I Luoghi del Cuore: aggiornamenti dal Nord Italia.

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I Luoghi del Cuore: aggiornamenti dal Nord Italia.
Campagne

22 settembre 2016

Primeggia il Veneto con due luoghi tra i primi cinque più votati a livello nazionale. Tra i primi dieci tengono la posizione (specificherei rispetto all'aggiornamento di luglio) due paesaggi dello spirito: il Convento di San Nicola ad Almenno in provincia di Bergamo e la Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia. Milano scopre il suo calore, battendosi in difesa di uno dei negozi più antichi della città della città mentre Bologna ritrova la sua anima sulle acque della Chiusa di Casalecchio di Reno.

I 5 luoghi più votati del Nord Italia

  1. Il Forte San Felice, in Veneto a Chioggia in provincia di Venezia (scopri di più qui)
  2. Le Grotte del Caglieron, in Veneto a Fregona in provincia di Treviso (scopri di più qui)
  3. Il Convento di San Nicola - S. Maria della Consolazione, in Lombardia ad Almenno San Salvatore in provincia di Bergamo (scopri di più qui)
  4. La Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano, in Liguria a La Spezia (scopri di più qui)
  5. La Ditta Guenzati dal 1768 il negozio più antico di Milano specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni, in Lombardia a Milano

    Tra i cinque luoghi più votati del Nord Italia, la maggior parte dei quali compaiono tra i primi dieci più votati nella classifica nazionale, spicca una novità: la Ditta Guenzati di Milano, che con quasi 6.000 voti occupa il 4° posto della classifica svelando un volto inedito della città. Milano la fredda, la città altera dove le attività commerciali aprono e chiudono in un batter d'ali lasciando solo un fugace ricordo. Racconta un volto diverso della città il censimento de “I Luoghi del Cuore” attraverso la storia della Ditta Guenzati. Fondata nel 1768, “il negozio più antico di Milano specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni” è stata tra le prime aziende sul territorio nazionale a essere insignita del titolo di "bottega storica".Due secoli e mezzo di una storia che affonda le radici nel Ducato di Milano dove Giuseppe Guenzati nell'antica Contrada delle Galline in Via dei Fustagnari 1 fonda col proprio nome la ditta di famiglia specializzata in tessuti, trasmessa di padre in figlio fino al 1876, anno in cui la Signora Rosa Casati Guenzati decide di passare il testimone ai due dipendenti, Giovanni Battista Tomegno e Luigi Meda. Dal 1913 la gestione resta alla famiglia Tomegno e verrà ceduta nel 1968 ai commessi più giovani Vittorio Ragno e Angelo Moretti, che si concentreranno sull'importazione di tessuti di qualità di fabbricazione anglosassone.La bottega conserva molte tracce della sua storia secolare. Tra queste, sull'imponente bancone centrale di origine ottocentesca dove per secoli i commessi hanno misurato i tessuti in vendita sono ancora ben visibili due tacche incise alla distanza di 92 centimetri l'una dall'altra: fatte nella seconda metà degli anni Quaranta, ricordano la Milano occupata dalle truppe alleate. Alla ditta Guenzati, infatti, si recavano i militari americani per acquistare scampoli di stoffe prestigiose da portare a casa come prezioso souvenir dall'Europa: la metrica europea era però ancora un ostacolo insormontabile e i commessi furono costretti a ricorrere alla misura in iarde per accontentare una clientela fino ad allora sconosciuta. 

    Scopri Regione per Regione i luoghi più curiosi (e più votati) del Nord Italia

    In Piemonte a Novi Ligure attira l'attenzione degli studiosi e la curiosità degli appassionati di storie misteriose l'Oratorio settecentesco di Santa Maria della Misericordia che un tempo ospitava la Confraternita Orazione e Morte, ordine preposto a dare sepoltura ai defunti che non potevano essere tumulati nei cimiteri consacrati. Le loro spoglie venivano sepolte dai seguaci dell'ordine nei numerosi cunicoli dei sotterranei dell'Oratorio, oggi inaccessibili: si racconta che a mezzanotte, nel vicolo accanto all'Oratorio, si sentano strani rumori dovuti alla presenza degli spettri dei tumulati.Benché molti arredi e tele siano stati trafugati, all'interno del complesso si conserva ancora l'altare maggiore in marmo policromo, realizzato dal genovese Alessandro Aprile. Sul retro dell'Oratorio si apre invece l'Aula dei Confratelli, chiusa abitualmente al pubblico, che vanta una volta decorata datata ai primi decenni del Settecento.L'Oratorio ha finora raccolto più di 2.000 voti: la comunità locale si è infatti attivata per segnalare le condizioni precarie in cui versa il bene e per organizzare eventi artistici e musicali all'interno della struttura al fine di risvegliare l'interesse per questo luogo da non dimenticare.

    In Trentino Alto Adige i Bagni di San Candido sono una stazione termale che sorge in provincia di Bolzano nell'omonima cittadina a 1300 metri di altitudine. La storia dello stabilimento affonda le sue origini più remote nel Medioevo e vede il suo momento di massimo splendore nel XIX secolo quando l'annesso Grand Hotel Wildbad, costruito nel 1856 dal medico ungherese Dr. Johann Graf Scheiber, divenne una delle più famose stazioni termali del secolo.Andato parzialmente distrutto durante la Prima Guerra Mondiale, verso il 1939 l'imponente fabbricato venne venduto all'asta e abbandonato all'incuria. Negli anni si sono succeduti diversi progetti per ripristinare i bagni ma il futuro della struttura resta ancora oggi incerto, nonostante la bellezza del contesto paesaggistico in cui è inserito il complesso: l'area con la fontana e i meravigliosi prati circonda le cinque sorgenti minerali denominate Imperatore, Lavaredo, Sulfurea, Fiera e Candida. Qui sorge anche la Cappella San Salvatore risalente al 1591 ed edificata sopra una fonte di acqua sorgiva dalle virtù benefiche per la cura degli occhi. Documenti di archivio testimoniano che è possibile far risalire con certezza l'utilizzo di queste fonti naturali al Medioevo.Dal 2004, i bagni di San Candido sono uno de “I luoghi del cuore” a testimonianza dell'impegno costante dei cittadini per riportare all'attenzione della società e delle istituzioni il fascino della stazione termale e della sua storia immersa nella natura incontaminata.

    Bologna svela un volto inedito, presentando come luogo più votato del censimento in Emilia Romagna la Chiusa di Casalecchio di Reno, la più antica opera idraulica fluviale ancora in funzione al mondo. Un articolato sistema di 67 chilometri di canali (dei quali ormai solo pochi tratti rimangono scoperti) che ha contribuito allo sviluppo della città e della pianura che la circonda, rifornendola d'acqua per oltre 800 anni. Un tesoro urbanistico fatto di pozzi, cunicoli, gallerie e acquedotti, inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni Messaggeri di una Cultura di Pace a favore dei Giovani con la seguente motivazione: “L'acqua è sorgente di vita, la sua conservazione e la condivisione con i vicini sono sorgenti di pace”.Tuttora elementi vivi e utili per la città, la Chiusa e il Canale di Reno alimentano due moderne centrali idroelettriche: la centrale del Cavaticcio in Largo caduti del Lavoro a Bologna e la centrale della Canonica che produce energia pulita per il Comune di Casalecchio. Il sistema idraulico di Bologna richiede manutenzioni continue, di cui si occupano i Consorzi di Reno e di Savena che hanno sede nell'ex opificio della Grada. Scrive il Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, promotore della raccolta voti: “riconoscere l'importanza di questo patrimonio comune dovrebbe essere punto d'orgoglio per tutti i cittadini, perciò votiamolo come nostro “luogo del cuore” e potremo contribuire alla sua valorizzazione”.

    In Friuli Venezia Giulia (visto che per ogni regione abbiamo citato il luogo più votato, specificheremmo che il primo bene in Friuli è il Complesso Castellano di Colloredo di Montalbano) è l'Amideria Chiozza di Ruda in provincia di Udine uno dei luoghi più votati di questa edizione, già votato al censimento nel 2014. Sorta nel 1865 sui resti di un vecchio mulino lungo la roggia denominata “La Fredda”, nella località di Perteole, l'Amideria racconta l'introduzione in Italia del ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido e consente un'incursione nella grande storia della Scienza. La fabbrica fu infatti fondata da Luigi Chiozza, compagno di studi di Louis Pasteur alla Ècole de chimie pratique di Parigi. Il profondo rapporto di amicizia e di collaborazione scientifica portò Pasteur a stabilirsi nelle vicinanze di Ruda dal novembre 1869 al luglio 1870.  Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, nel 1902, alla società “La nuova Pilatura Triestina”. A questo periodo risale la grande ristrutturazione della fabbrica con l'introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentarne la produzione. La particolarità di questo stabilimento consisteva nel metodo di lavorazione, brevettato da Chiozza con macchine e metodi concepiti e rimasti in uso pressoché immutati per più di un secolo. Il prodotto si prestava a molti utilizzi, tra i quali quelli nell'industria farmaceutica e nella produzione di addensanti alimentari.La fabbrica rimase proprietà della famiglia fino alla fine della Prima Guerra Mondiale quando la produzione annua di amido raggiunse anche le 2.500 tonnellate, arrivando a contare 100 dipendenti e diventando una delle più grandi d'Italia. Chiuse definitivamente nel 1986, trasformandosi in un raro esempio di archeologia industriale in Friuli. L'amideria custodisce ancora oggi macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista della storia industriale: un patrimonio prezioso da valorizzare sotto il profilo turistico, storico e culturale.È questo l'obiettivo della mobilitazione per la tutela e la salvaguardia di questo luogo insolito del paesaggio friulano.

    La storia della Ferrovia del Drinc, a Cogne in Valle d'Aosta ha inizio nel 1922 quando nacque per collegare attraverso un tracciato ferroviario le varie imprese di acciaio dislocate nella Regione. Anche se la ferrovia non era autorizzata al trasporto dei passeggeri, accadeva che quando c'erano forti nevicate e le strade rimanevano interrotte, fosse utilizzata come unica via di collegamento tra i paesi della valle.L'abitato di Cogne, posto a 1.543 metri di altitudine ai piedi del gruppo del Gran Paradiso, era collegato tramite una teleferica all'enorme complesso di Colonna, edificato nel 1910 a 2.400 metri e in grado di ospitare per intere settimane 400 persone tra minatori, operai e impiegati. Nel 1979 le miniere vennero chiuse e la proposta di riconversione della linea in trasporto turistico non si concretizzo mai, portando all'abbandono del sito. La popolazione locale da anni è impegnata con costanza nel riportare l'attenzione su questo luogo, già votato al censimento sia nel 2012 che nel 2014, con un obiettivo preciso: trasformarlo nel più grande Museo minerario d'Europa.

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