03 dicembre 2013
Il centro di Milano custodisce un autentico gioiello: Villa Necchi Campiglio, la splendida dimora degli Anni Trenta creata dall'architetto Piero Portaluppi per Angelo Campiglio, Nedda e Gigina Necchi, una grande famiglia della borghesia milanese. L'architettura della Villa dialoga con le opere d'arte che ne arricchiscono le stanze: una delle più preziose senz'altro è l'amante morta di Arturo Martini. La scultura è stata al centro di un attento restauro durato un anno intero: ora l'amante morta è tornata a Villa Necchi e possiamo ammirarla in tutto il suo ritrovato splendore.
L'amante morta è un capolavoro assoluto di Arturo Martini. Realizzata nel 1921, rappresenta il dolore e la morte interiore di una donna abbandonata dal suo amante: sulle sue ginocchia giacciono, dimenticati, uno specchio e un libro con un fiore tra le pagine che raccontano un amore finito, una promessa tradita, una bellezza sciupata. Questa grande scultura fa parte della Collezione Claudia Gian Ferrari.
Il lungo e delicato lavoro di restauro è nato da una convenzione stipulata tra il FAI e il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatiche e Statistiche (DAIS) dell'Università Ca' Foscari di Venezia, che ha eseguito i saggi stratigrafici per comprendere il livello di pulitura a cui giungere e le metodologie più appropriate da adottare. L'intervento è stato eseguito in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano.
Il restauro ha restituito unitarietà e coerenza a tutta l'opera, riportando alla luce i colori originali e ritrovando il modellato della figura e della veste. L'opera, infatti, era da tempo compromessa dai depositi atmosferici, da vecchie reintegrazioni alterate e da piccole cadute di colore che lasciavano intravedere il bianco sottostante della preparazione.
Vieni a visitare Villa Necchi Campiglio per ritrovare questo grande capolavoro e tutte le opere d'arte delle sue collezioni. Se ti iscrivi al FAI l'ingresso è gratuito.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis