La vita contadina tra i templi di Agrigento

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La vita contadina tra i templi di Agrigento
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27 marzo 2019

Il racconto prenderà vita nelle Case Montana, nuova acquisizione del FAI al Giardino della Kolymbethra

Sul bordo di uno dei costoni di roccia che delimitano la conca naturale in cui prospera il Giardino della Kolymbethra – piccolo Eden millenario di cui il FAI si prende cura da vent’anni dopo averlo ricevuto in gestione dalla Regione Autonoma della Sicilia –, proprio di fronte al tempio dei Dioscuri, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, si ergono i ruderi di due semplici edifici rustici. Sono le Case Montana, già costruite alla metà del Settecento e abitate fino alla metà del Novecento dai contadini che lavoravano i terreni agricoli circostanti, compreso il Giardino della Kolymbethra.

Grazie anche alla disponibilità della famiglia Campo-Riolo, il FAI le ha recentemente acquisite con l’intenzione di recuperarle e riportarle a nuova vita, destinandole all’accoglienza dei visitatori del Giardino e a una inedita funzione di valorizzazione. Gli spazi, rinnovati grazie a un restauro che conserverà la storicità e il carattere rurale degli ambienti, offriranno nuovi servizi, tra cui un piccolo negozio con ristoro (specializzato in spremute di agrumi), e ospiteranno il racconto della storia del Giardino, dal più lontano passato, di cui si conservano tracce archeologiche, alla natura agricola e alla vita contadina che ne hanno segnato le epoche più recenti. Una proposta di lettura che mira a valorizzare il patrimonio di conoscenze, tradizioni e memorie tipiche della storia di questo territorio dalla forte e secolare vocazione rurale, oltre che celebre nel mondo per le sue bellezze archeologiche. Un racconto che invita a riscoprire quel territorio, per arricchire l’offerta culturale di Agrigento, ad oggi incentrata sul parco archeologico, e promuovere una sempre maggiore attenzione e sensibilità al rispetto del paesaggio e dell’ambiente, che hanno sofferto proprio qui, nella storia recente, episodi di abusivismo, incuria e abbandono. Un’occasione per il FAI di raccontare il Bene e il suo contesto, offrendo un contributo, originale e significativo, alla valorizzazione della città e del suo circondario, che meritano un posto di eccellenza tra i luoghi patrimonio dell’Italia.

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L’intervento di restauro, qui come in tutti i Beni del FAI, presterà la massima attenzione alla sostenibilità ambientale; in particolare saranno cercate soluzioni innovative per lo smaltimento delle acque reflue e l’autosostentamento energetico degli edifici, nel rispetto dei vincoli archeologici e paesaggistici del Parco archeologico della Valle dei Templi.

La prima fase dei lavori, conclusasi da poche settimane, ha previsto l’esecuzione dei rilievi e le operazioni più urgenti di messa in sicurezza degli edifici e dell’area circostante. Nei prossimi mesi sarà avviato il progetto vero e proprio di restauro, consolidamento, adeguamento funzionale e valorizzazione, con l’obiettivo di inaugurare questa nuova ‘porta’ sulla Valle dei Templi a partire dalla primavera del 2020.

Il progetto è stato presentato alla stampa locale la mattina del 26 marzo, alla presenza del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, dei vertici del Parco archeologico - il presidente Bernardo Campo e il direttore Giuseppe Parello – e di quelli del FAI con il Vicepresidente Esecutivo, Marco Magnifico, il Presidente FAI Sicilia, Giuseppe Taibi, e il Capo Delegazione agrigentino Vittorio Nocera.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per annunciare un progetto di studi e ricerche dedicati alla storia archeologica del Giardino della Kolymbethra, avviato grazie ad un accordo di collaborazione tra FAI e Parco Archeologico della Valle dei Templi. Il programma delle attività è iniziato con un approfondito ed esaustivo rilievo del sito, affidato al Laboratorio di Rilievo e Rappresentazione della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Enna Kore; a svolgere il lavoro sul campo e le successive elaborazioni, sotto la guida di un tutor, sarà in particolare un giovane ricercatore, grazie ad una borsa di studio erogata dal FAI nell’ambito di un programma di sostegno alla ricerca scientifica creato dalla stessa Università di Enna e denominato “Adotta un ricercatore”.

Il rilievo, che consentirà di redigere una prima carta archeologica di dettaglio dell’area del Giardino della Kolymbethra, sarà il primo necessario passo verso ulteriori indagini, anche di scavo archeologico, volte alla scoperta della storia più antica del sito, che ha ancora tanto da rivelare e raccontare.

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