31 maggio 2022
Opera collettiva e multidisciplinare scaturita dalle ricerche di 22 studiosi, il volume consegna alla città un ricco patrimonio di inedite ricerche sul Lazzaretto di Verona e il suo contesto territoriale. Naturalisti, geografi, archeologi, storici delle istituzioni, della società e dell’economia, dell’arte e della medicina, dell’architettura e della letteratura approfondiscono, analizzano e ricostruiscono – nella prima e unica pubblicazione sino a oggi integralmente dedicata a questo monumento, con un ricco apparato iconografico, appendici con utili confronti e originali documenti, e una bibliografia dettagliata – le vicende plurisecolari di un edificio che, seppur geograficamente periferico per ragioni sanitarie, è stato centrale nella storia della città di Verona, di cui testimonia capitoli significativi e anche drammatici – primo tra tutti la peste del 1630, ma anche l’esplosione del 1945, in cui persero la vita 30 veronesi -, tanto da possedere un valore identitario ed essere tuttora oggetto di un’affezione diffusa.
Sull'onda di questo convincimento, e di questo sentimento, nel 2014 il Comune di Verona ha affidato al FAI il recupero del monumento per la sua valorizzazione. La Fondazione ha subito avviato, con fondi propri, un primo cantiere di lavori per la bonifica dai residui bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale (quando il Lazzaretto era divenuto deposito di munizioni) e per lo sgombero delle macerie conseguenti all’esplosione che ne aveva segnato rovina e abbandono definitivi.
Il Lazzaretto ha cominciato presto a svelarsi nei resti architettonici e negli apparati decorativi cinquecenteschi, che aprivano squarci inediti sul progetto originario, sul suo funzionamento nel tempo e sulla vita quotidiana che vi si svolgeva all’interno. Così, accanto al “cantiere del restauro” si è aperto sin da subito un “cantiere della conoscenza”, in cui il FAI ha coinvolto l’Università degli Studi di Verona: insieme, le due istituzioni hanno coordinato un lungo e complesso progetto di ricerca, volto alla conoscenza per la valorizzazione del territorio, che ha visto collaborare studiosi di varie discipline, tra cui giovani ricercatori sostenuti da borse di studio istituite dalla Fondazione a questo scopo.
Questa pubblicazione è il risultato concreto di quel lavoro, e il suo valore non sta soltanto nell’offrire per la prima volta una lettura e uno studio puntuali ed esaustivi su un importante monumento - il più grande lazzaretto d’Italia dopo quelli di Milano e di Venezia, nonché uno dei meglio conservati in Europa -, ma anche nell’aver riunito come in un “patto” diverse anime della società civile, di quella Repubblica che secondo l’articolo 9 della Costituzione promuove la ricerca e tutela paesaggio e patrimonio: Comune, Soprintendenza, Università e una fondazione privata come il FAI - che a Verona opera attraverso i cittadini, volontari della sua Delegazione - hanno collaborato in piena sinergia, costituendo un modello esemplare.
Oggi il Lazzaretto è stato riconsegnato dal FAI al Comune di Verona: il cantiere di restauro purtroppo si è interrotto per la mancanza dei fondi necessari, ma un’associazione di cittadini “Amici del Lazzaretto” ne ha preso in pieno carico la tutela e la valorizzazione, perché non si disperdano i benefici di un’esperienza comunque positiva, cui il FAI ha dato il proprio contributo culminato nella pubblicazione delle ricerche che saranno necessario fondamento di qualunque ulteriore iniziativa per l’auspicato completo recupero del monumento.
Queste le parole di Marco Magnifico, Presidente FAI: «Il Lazzaretto di Verona ci aveva conquistato grazie alla sua storia civile, ai suoi valori architettonici e al carico di dolore ma anche di eroismo che racconta. Anche i valori ambientali di quel luogo ci avevano conquistato come esempio preclaro di ambiente nella sua accezione di incontro tra l’opera della natura e l’opera dell’uomo. Siamo stati fieri di avere sgominato coloro che lo avevano reso un luogo malfamato e socialmente marginale e di aver poi messo in sicurezza quel che rimane del capolavoro del Sanmicheli. Ci abbiamo creduto, lo abbiamo studiato e ci abbiamo sognato sopra; ma non tutti i sogni si avverano come vorremmo. Con la giornata di oggi il FAI consegna a Verona e ai suoi cittadini uno studio approfondito e completo che, ne sono certo, favorirà un futuro restauro e una futura gestione collettiva di questo bene così identitario. Da ultimo vorrei sottolineare la mia personale gratitudine alle straordinarie cittadine Annamaria Conforti Calcagni e Anna Braioni che, allora volontarie della Delegazione FAI di Verona, svolsero un ruolo fondamentale dando inizio a questa avventura, che oggi per noi si chiude, ma che con grande soddisfazione vediamo saldamente nelle mani dell’Associazione Amici del Lazzaretto, alla quale prometto fin da ora tutto il possibile aiuto del FAI».
Per celebrare questa esperienza Il Lazzaretto di Verona. Storia di un monumento cittadino viene ora presentato a tutta la cittadinanza e alla comunità scientifica in un incontro pubblico in cui interverranno - dopo i saluti dell’Assessore alla Cultura, alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità del Comune di Verona Francesca Briani, di Ilaria Borletti Buitoni, Vice Presidente FAI, e del Direttore del Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università degli Studi di Verona Arnaldo Soldani – i curatori del volume, e poi Guido Beltramini, Direttore del Palladio Museum, Barbara Gallavotti, giornalista, autrice e divulgatrice scientifica, e la Presidente dell’Associazione Amici del Lazzaretto di Verona, Annamaria Conforti.
Il FAI ringrazia i curatori per l’eccellente lavoro di studio e di coordinamento di questa ambiziosa impresa editoriale, oltre a tutti gli studiosi e le studiose che hanno contribuito con ricerche esaustive e originali. La Fondazione ringrazia inoltre il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona per il contributo economico alla realizzazione del volume.
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