01 ottobre 2008
“Noi ribadiamo – spiega Sanna - una contrarietà morale e di merito a un referendum che vorrebbe cancellare una legge che ha avuto il pregio di avviare un'importante riforma nell'uso del territorio regionale, uso e governo non più fortunatamente in mano ai soliti e pochi ‘operatori finanziari' ma nella consapevolezza e decisione di strumenti democratici e soprattutto posti sotto il controllo popolare”.
Secondo l'assessore regionale dell'urbanistica, se da una parte il referendum “chiede agli elettori di cancellare una legge che ha concluso la sua funzione, non produce più nessun effetto al punto che la proposta di nuova legge urbanistica già in esame al Consiglio Regionale ne ha previsto l'abrogazione”, dall'altra è invece molto utile “a qualche ostinato interesse immobiliare che utilizza le attività editoriali ‘disponibili' per riaprire le strade dell'occupazione libera e indisturbata della Sardegna, con cemento e palazzi, non volendo prendere atto di un cambiamento mondiale nella cultura del paesaggio e del territorio che va ben al di là dell'esperienza sarda”.
Insomma, come sottolinea Sanna, la Sardegna si trova oggi di fronte a “un grande spettacolo di contraddizioni e di inganni che ha come unico obiettivo quello di carpire un consenso degli elettori dopo averne adulterato la conoscenza e la scienza”. Il tutto ai danni di un bene prezioso come il paesaggio sardo che rappresenta un patrimonio non solo locale ma di interesse nazionale.
“Coloro che stanno dalla parte di una politica che voglia ancora essere uno strumento credibile al servizio degli interessi dei cittadini – conclude Gian Valerio Sanna - non hanno paura del referendum, ma della piccola politica che si attarda su cose inutili davanti ai problemi veri della Sardegna. Non ci resta che contare, come sempre, sulla intelligenza dei sardi”.
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