08 marzo 2012
I Delegati: l'anima infaticabile
Vere colonne portanti dell'evento, i Delegati nel corso degli anni hanno sviluppato una sempre più alta professionalità e una resistenza quasi inumana alla fatica. E chi meglio dei protagonisti diretti di tutte e 19 le passate edizioni può confermarlo? “Me le ricordo bene tutte!– spiega Paola Motta Romagnoli, Capo Delegazione di Torino – Nella prima edizione aprimmo il secondo piano di Palazzo Reale, chiuso dal 1962. Delle altre edizioni ricordo le grandi fatiche accompagnate talvolta da piogge battenti o da un sole cocente. L'apertura più dura ed esaltante al tempo stesso è stata quella del 2004: mostrammo per la prima volta i restauri del giardino e di alcune sale di Villa della Regina. Sull'onda del grande successo della serie Tv‘Elisa di Rivombrosa' siamo stati letteralmente assaliti da valanghe di visitatori che volevano entrare a tutti i costi. Ormai siamo degli esperti della Giornata FAI di Primavera: non diamo mai nulla per scontato, organizziamo tutto e tutti, troviamo le parole giuste per spiegare la mission della Fondazione. E ogni volta, alla fine, la stanchezza è sostituita dalla gioia nel constatare che la gente siè fidata di noi ed è rimasta sorpresa e ripagata oltre le aspettative”.
Anche Giorgio Aguglia, Capo Delegazione di Lecce, conferma il grande impegno richiesto: “Organizzare le aperture significa attivare contatti con decine di interlocutori: Enti, Soprintendenze, insegnanti, storici e studiosi, Vigili Urbani e Vigili del Fuoco. Non di rado poi la primavera si è dimenticata… che celebriamo il suo arrivo. Nel 2003 a Gallipoli ci ha sorpresi un violento scirocco e nel 2008 a Brindisi una mareggiata. Senza contare che nel 2004 rischiammo un‘linciaggio' al Castello di Acaja quando cercammo di interrompere le visite per pranzo! Ma che soddisfazione ogni volta vedere tanta gente così partecipe, così interessata, che grazie al FAI ‘scopre' i gioielli nascosti della propria città”.
Ma c'è anche chi è al debutto. Come Andrea Rurale, nuovo Capo Delegazione di Milano: “L'emozione è grande. Pur avendo tutti noi un lavoro che ci impegna tutto il giorno, diamo tutto per far sì che l'organizzazione
funzioni al meglio. Quest'anno apriremo il Carcere di San Vittore. Sarà un'altra esperienza straordinaria, coinvolgente, totalizzante”.
Gli Apprendisti Ciceroni®: la speranza per il futuro
Attenti, preparati, simpatici, disponibili. Sono loro, i piccoli grandi ciceroni, migliaia e migliaia di giovani studenti di scuola primaria e secondaria che ogni anno spiegano ai visitatori le meraviglie del nostro Paese. Un'esperienza che lascia il segno anche a chi giovanissimo non loè più. “Ho partecipato al progetto Apprendisti Ciceroni® sin dal primo anno di scuola superiore – spiega Federica Prete, 24 anni, studentessa in Economia - Oltre che raccontare la storia del luogo, fornivamo anche degli aneddoti storici curiosi che contribuivano a ricreare l'atmosfera del tempo. Essere Cicerone mi ha aiutato ad acquistare sicurezza in me stessa e a coltivare la passione per l'arte, la storia, la cultura e le origini del mio Paese”.
E c'è chi ha fatto tesoro dell'esperienza come Cicerone anche per la propria carriera. Come Fabio Molinaro, protagonista nel 2001 a Villa Panza a Varese, e oggi designer presso un'importante agenzia di Milano. “Sono trascorsi più di dieci anni – racconta Fabio - ma ricordo perfettamente le sensazioni provate. Ero un liceale che guardava preoccupato i numerosi gruppi di visitatori all'ingresso. Nel corso delle due giornate capii che la serietà e credibilità di cui la guida non può fare a meno andavano stemperate con momenti più colloquiali: una battuta, una curiosità, un aneddoto sulla villa. Questo equilibrio tra professionalità ed empatia trasforma il flusso di informazioni nel racconto di una storia coinvolgente. Esattamente ciò che succede nel mio lavoro: quella stessa passione utilizzata nel raccontare le soluzioni creative sviluppate nel progetto permette di conquistare la fiducia del cliente. Ma oltre alla passione è altrettanto importante la preparazione che sta dietro alle storie”.
I proprietari dei beni: il sostegno fondamentale
Il successo della Giornata FAI di Primavera passa anche per la disponibilità e l'entusiasmo dei proprietari dei tantissimi luoghi aperti in questi venti anni, che hanno permesso di far scoprire al pubblico testimonianze uniche e sconosciute del nostro patrimonio. È il caso della storica Fonderia Artistica Battaglia di Milano aperta in esclusiva nell'edizione 2009. “Aprire per la prima volta il nostro opificio – spiega Danilo Bosio, amministratore delegato della Fonderia– ha permesso di restituire alla collettività un esempio di alto artigianato italiano. Nel 2013 Battaglia compirà 100 anni e nulla è cambiato in questo secolo, utilizziamo le stesse tecniche per la fusione degli esordi. Molti giovani che sono venuti a visitarci, soprattutto studenti di scuole artistiche, hanno così potuto scoprire il fascino di questa antica sapienza tradizionale”.
In alcuni casi, l'apertura è coincisa con il lancio di un progetto di restauro e valorizzazione del bene stesso. È successo per esempio alla Cappella gentilizia della Villa Masseria di Cacchiamo (EN), aperta nel 2008: grazie all'interesse suscitato dall'iniziativa, i dipinti murali settecenteschi della Cappella saranno restaurati dagli studenti del corso di laurea in restauro dei beni culturali dell'Università di Palermo. Merito anche di Tommaso Lombardi, dell'assessorato dei Beni Culturali della Sicilia, che è riuscito nell'impresa di mettere d'accordo i 15 diversi proprietari.
I visitatori: il cuore pulsante
E infine loro, i visitatori, coloro che rendono viva questa grande manifestazione. Di racconti ce ne sono a bizzeffe, difficile citarne solo alcuni. C'è un camperista che, ormai da dieci anni, organizza in comitiva un giro in roulotte
per visitare in due giorni più luoghi possibili. E che dire della coppia di sposi che nel 2010 è riuscita a entrare di nuovo, per la prima volta dopo le nozze di 40 anni prima, nell'Abbazia della Misericordia a Venezia chiusa dal 1969? E poi tante altre storie di alzatacce all'alba per evitare le file, attese chilometriche per non perdersi l'apertura del bene più amato, record di età per il visitatore più giovane (3 mesi) e quello più anziano (93 anni).
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