06 aprile 2020
«La cultura ha bisogno di aria perché le sue mille istituzioni sono il polmone di un Paese.»
Pierluigi Battista, firma autorevole del “Corriere della Sera”, ha utilizzato una metafora quanto mai attuale in queste settimane di emergenza sanitaria, e ha lanciato il 26 marzo scorso un appello per coinvolgere gli italiani e le istituzioni in un progetto collettivo per salvare dal naufragio la cultura e l’arte, oggi tremendamente in affanno, senza ossigeno: «Si potrebbe definire Fondo nazionale per la Cultura, o Prestito nazionale per la Cultura, o Cultura Bond, il problema non è il nome. Certo, bisogna studiare bene la sua fattibilità pratica che solo gli esperti di economia e di finanza potrebbero indicare nel dettaglio tecnico. Ma sarebbe motivo di grande orgoglio nazionale se riuscissimo a istituire un Piano, con cui i risparmiatori italiani contribuissero a salvare dal disastro, o addirittura dalla morte, quel patrimonio immenso […] che oggi coinvolge direttamente ben più di mezzo milione di italiani. E bisogna fare in fretta.»
Non c’è tempo da perdere, scrive dunque Battista, e il suo appello non rimane inascoltato perché il giorno successivo il Presidente Andrea Carandini, sempre sul “Corriere della Sera”, accoglie la sua proposta come fosse miele per le nostre ferite: «L’offerta culturale proposta dagli Enti Pubblici, dai privati e da chi opera come il FAI nel Terzo Settore è parte fondante dell’identità e del volto del Paese e rappresenta una voce sempre più determinante del bilancio nazionale. Vedere vuote le nostre città, sapere silenziosi teatri, sale da concerto e cinema fa male; come a noi del FAI fa male vedere i nostri beni vuoti e annullate le Giornate di primavera.»
Il nostro Presidente non si limita ad accogliere l’appello di Battista ma lancia anche due prime proposte concrete per estendere al mondo della cultura le agevolazioni previste per le aziende.
La prima è quella di assicurare anche alle imprese del Terzo Settore le agevolazioni previste dai decreti governativi per la rinascita delle aziende italiane; la seconda proposta è quella di distribuire subito le quote del 5 per mille per il Terzo Settore decise dagli italiani nel 2018 e possibilmente anticipare a quest’anno anche quelle del 2019. Questi primi soccorsi darebbero linfa a un mondo tremendamente in affanno e comincerebbero a rianimarci, conclude Carandini, accogliendo la metafora di Battista della cultura come polmone del Paese.
La proposta lanciata da Pierluigi Battista, nei giorni successivi è stata avvalorata da importanti esponenti del mondo culturale. Federculture – che rappresenta gran parte delle istituzioni culturali – sempre sulle pagine del “Corriere della Sera” fa propria la proposta di un Fondo per garantire il patrimonio, perché «è sulla cultura che si fa leva per rinsaldare il senso della comunità e offrire motivi di coesione e ottimismo, è la cultura che ci fa sentire vicini gli uni agli altri nel nostro isolamento».Federculture lancia dunque la petizione #unfondoperlacultura firmata a oggi da quasi 2.000 persone affinché si dia attuazione immediata alla costituzione del Fondo Nazionale per la Cultura, perché è sulla cultura che si deve investire per creare le basi della ricostruzione dopo la crisi.
Non siamo soli. La paralisi del settore culturale coinvolge tutti i Paesi. Oltreoceano il MET – il Metropolitan Museum di New York, che è una Fondazione privata e uno dei più grandi musei del mondo – ha lanciato la campagna #CongressSaveCulture.
Oggi più di ieri, l’iniziativa di un fondo d'investimento aperto a privati, tra cui anche cittadini, può indicarci il punto di partenza per ripensare il bene comune; inevitabilmente, la governance del Fondo ha un’importanza fondamentale per la riuscita dell’iniziativa.
In una settimana decisiva per il Governo, nella quale si stabiliranno le norme per l’uscita dall’emergenza – la cosiddetta Fase 2 –, ci auguriamo che il Premier Conte e il suo staff accolgano nel decreto di aprile le istanze del mondo della cultura: si sta infatti delineando un’emergenza nell’emergenza e investire e valorizzare la cultura in tempi così dolorosi è un passo fondamentale per ricominciare a vivere, crescere e progettare un futuro diverso. Non c’è tempo da perdere.
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