03 giugno 2019
Domenica 2 giugno in una Venezia come di consueto affollatissima di turisti, lo scontro tra una nave da crociera della Msc e un battello gran turismo nel porto riaccende il dibattito sul passaggio delle Grandi Navi in Laguna.
Nonostante il bilancio dello scontro sia stato fortunatamente lieve, 4 feriti nessuno in gravi condizioni, l’episodio non può trasformarsi nel preludio di un fatto ancora più drammatico. L’inizio del dibattito sulle Grandi Navi risale ormai almeno al 2012 anno in cui fu varato il decreto Passera-Clini che avrebbe dovuto impedire alle imbarcazioni con stazza superiore alle 40mila tonnellate di attraversare la città. Da allora, nonostante le sollecitazioni di diversi soggetti del dibattito pubblico tra i quali il FAI, il provvedimento è rimasto lettera morta.
Non è possibile rimandare oltre la decisione sull’attuazione del decreto, attendiamo ora dal Governo in tempi brevissimi una soluzione che tolga le grandi navi dal Canale della Giudecca e da San Marco, ma che allo stesso tempo salvaguardi la delicatezza ambientale della laguna, di sicuro oggi non garantita dallo scavo e allargamento di vecchi o nuovi canali come nel caso del Vittorio Emanuele.
Ricordiamo che l’Unesco ha minacciato di revocare il riconoscimento come patrimonio dell’umanità se entro il prossimo febbraio non si sarà dimostrato in concreto di rispettare le prescrizioni in materia di tutela ambientale, vivibilità e salvaguardia dei beni architettonici e dell'ecosistema lagunare.
Pubblichiamo l’accorato appello del presidente del FAI Andrea Carandini:
Italiani, svegliamoci da un sonno cinico dovuto ai troppi millenni sulle spalle, ricominciamo a curare la Patria prevenendo i disastri senza lacrime invece di versarle come coccodrilli a disastri avvenuti. Ci voleva poco a capire che quelle navi a Venezia erano come la zappa su una tela di ragno imperlata di rugiada. In fine si è prodotto l’incidente che temevamo con i feriti... È l’ora di dire basta a e scempiaggini e a interessi maligni che degradano il Paese. Repubblica Italiana, a partire dallo Stato, riprenditi la sovranità sulle nostre terre e acque. Basta girare per le montagne abbandonate, le periferie strapiene e le campagne avvelenate per capire che dobbiamo porre fine a un cinquantennio d’incurie. Tra i gorgoglii del ventre facciamo riecheggiare la ragione.
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