20 dicembre 2018
La maggior parte dei Beni del FAI chiude ogni anno qualche mese durante il periodo invernale . È una specie di letargo, che i nostri colleghi inglesi del National Trust definiscono "putting the house to bed": mettere la casa a letto, per farla "riposare". In questi mesi tutti gli oggetti, arredi e suppellettili, vengono coperti uno per uno, con teli e tessuti tecnici, per proteggerli dalla luce e dalla polvere. È una misura di conservazione preventiva, che deriva da consuetudini antiche: quando non erano frequentate, le case di campagna venivano chiuse, e ogni arredo era debitamente coperto con teli e lenzuola fino al ritorno del padrone di casa.
"Riposano" le case, ma non chi si occupa della conservazione: il periodo di chiusura, infatti, è il momento giusto per fare interventi di manutenzione e grandi pulizie, per tutte le attività di conservazione preventiva e per piccoli restauri che altrimenti interferirebbero con la visita del pubblico. Si inizia con le grandi pulizie, da cima a fondo, che sono alla base di ogni attività di conservazione, e che sono l'occasione per monitorare lo stato di conservazione di arredi e collezioni, per rilevare anomalie e programmare, se necessario, piccoli interventi o grandi campagne di restauro.
Si approfitta di questo periodo, inoltre, per effettuare sul posto, senza disturbare i visitatori, delicate operazioni di manutenzione affidate a restauratori specializzati: ad esempio la micro-aspirazione dei tessili (in letti a baldacchino, divani e poltrone, rivestimenti e arazzi, tende o tappeti), la manutenzione degli orologi, la pulitura straordinaria di argenti e rami, i trattamenti anti-tarlo, la spolveratura accurata delle cornici, la verifica degli impianti elettrici nei punti luce storici.
La manutenzione ordinaria e programmata è il metodo adottato dal FAI per garantire la tutela e la conservazione dei nostri Beni, per sempre e per tutti: fare poco e farlo spesso, di certo ogni anno, quando i Beni sono chiusi, chiusi per "riposo e manutenzione".
Il “piccolo mondo antico”, la casa di Antonio Fogazzaro affacciata sulla sponda italiana del lago di Lugano, donata al FAI nel 2009 dal pronipote, Giuseppe Roi, è stata interessata quest’anno da un articolato intervento di manutenzione ordinaria.
Dopo l'adeguamento dell'impianto antincendio e dell'impianto elettrico nella scorsa primavera, funzionali a consentire l'apertura regolare al pubblico (prima la Villa era visitabile solo su prenotazione), sono iniziati i lavori di revisione di tutti i punti luce: lampadari, applique e abat-jour, per la maggior parte ottocenteschi, in porcellana, vetro opalino, cristallo e bronzo, sono stati smontati pezzo per pezzo, puliti accuratamente, dotati della messa a terra necessaria per la sicurezza, revisionati in ogni parte, rimontati e riallestiti. La campagna di pulitura, affidata a un laboratorio di restauro specializzato nel trattamento dei metalli, ha interessato anche gli argenti della casa e la collezione di lastre da incisione del marchese Roi.
Villa Fogazzaro va a riposo, ma tornerà ad aprire le porte al pubblico in primavera, come tutti gli altri Beni del FAI, ancor più luminosa e splendente.
Per gli interventi a Villa Fogazzaro Roi si ringraziano Fondazione Araldi Guinetti, Claudio e Simona Zampa, FAI Swiss e tutti coloro che hanno partecipato al progetto ma hanno scelto di rimanere anonimi
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis