19 febbraio 2021
«Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta».
Probabilmente questa frase pronunciata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel discorso al Senato del 17 febbraio 2021 diventerà famosa come il «Whatever it takes», che, da Presidente della BCE, pronunciò il 26 luglio 2012 per indicare che si sarebbe fatto tutto il necessario per salvare l’euro da eventuali processi di speculazione. E così fu.
La transizione ecologia è tra le priorità del nuovo esecutivo, perché oggi, proteggere il futuro dell'ambiente richiede un approccio nuovo dove scuola ed educazione, digitalizzazione e tecnologia, agricoltura ed energia, protezione dei territori e biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra sono tutte le diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l'ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane.
L’asserzione “Vogliamo lasciare un buon pianeta” indica dunque la strada della “ricostruzione”: guardare al futuro, ai giovani, perché «ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione dei loro diritti». In questa frase è raccolto l’intento del nuovo esecutivo: deporre le armi dell’egoismo e cambiare il paradigma culturale.
La sfida va affrontata con i mezzi di cui l’uomo è capace: la scienza, l’umanesimo, la ricerca, l’innovazione. Per farlo bisogna dunque investire nella formazione, nella scuola, nella cultura:
«La transizione culturale parte dal nostro patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale».
Il turismo, messo in ginocchio dalla pandemia, avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della nostra capacità di preservare, tutelare e proteggere il patrimonio storico artistico e paesaggistico che i nostri antenati hanno tramandato fino a noi. Questo patrimonio universale che tutto il mondo ammira e del quale dobbiamo essere più orgogliosi nel riconoscere i tanti primati, comprende anche la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, non ultimo anche il nostro volontariato e il Terzo Settore, che altri ci invidiano.
I princìpi toccati dal discorso del Presidente del Consiglio al Senato sono i valori del FAI. Non si tratta solamente di prendere per mano gli italiani di domani e farli crescere innamorati del nostro Paese ma soprattutto di investire sull’educazione come valore fondativo della democrazia stessa. Ci riconosciamo pienamente nella volontà espressa dal Premier di inserire le parole “ambiente” e “sviluppo sostenibile” nella Costituzione italiana, è una proposta che il FAI auspica da tempo e che ha a lungo discusso. Siamo convinti che la strada aperta dal nuovo esecutivo, fortemente voluto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia la svolta che in molti aspettavano.
Non dimenticheremo facilmente le parole di Mario Draghi, pronunciate con voce incrinata, che hanno concluso il suo primo discorso al Senato:
«Oggi, l'unità non è un'opzione, l'unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l'amore per l'Italia».
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