14 dicembre 2009
C'era una volta una piccola edicola abbandonata all'ombra del Duomo di Modena, quasi dimenticata da una città ingrigita e spaventata dalla guerra, dove il piacere di leggere era scomparso insieme alla speranza di un futuro migliore. Beh, quasi scomparsa. Sì, perché qualcuno questa speranza ancora la custodiva dentro di sé, convinto che quando il buio si fa davvero scuro il mattino è pronto a sorgere di nuovo.
Inizia così, proprio come una favola, la storia imprenditoriale della famiglia Panini, uno splendido racconto ricco di idee e passione, amore per le bellezze italiane e convinzione assoluta nella capacità di realizzare i propri sogni. E' la storia di quattro fratelli poveri che da un'intuizione riuscirono a creare un'azienda famosa in tutto il mondo grazie alle leggendarie “Figurine Panini”. E' la storia di come le idee geniali, se sorrette dalla volontà, possono raggiungere qualsiasi traguardo. E' la storia di imprenditori italiani che, dopo successi nazionali e internazionali, hanno saputo reinventarsi e seguire nuove strade, facendosi guidare dalle proprie passioni. E' la storia di un'azienda che ha sempre avuto nel proprio DNA il gene della responsabilità sociale, gene che inevitabilmente l'ha portata all'incontro con il FAI.
Al tempo stesso spettatori e attori di questa favola, Laura e Luca Panini, figli di Franco Cosimo Panini, ci hanno fatto entrare nel loro mondo, e hanno sfogliato per noi il libro dei ricordi, delle avventure presenti e di quelle a venire.
Partiamo dall'inizio, da quell'edicola abbandonata e dall'idea di un ragazzino di tredici anni di rilevarla al costo di una bicicletta…
Laura Panini (LA.P.) Fu questo, a tutti gli effetti, il primo atto imprenditoriale di mio padre, Franco Cosimo Panini che, al tempo della seconda guerra mondiale, era garzone in una cartoleria. Dopo aver adocchiato questa edicola abbandonata di fronte al Duomo di Modena, scoprì che essa apparteneva a un nobile che l'aveva avuta in eredità dalla sua serva. Ci mise poco a convincerlo a venderla a lui e ai suoi tre fratelli di 13-14 anni, al costo di una bicicletta: era il gennaio del 1945. Mio padre e suo fratello iniziarono così a vendere quello che avevano in casa: vecchi giornali, settimane enigmistiche cancellate, figurine. Finita la guerra, quando le edicole riconquistarono il ruolo che il ventennio fascista e le ostilità avevano tolto loro, l'attività prese quota. Ma il vero colpo fu l'idea delle figurine, nata da una semplice frase di mio zio Giuseppe, uomo visionario e ricco di spirito d'iniziativa: “Se le figurine esistono c'è qualcuno che le fa, e se c'è qualcuno che le fa le possiamo fare anche noi”. Grazie all'invenzione della “Fifimatic”, l'imbustatrice automatica per le figurine, Giuseppe, Franco Cosimo e Umberto riuscirono a creare dal nulla un impero in grado di produrre milioni di pezzi per il mercato italiano ed estero. Le prime figurine furono quelle dei calciatori, ma successivamente furono acquisiti i diritti di licensing di attori importanti come per esempio la Disney.
Luca Panini (LU.P.) La cosa davvero sbalorditiva, che molti ignorano, è che non esistono generazioni successive di “figurinai” alle spalle delle Edizioni Panini, perché davvero mio padre e i suoi fratelli partirono completamente dal nulla. Tutto venne fatto nel giro di una generazione: l'azienda fu creata da zero e poi, per gestire al meglio il cambio generazionale, fu venduta all'azienda americana Maxwell nel 1989. Circa trent'anni dopo l'uscita della prima collezione di figurine Panini, nel 1961, l'attività cambiava così di mano permettendo a mio padre e agli altri fratelli di garantire un futuro ai numerosi figli e di seguire le proprie passioni.
Già, perché mentre Umberto Panini decide di creare un'azienda agricola biologica che oggi produce un meraviglioso parmigiano, Franco Cosimo Panini segue la sua passione più grande, l'arte, fondando la casa editrice Franco Cosimo Panini Editore…
LA.P. Papà è sempre stato considerato il “letterato” di famiglia, era appassionato di arte, geografia, viaggi. Passioni a cui affiancava un amore viscerale per le bellezze culturali e artistiche del suo Paese di cui era molto orgoglioso. Dall'incontro di queste due pulsioni nacque “Mirabilia Italiae”, la collana dedicata ai monumenti italiani più belli, che si basa su una concezione innovativa del rapporto tra testo e immagini. Il suo obiettivo è di offrire ai lettori una mappatura fotografica completa dei monumenti realizzata rispettando un rigoroso metodo scientifico, a cui si affianca la descrizione storico artistica del bene redatta da studiosi su un tomo a parte. Si trattò di un vero e proprio atto d'amore per le Bellezze d'Italia, che partì con la Galleria delle Carte Geografiche del Vaticano per proseguire con il Battistero di Firenze, il Duomo di Pisa, Palazzo Te a Mantova, il Duomo di Siena, il Duomo di Modena, la Basilica di Assisi. Attualmente la collana vanta diciassette opere, a cui se ne aggiungeranno due nel 2010: il Tempio Malatestiano di Rimini e la Cappella Palatina di Palermo.
LU.P. L'altro prodotto editoriale che nacque come emanazione delle passioni di mio padre è la “Biblioteca Impossibile”, collana di libri che sono la copia esatta di inestimabili volumi antichi attualmente conservati nelle teche o addirittura nei cavot di importanti biblioteche italiane. L'idea nacque dalla sua ferrea volontà di rendere questi preziosi libri liberamente consultabili da tutti. Volontà che a sua volta derivava dalla convinzione che la cultura dovesse essere direttamente goduta e non solo “ammirata”. Di nuovo, come accadde con le figurine, mio padre decise di fare tutto da solo: grazie all'aiuto di mia sorella Silvia riuscì a sviluppare nel tempo la tecnologia necessaria per realizzare dei perfetti fac-simile di questi preziosi tomi, che richiedono a volte fino a quindici passate di stampa. I fac-simile sono quindi fatti per essere toccati, sfogliati, vissuti. La collana si chiama “Impossibile” proprio perché raccoglie una serie di opere che neanche il più grande dei regnanti avrebbe mai potuto collezionare.
Il primo “Libro Impossibile” fu la copia della Bibbia di Borso d'Este, conservata nella Biblioteca Estense di Modena. Come ha sottolineato Umberto Eco in una delle nostre presentazioni, il fac-simile è più vero del tomo originale, paragonabile alla prima edizione stampata di un manoscritto. In più, in linea con l'amore viscerale di mio padre per l'Italia, la “Biblioteca Impossibile” racchiude le opere più preziose dei cataloghi dei grandi regnanti del Rinascimento italiano. Ma non solo. Ogni fac-simile è prodotto utilizzando unicamente maestranze italiane che utilizzano le stesse tecniche del ‘500. Solo per fare un esempio, colui che ha rilegato a mano il fac-simile della Bibbia di Borso d'Este è il figlio di colui che ha restaurato l'originale negli anni '30.
Amore per il patrimonio artistico e culturale italiano, volontà di diffusione della cultura e sua condivisione, spirito di sensibilizzazione al Bello. La maggior parte delle aziende si impegna a inserire la cosiddetta responsabilità sociale nelle proprie strategie di marketing, mentre per Panini sembra essere una parte fondante del proprio DNA.
LU.P. E' vero, la storia della nostra azienda ha dimostrato che il concetto di responsabilità sociale è innato dentro di noi, grazie ai valori che abbiamo sempre seguito. Il merito è della passione di mio padre per il Bello e per il suo amore per il nostro Paese, che lo ha portato a creare progetti editoriali che, come per le figurine, all'inizio apparivano davvero impossibili da realizzare.
Si tratta di valori che sono assolutamente coincidenti con quelli del FAI. Com'è nato l'incontro con la Fondazione e la decisione di sostenerne il lavoro?
LU.P. Nostro padre era un Delegato FAI. Durante le Giornate FAI di Primavera a Modena era sempre in prima linea per raccontare le storie culturali e artistiche della sua città. A guidarlo, come sempre, era il suo amore per l'Italia. Il FAI è sempre stata una passione, una grande coincidenza di interessi e di intenti. Dopo la sua morte, tutti noi abbiamo deciso di continuare questo percorso: nostra sorella Teresa è diventata Delegata FAI, mentre la casa editrice è diventata Corporate Golden Donor. Inoltre, abbiamo già realizzato un primo progetto con il FAI Scuola, seguendo il nostro obiettivo di divulgare nelle scuole la passione e l'amore verso l'Italia. Partendo proprio dai bambini, perché se non si crea questa sensibilità fin da piccoli, difficilmente si potrà crearne in futuro. Se infatti siamo abituati a vedere e sentire cose brutte saremo persone tristi, se siamo abituati a vedere e ad apprezzare le cose belle saremo persone più felici e più ben disposte verso gli altri. Per il futuro, la nostra idea è di collaborare con il FAI su progetti concreti, orientati alla scuola primaria, che rappresenta il momento in cui i bambini sono più aperti, più ricettivi, più disposti ad appassionarsi al Bello. Senza dimenticare poi la parte più “artistica” della collana “Mirabilia ITALIAE”.
L'attenzione di Panini verso la sensibilizzazione dei più piccoli si concretizza anche nell'altro ramo di attività della casa editrice: i libri per la prima infanzia.
LA.P. E' proprio così. I nostri libri per i bambini da 0 a 8 anni nascono dalla convinzione che la lettura debba diventare qualcosa di quotidiano, una parte fondamentale della vita dei più piccoli, e non invece vissuta come una forzatura. Per questo i libri devono essere oggetti non solo da leggere, ma anche da toccare, calpestare… da vivere, insomma. Ci piace pensare che il primo libro che un bambino legge nella sua vita molto probabilmente sarà il nostro. Senza dimenticare il mondo dei ragazzi: quasi un ragazzino su tre scrive le proprie riflessioni e appunti sulla nostra agenda “Comix”, a oggi l'agenda più venduta in Italia, ricca di fumetti, allegria e divertimento.
Nella foto i cinque fratelli Panini: Maria Teresa, Lucia, Luca, Silvia e Laura.
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