La Milano degli anni Trenta

La Milano degli anni Trenta

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La Milano degli anni Trenta
Villa Necchi Campiglio

30 ottobre 2008

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Dalla moda al design, dalla storia del gusto a quella del collezionismo. Gli anni Trenta hanno rappresentato per Milano un'epoca ricca di energia e creatività che ha lasciato una profonda traccia nell'immagine e nella storia della città. A quel periodo appartiene anche la costruzione di Villa Necchi Campiglio, capolavoro architettonico del 1932, nato dal genio di Piero Portaluppi, donato al FAI nel 2001 dalle sorelle Gigina Necchi Campiglio e Nedda Campiglio.

Proprio Villa Necchi Campiglio ospita tutti i giovedì dal 30 ottobre all'11 dicembre (oltre a mercoledì 3 dicembre) alle ore 18.00 “La Milano degli anni Trenta: arte, moda, vita quotidiana”, ciclo di conferenze che analizzano alcuni aspetti della vita milanese negli anni 20-40 del Novecento, attraverso immagini e testimonianze di importanti relatori quali Valerio Terraroli, Cecilia Colombo e Claudia Gian Ferrari.

La partecipazione al corso può essere relativa a una singola lezione oppure è possibile abbonarsi all'intero ciclo.


Prossimi appuntamenti:

  • giovedì 27 novembre
    Nuovi artisti per nuovi interni: il collezionismo a Milano tra le due guerre
    Claudia Gian Ferrari, storica dell'arte e gallerista

    La storia dell'arte italiana fra le due guerre, in particolare a Milano, è fortemente influenzata dalle scelte e dai criteri di valutazione di alcuni personaggi-chiave della scena artistica del tempo. Si pensi ad esempio al fondamentale ruolo di orientamento critico svolto da Longhi e da Lamberto Vitali. Punti di riferimento imprescindibili furono anche le gallerie di Ettore Gian Ferrari e Il Milione a Milano, che identificavano con le loro mostre i futuri maestri dell'arte italiana. Dal canto loro anche i collezionisti hanno avuto un ruolo importante: si pensi a Jesi, Jucker e Mattioli, tutti provenienti dal mondo dell'imprenditoria lombarda eppure tutti egualmente impegnati a tracciare quella rotta che sarebbe poi diventata un fondamentale capitolo della storia dell'arte del Novecento. Parallelamente l'istituzione principe in questo campo restava la Biennale di Venezia, che selezionava con grande attenzione le nuove proposte creative nazionali e internazionali e che, grazie alla geniale intuizione e all'attività di Ettore Gian Ferrari, nel 1942 aveva aperto l'Ufficio Vendite: nodo di tante scelte pittoriche d'avanguardia.

    Claudia Gian Ferrari

    Claudia Gian Ferrari è una nota gallerista e storica dell'arte milanese, figlia dell'altrettanto celebre Ettore Gian Ferrari. Per tutta la sua vita Claudia si è dedicata alla conoscenza e alla valorizzazione dell'arte italiana della prima metà del Novecento, pubblicando testi e curando mostre dedicate a questo fondamentale periodo storico-artistico. Tra le tante, si segnala la mostra sul Novecento italiano tenuta alla Permanente di Milano nel 1983, quasi a riprendere quella del 1926. Tra le iniziative editoriali, Claudia ha curato i cataloghi generali di grandi maestri dell'epoca: da De Pisis a Martini a Marussig.

  • mercoledì 3 dicembre
    Case di città e case di villeggiatura per i milanesi: ambienti e riti dell'abitare negli anni Trenta
    Lucia Borromeo, FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano

    Cambiano con i primi decenni del Novecento, le abitudini domestiche degli italiani e con loro anche gli interni e le piante delle nuove abitazioni. Gli architetti si orientano verso una moderna funzionalità: si creano stanze mai concepite prima d'ora: dal guardaroba per gli ospiti alla stanza per lo sport per l'appartamento dell'uomo moderno, alla sala per le proiezioni cinematografiche. I progettisti vengono sfidati a ideare case appositamente congeniate per le diverse professioni, retaggio del passato o figlie del nuovo secolo: la casa per l'uomo di studio, quella per l'artista ma anche quella per l'aviatore. Grande attenzione si pone alla destinazione geografica degli edifici: nascono le case studiate per la villeggiatura con la specifica se il contesto è quello del lago o della campagna. Come si svolge la vita della donna di casa all'interno di questi ambienti lucidi e avanguardistici, quali gli spazi destinati alla servitù, quali quelli per gli ospiti e quelli per i giovani abitanti: questi alcuni dei temi trattati nella lezione.

    Lucia Borromeo
    Conservatore del FAI per nove anni, attualmente responsabile scientifico della Fondazione, Lucia Borromeo si è interessata di arti decorative, storia dell'abitare e museologia delle case museo sin dal suo primo impiego negli anni Novanta presso il Museo Bagatti Valsecchi di Milano. Al suo attivo, oltre a pubblicazioni e partecipazioni a convegni, ha la curatela dell'allestimento di quattro case-museo: Villa Panza a Varese, Casa Carbone a Lavagna, Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (Varese) e Villa Necchi a Milano.

  • giovedì 4 dicembre
    Tessuti e design tra le due guerre a Milano
    Chiara Buss, Dipartimento Arti Applicate, ISAL

    Nel corso dell'incontro verranno esplorati i due fenomeni che caratterizzano i tessuti italiani tra il 1919 e il 1939, e che stanno alla radice del successo della moda italiana nell'immediato dopo-guerra.
    Prima, la rivoluzione degli anni Venti che vede il design delle sete lombarde passare alla leadership della moda maschile mondiale, sostituendosi a Lione e Krefeld, e culminando nel trionfo di Guido Ravasi all'Expo di Parigi del 1927.
    Poi il fenomeno della “creatività della crisi” che caratterizza la produzione italiana negli anni Trenta, quando la difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime spinge tecnici e designers a radicali innovazioni nel campo delle fibre e dei finissaggi: sughero per le scarpe e latte nella maglieria. I nuovi materiali, inevitabilmente, conducono a nuove idee disegnative, nuove forme e nuovi volumi, sia nella moda che nell'arredo.

    Chiara Buss
    Laureata in storia dell'arte alla Columbia University di New York nel 1971, dal 1974 si dedica allo studio della storia del tessuto.
    Sull'argomento ha pubblicato numerosi studi e progettato e curato varie mostre, fra cui le più importanti: Tessuti serici italiani 1450-1530, al Castello Sforzesco di Milano (1983); Anziehungskrafte: 1786-1986, allo Städtmuseum di Monaco di Baviera (1986); Gianni Versace, l'abito per pensare, al Castello Sforzesco di Milano (1989) e allo Historic Museum of Kobe ( 1991); Il disegno a meandro nelle sete broccate: 1745-1775, al Fashion Institute of Technology di New York (1991); Seta e colore, simbolismo dei colori dal XV al XX secolo, alla Fondazione Ratti, Como (1997, Gianni Versace, The Reinvention of Material presso il Museum of Contemporary Art di Miami nel 1999, ripresentata al Victoria & Albert Museum di Londra nel 2002.
    Ha progettato i primi due cataloghi multimediali di collezioni tessili in Italia: quello del Museo Poldi Pezzoli di Milano (1995) e quello del Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como (1998).
    Nel 1994 diviene Curatore della Collezione Tessile della Fondazione Ratti di Como, che nel 1998 trasforma in Museo Studio del Tessuto, che dirige sino al 2006. In quegli anni progetta e cura una mostra all'anno dedicata ai diversi nuclei della collezione.
    Dal 2007 è Direttore del Dipartimento di Arti Applicate dell'ISAL (Istituto di Storia dell'Arte Lombarda) e dirige il Progetto PSL (La Produzione Serica in Lombardia, dal 15° al 20° secolo) in collaborazione con 12 istituzioni internazionali.
    Insegna storia dei tessili alla Scuola di Specializzazione della Università Cattolica di Milano ed è membro del Comitato Direttivo del CIETA (Centre International pour l'Etude des Tissus Anciens) di Lione.

  • giovedì 11 dicembre
    L'Art Déco a Milano
    Valerio Terraroli, Università degli Studi di Torino

    Un vento inarrestabile di novità e sperimentazioni attraversa l'Europa tra l'ultimo decennio dell'Ottocento e il primo del Novecento: dalla Barcellona modernista di Anton Gaudì e del giovane Picasso, alla Francia, al Belgio e all'Olanda del trionfo dell'Art Nouveau, alla Mitteleuropea caratterizzata dalle Secessioni, dalla Russia alla Gran Bretagna agli Stati Uniti. E' tuttavia la grandiosa esposizione parigina dedicata al nuovo secolo, e dunque allestita agli esordi dell'anno 1900, esibendo ad un pubblico entusiasta formule stilistiche e modelli innovativi dell'universo degli oggetti, a dare la spinta decisiva ad un mutamento di interessi e di approccio ai problemi. In questo contesto diviene essenziale la necessità di creare formulari e repertori moderni, affrancati totalmente dagli stili del passato.
    In Italia segnali di un interesse specifico nei confronti della cultura modernista internazionale, che si era venuta formando intorno agli anni ottanta dell'Ottocento, non si hanno prima del 1895, anno nel quale viene fondata la rivista “Emporium”, su modello di quella inglese “The Studio” (nata nel 1893), nella quale, attraverso gli interventi di Vittorio Pica, si da spazio ai fenomeni dell'arte contemporanea e si ragguaglia il lettore italiano sia sulle novità anglosassoni e statunitensi, sia sugli interventi che appaiono mensilmente sull'importantissma rivista tedesca “Jugend” (fondata nel 1896): vero e proprio alfiere del gusto secessionista e della cultura art nouveau di declinazione mitteleuroepa.

    Valerio Terraroli
    Valerio Terraroli (1956), allievo del collegio Ghislieri di Pavia, laureatosi all'Università di Pavia in storia dell'arte moderna con Rossana Bossaglia (1980) e specializzatosi in storia della critica d'arte all'Università di Genova con Marisa Dalai (1982), ha individuato i propri campi di ricerca nella cultura artistica del Settecento, specie in area lombarda, nel secondo Ottocento, specie per quanto attiene la cultura artistica tra eclettismo e simbolismo, e nella prima metà del Novecento dalle avanguardie storiche al Novecento, ai mutamenti del gusto dall'Art Nouveau all'Art Déco al Razionalismo.
    Autore di monografie, saggi e interventi in cataloghi di mostre ha pubblicato in anni recenti il Dizionario delle Arte decorative moderne 1851-1942 (Milano 2000), Il Vittoriale degli Italiani. Percorsi simbolici e collezioni d'arte di Gabriele d'Annunzio (Milano 2001), Il Liberty a Milano (Milano 2003) e “Lacritica d'arte”(1935-1937) e l'arte contemporanea. Appunti per una ricerca, in “Annali di critica d'arte”, a. I, n. 1, 2005, pp.315-328 .
    V. T., oltre a svolgere l'attività di consulente per le arti visive per l'editore Skira, è professore associato di storia dell'arte contemporanea e di storia delle arti decorative presso l'Università di Torino.


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