06 settembre 2023
Primi giorni di settembre di una quindicina d’anni fa. Giulia Maria Crespi, allora Presidente del FAI ed io, veniamo invitati a colazione a Oria Valsolda dal “Bozo”. Il “Bozo” era il Marchese Giuseppe Roi di nobile famiglia vicentina, pronipote di Antonio Fogazzaro in quanto una figlia dello scrittore aveva sposato suo nonno.
Fu proprio nella casa di Oria che Antonio Fogazzaro ambientò e terminò di scrivere il suo più celebre romanzo Piccolo mondo antico, come ricorda una nota da lui scritta sul legno vivo del cassetto del suo scrittoio: «Finito nel pianto il Piccolo mondo antico l’11 agosto 1895»; e che segue sempre scritto a mano ma a caratteri cubitali quello straziante grido paterno che ogni volta leggo mi strazia il cuore e mi annebbia la vista: «Mariano, Mariano, Mariano mio, fuori da ogni vanità, da ogni passione, raccolgo il mio cuore in Dio e in te».
Mariano era l’unico figlio maschio di Antonio Fogazzaro ed era morto a vent’anni di tifo ed era il fratello di Gina, la nonna di “Bozo”.
Ma torniamo a quella radiosa giornata di settembre. La colazione fu servita con impeccabile perfezione da Giorgio Melloni, il maggiordomo ombra di Bozo Roi, che poi, dalla morte di Bozo nel 2009 fino al 2019, fu l’insuperabile custode della villa come dipendente del FAI.
Tavola apparecchiata con maniacale perfezione, servizio di piatti inglese, centrotavola con i fiori del giardino, e un profumo inebriante di Olea Fragrans, che proveniva da una finestra aperta su una terrazza, la prima delle tre terrazze del giardino. Tutto piccolo, tutto perfetto. Nessuna grandeur, se non quella ispirata da un’infinita serie di dettagli che uno sull’altro davano la sensazione di vivere per un attimo in un mondo perfetto, quello che non esiste, se non nei sogni.
Ma Bozo, durante tutta la sua vita, aveva rincorso e in parte raggiunto questa perfetta armonia tra passato e presente, tra vita e sogno, era il suo modo di vivere e di essere utile al mondo.
Con questo spirito civile e perfezionista “Bozo” aveva partecipato alla nascita di Italia Nostra, dell’Istituto Italiano dei Castelli, di Europa Nostra, dell’Ente per le Ville Venete del quale fu Presidente.
Era un uomo positivo, simpaticissimo, curioso, esigente, conteso come ospite e compagno di viaggi da tutta l’alta società europea colta della seconda metà del secolo scorso; era un eccellente anfitrione nelle sue splendide case, tra le quali, amatissima, quella di Oria.
Dopo il superbo riso in cagnone con i filetti fritti di pesce persico del lago – la villa di Ora sorge dalle acque verdi del ramo italiano del Lago di Lugano in un contesto paesaggistico di stampo ottocentesco miracolosamente intatto – ci spostammo sul celebre poggiolo a picco sul lago con una vista memorabile e ombreggiato da una pergola. Celebre, perché una fotografia ritrae proprio lì, proprio intorno a quel tavolo, proprio seduti su quelle seggiole, Antonio Fogazzaro con Mariano.
La nostra terrazzina era un paradiso, quanto era bello il nostro lago incoronato dalle cime nevose! Scrive nel 1891 Fogazzaro al figlio: «Tutto identico ad allora».
Giorgio Melloni porta il caffè in tazzine della manifattura Ginori della fine del Settecento.
«Ma Bozo, sei matto a utilizzare questo servizio da museo?»
«Ah mio caro, vedo che te ne intendi! Ma cosa vuoi, il piacere di usare questa porcellana è tale che ogni tanto me lo concedo».
Fu allora che con gioia e solennità Bozo ci annunciò che accompagnata da una ricca dote che ne consentisse la meticolosa conservazione, desiderava che dopo la sua morte questo pezzo di paradiso diventasse di tutti attraverso il FAI. Perché la gioia che in lui provocavano la meraviglia del paesaggio, la dolcezza malinconica della poetica di Fogazzaro e la meraviglia della casa e del giardino, potessero essere di sollievo a chiunque nella difficile vita del XXI secolo.
Da oltre 10 anni il FAI a Villa Fogazzaro Roi a Ora svolge, con la più scrupolosa attenzione possibile, il desiderio di Bozo Roi.
Non vi potremo offrire il caffè nelle tazzine Ginori, ma tutto il resto dell’incanto e dell’emozione, credetemi, sì!
Compito della Fondazione oggi è conservare in perfetto stato la Villa, i suoi arredi e le sue collezioni, con la stessa dedizione e passione garantita da Giuseppe Roi, ma allo stesso tempo consentire l’apertura al pubblico per restituire alla collettività un’importante testimonianza della letteratura italiana e del gusto dell’abitare tra Otto e Novecento.
Sempre più visitatori arrivano a Oria per vistare il Bene FAI, di conseguenza si è deciso di recuperare degli spazi da dedicare all’accoglienza al piano della darsena, nei locali prima utilizzati come cantine e depositi.
Qui è stata allestita la nuova biglietteria e il negozio, con i relativi servizi igienici, e dal 27 settembre 2023 si potrà accedere a una sala proiezioni, dove sarà possibile sedersi e godersi il film Piccolo mondo antico, tratto dal romanzo e diretto nel 1941 da Mario Soldati.