Il dialogo tra Villa Necchi e Arturo Martini

Il dialogo tra Villa Necchi e Arturo Martini

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Il dialogo tra Villa Necchi e Arturo Martini
Cantieri

21 marzo 2018

Come si interviene per allestire una mostra temporanea in una villa anni Trenta? E cosa significa trasportare un’opera di 450 kg in una dimora di design nel cuore di Milano?

Queste le domande su cui si è interrogato il FAI quando ha scelto di ospitare a Villa Necchi Campiglio gli studi preparatori per il monumentale altorilievo della “Giustizia Corporativa”, opera realizzata da Arturo Martini nel 1937 per il Palazzo di Giustizia di Milano.

Un intervento di valorizzazione che dal 7 marzo al 6 maggio arricchisce il Bene del FAI con un’esposizione temporanea che riunisce, per la prima volta, il bozzetto originale in gesso, due grandi altorilievi a grandezza naturale (anch’essi in gesso) utilizzati dall’artista come modelli per il gruppo degli “Intellettuali” e della “Famiglia” e un bozzetto in bronzo del gruppo della “Famiglia”.

Arturo Martini, bozzetto in gesso per la "Giustizia corporativa"
Arturo Martini, "La famiglia"
"Gli intellettuali" di Arturo Martini

L’allestimento

Trattandosi di una casa – museo anni Trenta, con una sua precisa identità e altre opere d’arte presenti, l’allestimento della mostra è stato progettato in piena sintonia con lo stile e gli arredi della dimora, come se fosse un ampliamento della collezione permanente. Sono stati, inoltre, indagati i materiali presenti in villa al fine di individuare quello più idoneo a supportare il peso delle opere. La scelta è ricaduta sull'ottone brunito, facilmente armonizzabile al contesto.

In alcuni casi i supporti sono stati progettati ad hoc, come per la “Famiglia”, posizionata su una nuova consolle molto simile a quelle già esistenti in casa, mentre in altri (gli “Intellettuali”) si è proceduto integrando, in modo del tutto invisibile, gli arredi originari con dei rinforzi in ferro. Lo stile dei basamenti, per quanto riguarda i materiali e il colore, si ritrova anche nelle modalità scelte per la rilegatura delle riproduzioni fotografiche.

Infine, l’illuminazione ha mantenuto una grande coerenza con le atmosfere di una casa-museo, aggiungendo dei faretti alle luci esistenti, e un'attenzione particolare è stata data alla collocazione delle opere, in dialogo costante con gli oggetti e gli arredi della villa e alla giusta altezza per incontrare lo sguardo del visitatore e offrire una migliore fruizione.

Il trasporto

Le opere, molto pesanti, hanno richiesto l’impiego di trasportatori specializzati che, con l’ausilio di particolari apparecchiature, hanno potuto sollevarle e posizionarle nel luogo scelto per l’esposizione. Particolare cura e attenzione è stata data anche alla villa attraverso indagini strutturali volte a verificare preventivamente l’assenza di rischi per la dimora.

I bozzetti, mai più esposti dagli anni Settanta, sono così tornati alla luce raccontando al pubblico com’è nata la “Giustizia Corporativa” di Martini, opera monumentale dalla forte carica innovativa per la compresenza di aspetti umani, ben rappresentati dai volti delle figure, in un’opera pubblica ai tempi commissionata dal Duce.

Cosa possiamo fare con il tuo aiuto

€ 10
Ci aiuti a piantare 2 mq di fiori nelle aiuole e nei vasi del giardino.
€ 10
Ci aiuti a realizzare delle schede di approfondimento multilingua a supporto del visitatore, disponibili in ogni stanza.
€ 39
Contribuisci al restauro e alla revisione conservativa degli apparati lignei della casa (arredi, suppellettili e boiserie).
€ 39
Partecipi alla conservazione delle pavimentazioni della piscina storica di Necchi, una delle prime piscine private a Milano.
€ 39
Ci aiuti a realizzare i portaschede che saranno collocati nelle stanze della dimora per i materiali di approfondimento a supporto della visita.
€ 50
Contribuisci al restauro del copriletto ricamato della Camera di Gigina e Angelo.
€ 50
Contribuisci agli interventi di pulitura e revisione di alcuni dipinti della Collezione Gian Ferrari.
€ 100
Ci aiuti a sostenere il restauro conservativo di una delicata opera su carta della Collezione Guido Sforni.
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