicità della città sia per l’organizzazione tecnica che sostiene la produzione cinematografica. Durante le Giornate FAI, a parte riconoscere la riconversione di un luogo industriale, si potranno vedere da vicino le diverse fasi di una produzione cinematografica»
In un solo luogo arte, storia mineraria, archeologia industriale, ingegneria ferroviaria, geologia e natura: la miniera Trabia-Tallarita era il più ricco giacimento di zolfo d'Europa, uno straordinario esempio di archeologia industriale in un contesto naturale di grande bellezza.
Il periodo di massimo splendore si ebbe intorno al 1920 quando si estraeva il 12% della produzione mondiale di zolfo e circa 3.000 minatori lavoravano incessantemente nel sottosuolo. Poi, negli anni Cinquanta, la concorrenza americana mise in crisi il sistema produttivo e la miniera chiuse definitivamente nel 1975.
«Per anni disabitato e lasciato in stato di abbandono, questo sito è stato strappato all’incuria e riqualificato a cura della Soprintendenza dei Beni Culturali di Caltanissetta con l'obiettivo di recuperare gli edifici industriali, i macchinari e le attrezzature utilizzate per la lavorazione dello zolfo. La sua valorizzazione è un processo che ci auguriamo possa proseguire non solo per mantenere vivo il ricordo dell’immane lavoro di migliaia di uomini ma anche per poter fruire di un patrimonio universale dove la storia del genere umano s'intreccia con la storia della sua terra e delle sue ricchezze. Durante le Giornate FAI gli Apprendisti Ciceroni provenienti dagli Istituti superiori di Caltanissetta, Riesi, Mazzarino e Gela ci condurranno all’interno del Museo di archeologia industriale. Il percorso ha inizio dalla sala con gli strumenti da lavoro dei minatori, si prosegue poi con un’esposizione geologica mineralogica. Nei fabbricati adiacenti è allestita la mostra fotografica permanente “Sulfaro e sulfatari” sulla vita in miniera. I locali della storica centrale elettrica “Palladio” ospitano un allestimento di tipo interattivo e didattico che comprende cinque nuclei tra cui la discenderia virtuale e l’apparato dei motori Tosi. Sarà possibile passeggiare sulle rive del fiume Salso e da lì ammirare i resti dell’antica ferrovia, i pozzi e le tracce che testimoniano l’impatto che l’attività estrattiva ha lasciato nel paesaggio».
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