19 maggio 2020
Nell’era in cui impazzano le fake news e in un contesto incentrato sul conflitto fra coraggio e paura, sicurezza e intraprendenza, prudenza e spavalderia sembrano messe da parte alcune parole chiave del nostro Paese quali cultura, arte, territorio, paesaggio per cedere il posto ad altre come contenimento, distanziamento sociale, mappatura digitale, ecc.
Osservando la storia nel suo complesso è indubbio che arte, cultura e biodiversità territoriale siano il patrimonio e soprattutto l’attrattiva principale del nostro paese. Viaggi culturali e turismo enogastronomico sono da decenni il cuore pulsante dell’Italia nonché il principale biglietto da visita: diverse e autorevoli analisi economiche attestano che la cultura oggi impatta per 90 miliardi di euro, traducibili in circa 2 milioni di posti di lavoro.
Ci sarebbe da chiedersi, pertanto, come mai si parli poco di cultura, di arte, di spettacolo, e perché tale “omissis” si confermi in particolare in tutti i decreti e le analisi di selezionati team che ormai da settimane sono al lavoro per progettare la riapertura del nostro Paese. Nel frattempo, però, ci sembra importante mettere in risalto i primi ma rilevanti segnali di recuperata consapevolezza.
"Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, (…) sono convinto che l'offerta online continuerà anche dopo: per esempio, ci sarà chi vorrà seguire la prima della Scala in teatro e chi preferirà farlo, pagando, restando a casa". Lo ha annunciato il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini. In queste settimane di lockdown, ha aggiunto "si è capita fino in fondo la potenzialità enorme del web per la diffusione dei contenuti culturali, c'è stato un esplodere di creatività"(…)"Il turismo vale il 13% del Pil ed è un settore sul quale l'emergenza coronavirus ha avuto un impatto enorme: ci vorrà del tempo prima che il turismo internazionale torni in Italia, ma difficilmente questa estate i turisti italiani andranno in giro per il mondo, dobbiamo quindi lavorare sul turismo interno, italiano, di prossimità". E' partendo da questa consapevolezza che "nel prossimo decreto ci saranno incentivi seri per le imprese del turismo".
ANSA.IT - 28 aprile 2020
Il quotidiano britannico Telegraph elogia l’Italia e invita i propri lettori a tornare a visitarla appena possibile. Elenca 20 motivi per cui è bene scegliere le bellezze italiane, ma aggiunge: “Venti, così pochi? Nessun altro Paese - spiega Tim Jepson l’autore dell’articolo dal titolo inequivocabile 20 reasons why we'll all return to Italy when this is finally over e pubblicato il 15 aprile - ha tante ricchezze e una combinazione di arte, cultura, cibo, vino, moda, teatro, persone e paesaggi che non ha eguali e neppure una combinazione così efficace di antico e moderno, bello e seducente”.
Dalle ville venete ai laghi del nord ovest, dalle colline della Toscana fino ai giardini di limoni in Sicilia: subito dopo gli italiani, il secondo posto dell’elenco è dedicato ai nostri spazi verdi. In terza posizione i piccoli borghi, meno noti rispetto alle grandi città d’arte ma ricchi di storia e bellezze. La classifica prosegue con le escursioni all’aria aperta, al quinto posto la lingua (“l’italiano emoziona”, suggerisce l’autore), al sesto ci sono i laghi, fonte d’ispirazione per artisti e poeti da secoli.
Seguono: il teatro dell’opera (7° posto); la cucina (8°); vini e buon bere (9°); il caffè (10°); Dolomiti (11°); la moda (12°); l’architettura (13°); Venezia (14°); le isole (15); le coste (16°); le gallerie d’arte (17°); i luoghi d’arte (18°) e di antichità (19°); la Toscana (20°).
TELEGRAPH - 15 aprile 2020
Era il 26 marzo, sul «Corriere», Pierluigi Battista chiedeva un Fondo collettivo «con cui i risparmiatori, chi vuole investire pur senza grandi prospettive di ritorni immediati, possono partecipare a un piano di salvezza culturale nazionale. Un prestito, non un obolo». Ebbene, quella proposta è diventata un appello e una raccolta di firme (oltre 3 mila) di intellettuali, personaggi dello spettacolo, dell’arte, della musica, dei responsabili delle più importanti istituzioni culturali italiane. «Questo traguardo - commenta Andrea Cancellato, Presidente di Federculture - è stato raggiunto grazie al ministro Dario Franceschini che ha mantenuto l’impegno sostenendo la proposta di Battista». La soddisfazione è evidente: «La costituzione del Fondo non solo è in grado di dare una prima risposta alle esigenze più immediate della cultura ma saprà mettere le imprese in condizione di affrontare la nuova fase in cui sarà necessario riprogettare modelli produttivi, modalità di fruizione, forme organizzative». Bastano queste risorse a risolvere i problemi del comparto? «Non lo sappiamo, probabilmente no. Ma adesso - risponde Cancellato - abbiamo uno strumento per sfidare l’emergenza e capire le necessità del settore».
CORRIERE DELLA SERA - 17 maggio 2020
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis