06 ottobre 2014
Il paesaggio italiano è uno spettacolo senza confronti che scorre davanti ai nostri occhi come un film: sta a noi scegliere se non interromperlo e continuare a goderne, proteggendo quella bellezza che ci circonda e che suscita in noi sensazioni di felicità, serenità, meraviglia. Proteggendo quindi il nostro patrimonio d'arte e natura non solo tuteliamo un bene comune ma investiamo nella felicità di ciascuno di noi: questo il tema della campagna di raccolta fondi di ottobre Ricordati di salvare l'Italia, presentata in conferenza stampa a Roma il 6 ottobre scorso.
“Natura e paesaggio, storia e bellezza determinano in maniera intensa la qualità della nostra vita” ha dichiarato Andrea Carandini, Presidente del FAI, nel suo appello a sostenere la campagna di raccolta fondi - “riappropriarci di panorami e di monumenti non appaga solo gli occhi ma regala sovente sentimenti profondi di benessere e godimento e a volte l'emozione straordinaria della felicità", quella pelle d'oca, serenità, estasi, meraviglia che il filosofo Remo Bodei, presente alla conferenza stampa in collegamento, ha definito come ‘la vera espressione della bellezza', capace di toccare le corde più profonde della nostra anima. Troppo spesso, ha continuato Bodei, “siamo abituati a considerare la bellezza come un lusso riservato a pochi mentre, soprattutto in Italia, siamo circondati quasi ovunque da cose belle sia sul piano naturale che sul piano artistico”. La bellezza ci appare come qualcosa di astratto e indefinibile quando, in realtà, “è ineffabile non perché 'non si può dire', bensì al contrario perché 'c'è troppo da dire'”. Purtroppo non sempre siamo circondati da bellezza ma anche da "bruttezza o insignificanza", luoghi che suscitano sensazioni di infelicità, disagio, paura e "un senso di frustrazione nei confronti di uno spreco di vita e di intelligenza che le persone subiscono quando vi abitano". Quindi, conclude il filosofo, "se vogliamo conservare e aumentare la nostra felicità, noi dobbiamo curare gli elementi naturali, paesistici, artistici e storici che ci permettono di inserirci in una tradizione di cui noi siamo parte e che generalmente non consideramo perché la riteniamo qualcosa di scontato".
Sostenere, quindi, il FAI, che tutela, promuove e gestisce numerosi beni del nostro patrimonio d'arte e natura è - ha continuato Carandini - "un modo diretto e concreto per salvare l'Italia" e, al tempo stesso, per salvare anche se stessi regalandosi emozione profonde di felicità. Il sondaggio commissionato dal FAI a Human Highway per scoprire la relazione 'sentimentale' tra gli italiani e il patrimonio paesaggistico e culturale da cui sono circondati, ha, infatti, confermato che "gli italiani godono nell'osservare un paesaggio integro e un monumento ben conservato, ma godono soprattutto nel compiere personalmente l'esperienza della cultura, nel viverla attivamente nella pratica della vita". E' per questo, ha concluso il Presidente del FAI, che la Fondazione intende dedicarsi sempre più attivamente alla partecipazione di bambini, appassionati e curiosi, perché "la cura delle persone è diventata finalmente altrettanto importante della cura dei luoghi".
Su un campione di 1.010 casi utili rappresentativi della popolazione internet italiana, la ricerca ha rivelato che il 97,3% degli intervistati è d'accordo sull'affermazione "la bellezza del paesaggio genera felicità". Di fronte a un bene culturale o paesaggistico intatto gli uomini si sentono orgogliosi e ricchi, le donne sono più spesso felici, serene, sognanti e riflessive, i più giovani esprimono più di frequente degli altri un senso di spensieratezza e libertà mentre gli over 54 si sentono pieni, contenti, vivi, calmi e partecipi della bellezza dei luoghi. Tra le emozioni negative citate in relazione a beni in degrado si citano la tristezza, il dispiacere e la delusione ma anche la rabbia e il disgusto: nello specifico gli uomini provano un senso di frustrazione e rabbia, mentre le donne tipicamente una sensazione di impotenza e desolazione, i più giovani un atteggiamento di impotenza e rassegnazione mentre i più adulti sembrano in qualche misura sentire sulle proprie spalle la responsabilità del degrado.
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