28 ottobre 2020
Di fronte al rigore dei provvedimenti varati per affrontare l’emergenza sanitaria, emerge come necessaria e accettabile ogni forma di contenimento che comporta sacrifici sul piano personale e la sospensione di alcune libertà. In questo contesto, si inserisce tuttavia la riflessione sulle priorità nella scelta delle libertà da reprimere. Non è facile accettare, infatti, che le prime libertà a cadere siano proprio quelle che riguardano l’ambito della cultura: è possibile che in cima alla lista del superfluo ci siano attività e valori che invece racchiudono la qualità della vita?
In realtà in tanti Paesi avevano nei secoli lavorato perché la cultura diventasse davvero contagiosa, di questo avevano fatto la speranza di una vita. Era uno stuolo di filosofi, scrittori, insegnanti, teatranti, poeti, musicisti, cineasti, gente che riusciva a tirar fuori da sé una specie di linfa vitale gialla e densa come l’oro, un prezioso miscuglio di pensiero, di racconto, di apprendimento, di sorriso, di stupore, di incanto, di sguardo, di sogno e di tutto quanto di meglio ci sia al mondo; tutto questo aveva migliorato notevolmente la vita di tutti e di ciascuno. Con queste parole dense di significato e passione, la giornalista e scrittrice Marida Lombardo Pijola introduce un’importante considerazione sul valore del talento artistico e, in generale, delle competenze al mondo della cultura:
(…) che vita è una vita senza il sogno, la memoria, la poesia, il sorriso, il pensiero? Quanto questa struttura di doni e di talenti potrebbe aiutarci a convivere meglio con ciò che sta accadendo, a galleggiare senza sprofondare nella palude che rischia di inghiottirci e trascinarci giù, all’inferno? L’inferno è il luogo dove si aggirano entità disperate senz’anima e senza futuro. La nostra anima e il nostro futuro sono anche nella bellezza dell’apprendimento, della scoperta, della creatività, della gioia di goderne come di un respiro lungo, un grande dono. È ciò che distingue un uomo da un altro. Ciò che potrebbe rendere più sopportabile ciò che sta accadendo. Ciò che potrebbe dargli un senso, magari persino aiutarci a fare in modo ne non accada più.
Altrettanto accorate le parole dell’Associazione Cultura Italiae rivolte al presidente del Consiglio e al ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo mediante un appello. L’obiettivo era evitare l’approvazione delle misure contenute nel Dpcm che riguardano la chiusura di teatri, cinema e “altri fondamentali luoghi della cultura”, che sono poi entrate in vigore in questi giorni.
Tramite l’appello, intitolato ‘Vissi d’Arte’ e arrivato a circa 19mila firme di adesione (in aumento), Cultura Italie sottolinea: chi opera nel settore della cultura è consapevole dell’importanza che essa ricopre soprattutto in momenti difficili come quello che ci troviamo ad affrontare. Sarebbe un grave danno per i cittadini privarli della possibilità di sognare e di farsi trasportare lontano oltre i confini della propria quotidianità. È soprattutto per l’importanza di non privare l’Italia del proprio immaginario collettivo che vi chiediamo a nome della Associazione Cultura Italiae e dunque di tutti i comparti e i generi dello Spettacolo dal vivo, dei Produttori Cinematografici, degli Artisti, degli Esercenti, delle Gallerie d’Arte, dei Musei, delle Sale da Concerto, di mantenere indistintamente tutti i luoghi della cultura aperti. Tra le personalità che hanno aderito firmando l’appello al ci sono anche Giuseppe Laterza, Ilaria Borletti Buitoni, Massimiliano Finazzer Flory, Filippo Del Corno, Enrico Giovannini, Gherardo Colombo, Stefano Boeri.
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