La battaglia dell'ailanto

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La battaglia dell'ailanto
Campagne

13 novembre 2015

Con un contributo di 50 mila euro, messo a disposizione dal FAI e da Intesa Sanpaolo nell'ambito dei "Luoghi del Cuore", si realizza sui tetti degli edifici più a rischio l'intervento di bonifica, progettato e diretto dalla Soprintendenza di Novara, Alessandria e VCO, per salvare il complesso che nel 2012 ha conquistato il primo posto nella classifica del censimento nazionale.

Cittadella di Alessandria: un gigante di pietra la cui sopravvivenza è minata da una pianta infestante. Di provenienza orientale, l'ailanto non è più una novità in Italia. L'arbusto cresce sul terreno, ma anche sulle murature, con un esteso apparato radicale, che può arrivare a superare la decina di metri. È proprio lo sviluppo delle radici, insieme alla rapidità della diffusione e alla facilità di ricrescita che rende poco efficace un semplice taglio, a compromettere la vita degli edifici. Di fatto, l'ailanto ha l'effetto di sgretolare dall'interno le murature.

Proprio per le sue caratteristiche, la lotta all'ailanto era stata identificata dal Demanio, ente proprietario del complesso e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Novara, Alessandria e VCO, come intervento prioritario a cui destinare il contributo di 50mila euro messo a disposizione dal FAI e da Intesa Sanpaolo dopo la vincita al censimento I Luoghi del Cuore 2012, dove la Cittadella aveva raggiunto il podio con oltre 53mila segnalazioni, grazie alla mobilitazione promossa dalla Delegazione FAI di Alessandria insieme al Comune.

L'intervento, progettato e diretto dalla Soprintendenza, è ora entrato nella terza e ultima fase. Alla revisione della stabilità e al taglio di alcune piante monumentali pericolanti, che avrebbero comportato la chiusura al pubblico della Cittadella, era seguito un primo intervento sull'ailanto, con lo sfalcio e il trattamento periodico degli arbusti in un'area campione. La Soprintendenza ha ora identificato una serie di edifici prioritari per operare direttamente sui tetti.

Resta naturalmente da definire l'intervento più importante, quello – tutto da costruire – volto a dare un futuro alla Cittadella. Con i suoi 24 edifici, la fortezza di origine settecentesca – tra le più importanti d'Europa – rappresenta di fatto un intero quartiere della città, in cerca di una vocazione che non potrà essere esclusivamente culturale. È quanto è emerso tra l'altro dal Rapporto stilato dai commissari di Europa Nostra, l'associazione di tutela paneuropea, in seguito all'inserimento della Cittadella nel programma “The 7 most endangered sites”, reso possibile proprio da una proposta del FAI in seguito al censimento, condotta in collaborazione con tutti gli enti preposti alla tutela e alla gestione del complesso. Dopo che il bando di affidamento a privati lanciato dal Demanio nel 2013 è andato deserto, il futuro della Cittadella – per i cui recupero e rifunzionalizzazione sarà necessaria una cifra stimata da Europa Nostra in oltre 100 milioni di euro – resta avvolto nella nebbia. Una sfida non solo per il territorio piemontese, ma per tutto il nord Italia, per non veder smarrito un esempio unico dell'architettura militare italiana, protagonista della storia nazionale dai Savoia, a Napoleone fino all'Unità d'Italia.

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