15 giugno 2009
Il pittore Fausto Pirandello (Roma 1899-1975) si forma inizialmente come scultore presso la bottega di Sigmund Lipinsky, un incisore che conosce bene il piccolo paese laziale di Anticoli Corrado. L'ambiente anticolano è destinato quindi sin dall'epoca della formazione ad avere grande importanza nella vita di Pirandello, che sposa una bellissima donna del posto e passa le estati e altri lunghi periodi dell'anno nella cittadina. E' ad Anticoli infatti che egli trova quella tranquillità che gli è indispensabile per la creazione delle sue opere e che rimpiange invece presso gli ambienti artistici della capitale, spesso troppo “rampanti” per il suo carattere schietto e un po' introverso.
Nemmeno il soggiorno a Parigi, dal 1927 al 1931 e la frequentazione della colonia italiana (Severini, Tozzi, De Chirico, Savinio, Campigli, De Pisis) impediranno all'artista di ritornare all'amato paese della provincia romana. Ad Anticoli d'altronde, negli anni Venti, si ritrovano maestri come Francesco Messina Arturo Martini, Felice Carena, Giuseppe Capogrossi e altri ancora: un vivace gruppo che conosce il giovane pittore e ne sa apprezzare il talento. Lo stesso padre di Fausto, Luigi, trascorre alcuni periodi anticolani vicino al figlio, strappando il tempo alle lunghe tournée europee con le compagnie teatrali e dedicandosi probabilmente alla stesura dei Giganti della montagna.
Lodevole quindi l'iniziativa della Provincia di Roma di dedicare al maestro romano, in occasione dei 110 anni dalla sua nascita, una mostra di 42 opere tra dipinti, pastelli e disegni. Legato alla Scuola Romana negli anni Trenta attraverso il gruppo dei tonalisti, Pirandello è un pittore di alto profilo culturale, che ritrova la sua ispirazione più autentica nei paesaggi del territorio dell'Aniene, tra i campi coltivati, il lavoro dei contadini, i cieli assolati. Sono questi infatti i temi che si ritrovano con profonda partecipazione nelle sue pitture. L'attenzione alla realtà e al quotidiano è un aspetto tipico di Pirandello, che traduce nel suo personale espressionismo pittorico l'apparente semplicità di gesti privi di retorica.
Ecco quindi le Bagnanti, le Contadine, la Donna con i girasoli: soggetti di vita all'aperto che nel secondo dopoguerra si prestano a spunti di riflessione postcubista, sul solco dell'arte di Braque, artista più volte citato da Fausto come proprio maestro. In mostra anche alcuni Crocificissioni, tema caro al pittore, e un commuovente incrocio di omaggi: il Ritratto di Fausto ad opera di Luigi nel 1920 (del padre sono esposte anche altre opere), cui risponde 16 anni dopo il figlio con il Ritratto di Luigi Pirandello. Ma la vita continua, di generazione in generazione, ed ecco quindi esposto anche il Ritratto di Pierluigi, dedicato da Fausto al proprio figlio nel 1945.
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