Il capitalismo responsabile secondo Peter Barnes

Il capitalismo responsabile secondo Peter Barnes

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Il capitalismo responsabile secondo Peter Barnes
Giulia Maria Mozzoni Crespi

04 ottobre 2007

“Nel mondo che stiamo preparando per i nostri nipoti, l'aria, il clima, i fondali marini, i ghiacciai, le foreste, tante specie animali, le ricchezze dell'arte e dell'architettura, saranno degradati, sconvolti, irriconoscibili. Parliamo di crescita, di sviluppo, di globalizzazione, ma stiamo costruendo un futuro in cui chi verrà dopo di noi sarà povero delle cose più essenziali per la vita umana”. Il quadro che emerge dalle parole della Presidente FAI, Giulia Maria Mozzoni Crespi, è inquietante ma, purtroppo, di grande attualità. Un'attualità che è l'anima portante di “Capitalismo 3.0 – Il pianeta patrimonio di tutti”, dell'imprenditore californiano Peter Barnes ed edito da Egea, di cui il testo di Giulia Maria Mozzoni Crespi funge da presentazione.

Nell'illustrare la sua nuova opera, martedì 6 novembre a Milano presso il Palazzo Clerici alle ore 17 alla presenza della Presidente FAI e del professor Mario Monti, che ha firmato l'introduzione, Peter Barnes ha spiegato la sua visione di “capitalismo responsabile”, caratterizzato da una gestione responsabile dei beni comuni, ambientali e culturali. Un capitalismo possibile, tappa necessaria per uno sviluppo economico responsabile.

“Sono un uomo d'affari – spiega Barnes - Credo che la società debba realizzare iniziative di successo, con profitto. Ma so anche che le azioni finalizzate al profitto hanno effetti indesiderati, quali inquinamento, degrado, disuguaglianza, ansia, confusione”. Una visione, questa, perfettamente in linea con le parole della Presidente Crespi, secondo la quale “questo libro è un segnale positivo nella direzione giusta. L'autore, Peter Barnes, ha il merito e il coraggio di sfidare alcuni dei grandi dogmi dell'economia capitalista e soprattutto è capace di fare proposte concrete. Per questo il FAI ha deciso di promuovere l'edizione italiana di Capitalismo 3.0”.

E proprio al FAI l'autore e la Casa editrice hanno deciso di destinare un euro per ogni copia venduta, nell'ottica di sostenere il lavoro quotidiano della Fondazione di tutelare, restaurare e riaprire al pubblico i gioielli del nostro patrimonio.

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