08 aprile 2021
La fondatrice del FAI Giulia Maria Crespi già nel 2013 aveva definito la questione delle grandi navi nella Laguna di Venezia un “diabolico problema” ed esortava a un maggiore coraggio e tempestività di tutti gli attori coinvolti per un dibattito che indignava il mondo intero.
Il 31 marzo 2021 il governo Draghi ha messo fine al passaggio dei “giganti del mare” davanti a San Marco. In questi otto anni il FAI non ha mai smesso di tenere acceso il dibattito e di lanciare appelli alle istituzioni affinché si arrivasse a una soluzione concreta.
Nel 2014 il Presidente Carandini dichiarava: «Siamo tornati al Far West del transito indiscriminato nel Canale della Giudecca e alla completa incertezza sulla soluzione definitiva» e proponeva già da anni un porto extralagunare fuori dalla bocca di porto del Lido per mantenere un crocierismo che rispettasse livelli di sostenibilità con navi non inquinanti, dalle stazze, pescaggi e dislocamenti compatibili con la delicatezza dell’ambiente lagunare.
Nel corso del 2014, inoltre, il FAI aveva inaugurato a Villa Necchi Campiglio a Milano la mostra Mostri a Venezia: ventisette fotografie di Gianni Berengo Gardin, che ritraevano il quotidiano usurpante passaggio di mastodontiche navi da crociera nel Canale della Giudecca.
In occasione dell’inaugurazione della mostra il Vice Presidente Esecutivo FAI Marco Magnifico affermava:
«Le grandi navi sono mostri – lunghi due volte Piazza San Marco, alti due volte Palazzo Ducale – che minacciano Venezia: con i loro "inchini" fanno tremare i suoi preziosi monumenti, con la loro stazza provocano onde e correnti che logorano le delicate fondamenta della città, con i motori inquinano l'aria».
Mostri a Venezia fu un successo e l’anno seguente, nel 2015, il FAI la ripropose nel cuore della città lagunare, al Negozio Olivetti in Piazza San Marco. In quell'occorrenza il Presidente Carandini tornò a ribadire che conveniva «riflettere sui costi e i benefici per non danneggiare un ecosistema cittadino, senza depauperare l’ambiente, cercando di evitare l’effetto "elefante in un negozio di cristalli" come per le Grandi Navi. Se non terremo conto di tutto questo, la città rischia di essere terribilmente rovinata».
Nel 2019 si giunse al disastro “annunciato”: in una domenica di giugno affollatissima di turisti lo scontro tra una nave da crociera della MSC e un battello gran turismo nel porto riaccese il dibattito sul passaggio delle Grandi Navi in Laguna. Il FAI ancora dichiarava che non era possibile rimandare oltre la decisione e ricordava che l’Unesco aveva minacciato di revocare il riconoscimento come patrimonio dell’umanità se non si fosse dimostrato in concreto di rispettare le prescrizioni in materia di tutela ambientale, vivibilità e salvaguardia dei beni architettonici e dell'ecosistema lagunare.
Siamo ormai giunti al 2021 e il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e del Ministro della cultura Dario Franceschini, ha finalmente approvato un decreto legge per la disciplina del traffico crocieristico nella laguna che prevede un concorso di idee per realizzare punti di attracco per le navi adibite al trasporto passeggeri di stazza lorda superiore a 40.000 tonnellate e dalle navi portacontenitori adibite a trasporti transoceanici fuori dalle acque protette della laguna di Venezia. Le grandi navi - quando il traffico turistico potrà riprendere - saranno dirottate sulle banchine industriali di Porto Marghera finché non sarà realizzato il nuovo porto esterno alla laguna.
I tempi non saranno brevi, Venezia è la punta di diamante dell’Italia, uno scrigno prezioso, ma fragile, delicato e minacciato dai cambiamenti climatici. Se indugiamo ancora nella salvaguardia di Venezia e della sua laguna, il mondo non ce lo perdonerà.