30 luglio 2020
Sono iniziati i lavori di restauro della Cappella di San Francesco all’interno del complesso monumentale di San Bonaventura a Caltagirone (CT) che il FAI e Intesa Sanpaolo sostengono con il contributo di 25.000 euro, assegnato nell’ambito de “I Luoghi del Cuore”, il progetto dei luoghi italiani da non dimenticare.
Grazie all’impegno del “Comitato per San Bonaventura”, sostenuto con forza dalla Diocesi di Caltagirone, che ha raccolto i voti creando una sinergia con l’amministrazione comunale e diverse realtà cittadine, 17.558 persone nel 2018 hanno votato la Chiesa di San Bonaventura in occasione della nona edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore” facendole ottenere la 21ª posizione nella classifica nazionale e la 2ª posizione nella classifica regionale della Sicilia. Questa straordinaria partecipazione, scaturita dal desiderio comune di contribuire fattivamente al sostegno di questo importante monumento della città, ha permesso alla Parrocchia di San Giacomo - Diocesi di Caltagirone di partecipare al bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del Censimento, presentando un progetto di restauro della Cappella di San Francesco, valutato poi idoneo e finanziato con un contributo di 25.000 euro messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo.
L’intervento di restauro si concentrerà sul restauro degli intonaci dipinti nella Cappella di San Francesco. Costruita dalla famiglia Gravina Interlandi, si apre sulla navata centrale e comunica con la precedente e la successiva attraverso aperture ad arco. È affrescata con effetto trompe l’oeil che riproduce una fastosa macchinetta d’altare marmorea, completata nella parte basamentale da un altare costruito in marmi policromi. II soffitto, crollato nel 1948, presentava una decorazione affrescata raffigurante balaustrate concentriche l'una sovrapposta all'altra, con effetto prospettico. Nella parete sinistra, in una chiave di arco dipinta, è impressa la data 1723, probabilmente riferita al completamento dell’apparato pittorico.
Il restauro della Cappella di San Francesco costituirà l’avvio decisivo per il recupero dell’intero complesso monumentale che restituirà questo luogo di fede, di arte e di cultura alla città e al territorio. San Bonaventura, altissimo esempio di commistione delle arti ad espressione della fede e del culto, costituisce infatti una delle più significative rappresentazioni della sensibilità e dell’ingegno artistico che la comunità di Caltagirone ha saputo produrre per secoli rendendo il valore di questo Bene culturale identitario per la comunità.
Il complesso monumentale di San Bonaventura è costituito dalla chiesa, dal convento e dalle cripte. Edificato fra il 1631 e il 1650, venne ricostruito a seguito del terremoto del 1693. La chiesa presenta una pianta ad aula, a schema longitudinale con ripartizioni interne costituite dalle cappelle laterali, cinque per lato. L’interno ad unica navata è riccamente decorato di stucchi ed affreschi. Di Giuseppe Vaccaro è quello posto sulla volta a botte raffigurante San Bonaventura in gloria, datato 1835. Di grande effetto scenografico è l’affresco del presbiterio attribuito al pittore settecentesco di Acireale Pietro Paolo Vasta. La pala dell'altare, con S. Francesco che riceve l’indulgenza plenaria dal Cristo e dalla Vergine, è di Epifanio Rossi, originario di Noto, firmato e datato 1661. Tutta la navata è segnata dall’ordine architettonico che emerge con l’aggetto di lesene capitelli e della trabeazione. Le cappelle laterali sono definite da un arco a tutto sesto che si affaccia sulla grande aula della navata e presentano volte a botte e crociere. La chiesa, nonostante l’alto valore artistico, è stata per molti anni chiusa alla fruizione pubblica e pertanto molti calatini ne ignorano le bellezze. Il convento, trasformato in casa circondariale a seguito della legge del 1866 che soppresse le corporazioni religiose, rientra tra le proprietà del Demanio pubblico, ma versa in stato di abbandono e di degrado.