26 agosto 2015
"Se le api scomparissero dalla terra, per l'uomo non resterebbero che 4 anni di vita". Questa frase, attribuita al grande Albert Einstein, è un falso, ma contiene una piccola verità dato che la moria planetaria delle api sta portando alla luce il bisogno vitale di insetti impollinatori. Per questo il FAI vuole dare il suo contributo lanciando il progetto “Api nei beni”: un percorso concreto di supporto agli apicoltori, fornendo luoghi nei beni del FAI idonei a ospitare nuovi alveari.
La situazione è molto urgente: negli Stati Uniti, infatti, gli apicoltori hanno dichiarato una perdita del 40% delle loro colonie, in Europa la perdita si aggira in media attorno al 20%, situazione che si avvicina a quella italiana. Sono percentuali dal significato enorme, che costringono gli apicoltori a ricostituire anno dopo anno gli alveari, a rinforzare quelli rimasti e indeboliti, a cercare di mantenere costante il patrimonio: tutto ciò crea difficoltà all'intero settore, soprattutto ai piccoli apicoltori, con effetti negativi sull'impollinazione delle colture e della flora selvatica.
Se consideriamo che sono stimati da 217 a 265 miliardi di euro i benefici economici a livello globale legati all'impollinazione e che l'impollinazione riguarda circa il 10% dell'intera produzione agricola, il danno risulta evidente. Senza il contributo degli insetti impollinatori, circa un terzo delle colture dovrebbe essere impollinato con altri mezzi.
A questo proposito l'Università di Harvard ha diffuso dei dati molto preoccupanti: i ricercatori hanno infatti calcolato che la scomparsa totale degli impollinatori potrebbe portare ad un aumento di quasi il 3% della mortalità globale. La riduzione consistente della produzione globale di frutta, verdura e semi (rispettivamente 22,9%; 16,3% e 22,9%) potrebbe infatti determinare una carenza degli apporti vitaminici fondamentali, soprattutto per quelle popolazioni che già hanno un'alimentazione inadeguata, causando un aumento delle malattie legate alla malnutrizione. Questo ruolo delle api è di gran lunga superiore al valore stesso della produzione di miele, perché con il meccanismo stesso dell'impollinazione sono in gioco la qualità e la quantità stessa di cibo che in futuro il pianeta riuscirà a produrre.
Oggi sono tre le principali cause che assillano le api: anzitutto il loro spazio vitale si è frammentato, urbanizzato, nel complesso ridotto; inoltre virus e parassiti, come la varroa, hanno iniziato ad attaccare le loro colonie; infine la loro crescente e inaccettabile esposizione ai pesticidi utilizzati in agricoltura. Sono problemi enormi, estranei alla buona gestione dell'apicoltore. Ha provato a risolverli l'Unione Europea, mettendo al bando fino al dicembre 2015 tre tipi di pesticidi ritenuti dannosi per le api. Si tratta, tuttavia, di una goccia nel mare e servirebbe ben altro per invertire la tendenza. Il progetto del FAI intende contribuire alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni nazionali ed europee sul tema.
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