Investire nella cultura, valore fondativo del Paese

Investire nella cultura, valore fondativo del Paese

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Investire nella cultura, valore fondativo del Paese
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15 febbraio 2021

In questo momento storico, nel quale si pongono le basi per la rinascita, è necessario investire nella cultura perché è il collante indispensabile per tenere insieme il Paese. Non si tratta semplicemente di impegnare fondi per il mondo culturale, ma di investire nel patrimonio identitario dell’Italia.

Sulle pagine del “Corriere della Sera” di giovedì 11 febbraio, Severino Salvenimi, economista e docente della Bocconi, ha evidenziato la necessità di investire nella cultura.

Quasi dimenticata nella bozza del Recovery Plan, la cultura è una necessità imprescindibile, soprattutto in questo momento storico, in cui si pongono le basi e le linee di azione per la rinascita del Paese.

Salvenimi si pone una domanda tanto semplice quanto complessa: perché la cultura oggi è così fondamentale? «Perché è il patrimonio cognitivo del Paese… La cultura è il collante sociale indispensabile per tenere insieme una società divisa e in costante pericolo di lacerazione».

La dispersione scolastica e il divario di genere in ambito lavorativo sono pericoli consistenti e «possono essere ascritti in un’ampia ondata di retroguardia culturale del Paese».

Ma esiste una soluzione percorribile? Salvemini prende spunto da un presupposto empirico basato sul successo ottenuto dal 5 per mille che è riuscito a “canalizzare” le imposte dedotte su progetti molto tangibili, prossimi al contribuente e soprattutto osservabili direttamente, considerando l’opportunismo individuale radicato nell’antropologia del Paese: «Lo faccio se mi conviene». Fondamentalmente considera l’atavico opportunismo degli italiani come un interruttore in grado di accendere interesse.

Per Salvenimi, ci vuole un “clic” anzi tre, tre interruttori creativi e di convenienza. Quello monetario che restituisce in tutto o in parte il costo degli acquisti culturali (box office, biglietti, scontrini) direttamente sul conto corrente, sulla scorta dell’app IO e del Cashback. Quello identitario che prevede l’istituzione di un 3 per mille che permette di investire su un portafoglio di iniziative di recupero e valorizzazione di monumenti o di attivazione di eventi culturali vicini al contribuente. E il terzo click, di restituzione sociale, che prevede la ripartizione di somme espropriate alla criminalità organizzata o strappate all’evasione fiscale per dedicarle alla cultura.

«Sono tutte misure più che necessarie”, sostiene il Presidente del FAI Andrea Carandini. “Il momento storico è propizio per ricostruire il Paese dalle fondamenta, da ciò che ha reso l’Italia ciò che è: la cultura. Non si tratta semplicemente di investire in cultura ma di investire nel valore fondativo di un Paese e della democrazia stessa».

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