20 marzo 2018
Il nostro viaggio inizia in Umbria, ad Assisi (PG). Qui intorno al 1226 San Francesco compose il Cantico delle Creature, un inno di lode per la bellezza del Creato che è anche il più antico testo poetico della letteratura italiana di cui si conosce l’autore. Ne riportiamo una parte:
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Oggi il nostro Bosco di San Francesco custodisce intatta la natura che ha ispirato questa preghiera.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Eccoci ora nel piccolo borgo di Recanati (MC), con le sue strade strette, le piazze e la Torre Civica. Giacomo Leopardi nasce qui e a Recanati appartiene anche la sua lirica più famosa, L'Infinito, scritta nel 1818-1819. In questo periodo noi stiamo lavorando per valorizzare e proteggere l'"ermo colle" che ha ispirato questi versi immortali: il Colle dell'Infinito diventerà un luogo di riflessione intima, di pace e di silenzio, un luogo dove poter approfondire la figura di Leopardi.
Miranda, dolce nome.
Ella sedea
sul picciolo sedile a piè degli olmi,
qual se le Grazie ve l’avesser posta.
Nel 1874 Antonio Fogazzaro esordì con un poemetto in versi, Miranda, una tormentata storia d'amore di cui abbiamo riportato l'incipit. Lo scrittore visse per lunghi periodi a Villa Fogazzaro Roi e qui ha ambientato il romanzo Piccolo mondo antico. La dimora custodisce ricordi, cimeli e arredi cari a Fogazzaro e e restituisce intatto il fascino del suo capolavoro.
Terminiamo il nostro breve excursus con alcuni versi dell'Isola di Giuseppe Ungaretti, scritta nel 1925:
A una proda ove sera era perenne
di anziane selve assorte, scese,
e s'inoltrò
e lo richiamò rumore di penne
ch'erasi sciolto dallo stridulo
batticuore dell'acqua torrida,
e una larva (languiva
e rifioriva) vide;
ritornato a salire vide
ch'era una ninfa e dormiva
ritta abbracciata a un olmo.
Ungaretti ci conduce in un luogo immaginato onirico e senza tempo, in una misteriosa e oscura foresta, un rifugio interiore che offre conforto e riparo. Il poeta dichiarò: "Il paesaggio è quello di Tivoli. Perché l'isola? Perché è il punto dove io mi isolo, dove sono solo: è un punto separato dal resto del mondo, non perché lo sia in realtà, ma perché nel mio stato d'animo posso separarmene".
Oggi possiamo ammirare la natura che ha ispirato Ungaretti, il fragore delle cascate, i sentieri, i grandiosi alberi a Parco Villa Gregoriana.
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