Il progetto del FAI a Borgo Rolle riceve il premio Mazzotti

Il progetto del FAI a Borgo Rolle riceve il premio Mazzotti

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Il progetto del FAI a Borgo Rolle riceve il premio Mazzotti
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30 settembre 2019

Il 21 settembre presso il teatro Millepini di Asiago l’architetto paesaggista Enrico De Mori, Delegato FAI per l’Ambiente, ha ricevuto a nome della Fondazione il premio Giuseppe Mazzotti, destinato a studi, ricerche, scoperte, realizzazioni e iniziative a difesa dell’ambiente in ambito nazionale.

A essere insignito del prestigioso premio il progetto di recupero degli antichi cultivar dei vigneti del prosecco nel borgo di Rolle, nell'ambito del progetto "I Luoghi del Cuore".

Una cartolina mandata dagli Dei. Così Andrea Zanzotto, poeta originario delle valli del prosecco, comprese tra Conegliano e Valdobbiadene, definisce il borgo Rolle, dal 2004 posto sotto la tutela del FAI. Qui la Fondazione ha attivato un importante progetto di valorizzazione dei vigneti originari finalizzato al recupero della storia e dell’identità di questo paesaggio eccezionale e della sua comunità, custode del territorio.

Ne abbiamo parlato con Enrico De Mori, Delegato FAI che pochi giorni fa ha ritirato il premio ad Asiago.

Dove si trova Rolle?

Rolle è una piccola frazione del comune di Cison Valmarino (TV) che conta poco più di 30 abitanti. Terra di mezzo tra i più noti Conegliano e Valdobbiadene, il suo destino all’inizio degli anni 2000 appariva segnato: abbandonato dalle nuove generazioni, poco inclini a dedicarsi alla “eroica” coltura tradizionale dei vigneti, il territorio di Rolle sembrava destinato a diventare uno dei tanti territori convertiti alla produzione massiva del prosecco dai grandi imprenditori locali.

Perché un rischio?

Rolle è la zona storica del prosecco, che ancora all’inizio del 2000 conservava una vasta biodiversità di antichi vitigni. Rimasta esclusa dalle trasformazioni delle vicine Conegliano e Valdobbiadene convertite alla grande produzione, Rolle conservava quella autentica struttura a mosaico originaria della zona: tanti piccoli appezzamenti, con peculiari caratteristiche di coltura, raccontavano l’unicità di ogni singolo terreno. Un patrimonio culturale e ambientale unico dal valore inestimabile e dalla incredibile capacità di resilienza.

In che senso resilienza?

Gli antichi cultivar, proprio per la loro estrema aderenza alle caratteristiche specifiche del terreno sono particolarmente resistenti agli attacchi di malattie e agenti infestanti e non richiedono il ricorso a pesticidi chimici. Sono coltivazioni ad alta sostenibilità ambientale.

Quale è stato l’intervento del FAI a tutela di Rolle?

Nel 2004 il FAI ha “adottato” la comunità di borgo Rolle, che è diventato il primo borgo posto sotto la tutela del FAI. La formula proposta è stata quella di agire sulla comunità locale che viveva una grave fase di anomia a causa del progressivo spopolamento, verso un percorso di nuova consapevolezza del valore del territorio del quale era chiamata a essere custode. La sfida più difficile da affrontare era quella con la modernità, da non subire, ma da accogliere e governare per impedire da un lato lo sradicamento delle antiche culture locali, ma al tempo stesso evitare una statica musealizzazione del territorio.

Perché il premio Mazzotti? Qual è il progetto attualmente in corso?

Nel 2016 i vigneti di Rolle sono diventati “luogo del cuore”, raccogliendo oltre 8.000 voti e sono stati destinatari di un contributo di 13.000 euro stanziato dal FAI e da Intesa Sanpaolo nell’ambito della settima edizione del censimento. Grazie a questo contributo e al diretto coinvolgimento dei piccoli viticoltori locali è stato possibile avviare una mappatura dei biotipi originari che si è conclusa con l’individuazione di circa 70 ceppi di Glera ritenuti esemplari per qualità, unicità e tipicità. I campioni raccolti sono stati sottoposti a attenti esami sanitari in laboratorio e quindi moltiplicati attraverso innesto in un “vigneto di conservazione” che oggi è una vera e propria “banca genetica” del territorio di cui raccoglie la migliore eredità vinicola. Un vigneto che speriamo possa presto, come da tradizione, produrre un vino della tradizione locale più autentica.

Una storia di tutela e valorizzazione che mette in luce l’impegno del FAI nel segno di quel principio di paesaggio culturale propagandato dall’Unesco, che ha di recente accolto la candidatura dei vigneti di Rolle a patrimonio dell’umanità. Una lettura del rapporto intrinseco tra territorio e comunità che ritroviamo anche tra le motivazioni del premio Mazzotti che ha riconosciuto nei vigneti di Rolle “un caso di resistenza di un piccolo borgo collinare a rischio abbandono, ma soprattutto rispetto al tema della produzione agricola, la capacità di preservare la differenza colturale, le pratiche tradizionali e il paesaggio rurale di interesse culturale, sempre minacciati dalle grandi produzioni intensive”.

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