23 febbraio 2011
Non è passato molto tempo dal lancio del progetto dell'oasi di Riardo, che ha visto FAI e Ferrarelle collaborare insieme per la riqualificazione e valorizzazione del Parco Sorgenti di Riardo (CE). attraverso la creazione di un'azienda agricola in grado di concorrere alla conservazione delle biodiversità e del paesaggio culturale, storico e agricolo dell'area. Oggi, FAI e Ferrarelle si danno nuovamente la mano in vista del Convegno nazionale della Fondazione dal titolo "Sotto la cenere. Ruolo e storie di un Paese che resiste", che si svolgerà a Napoli sabato 26 febbraio 2011. Abbiamo chiesto a Carlo Pontecorvo, presidente di Ferrarelle spa, i motivi che lo hanno spinto a dare il proprio sostegno a un evento nel quale si cercherà di dare risposta a una domanda decisiva: riuscirà l'Italia a ravvivare la brace della sua grande storia secolare oggi sempre più soffocata dalla cenere dell'indifferenza e dell'ignoranza?
Dott. Pontecorvo, come nasce la decisione di sostenere il Convegno del FAI di Napoli e quali i valori che ne sono alla base?
Siamo orgogliosi di poterci considerare un'azienda amica del FAI ormai da qualche anno, così come siamo orgogliosi di essere un'azienda con delle salde radici campane; essendo Napoli a ospitare il convegno FAI del 2011, sostenerlo è stata una scelta istintiva e direi ovvia per noi.
Ferrarelle infatti è già da tempo vicina al FAI, ricordiamo per esempio la collaborazione per il progetto dell'oasi naturale di Riardo. Cosa rende questa collaborazione per voi così importante? Cosa significa per un azienda come la vostra sostenere il FAI nel suo impegno quotidiano per tutelare il patrimonio d'arte, natura e paesaggio italiano?
Per nostra cultura d'impresa, cerchiamo sempre di dare una struttura valoriale alle nostre partnership. Essere sponsor tout court di un evento non ha molto senso per noi, che –per fortuna- abbiamo dei brand già molto noti e visibili. Il FAI ci consente di realizzare dei progetti di csr che siano importanti per il territorio, ma anche di crescita valoriale per la nostra azienda. La valorizzazione del parco sorgenti di Riardo, ad esempio, ci consentirà non solo di offrire al nostro territorio, la provincia di Caserta, una splendida oasi verde fruibile dalla comunità, ma anche di essere un'azienda d'imbottigliamento d'acqua minerale con qualcosa in più rispetto ai competitor. La Corporate Social Responsibility, quando è fatta bene e con dei partner di riconosciuta serietà ed esperienza, come in questo caso, porta un assoluto vantaggio strategico all'impresa. Bisogna crederci e lavorarci con dedizione.
Il Convegno del FAI ha come titolo “Sotto la cenere. Ruolo e storie di un Paese che resiste”. Cosa pensa ci sia davvero sotto questa cenere? Che sfide dovrà affrontare e superare l'Italia per tornare a far ardere la brace della cultura?
Sotto la cenere c'è una fiamma viva di opportunità e ricchezza che va saputa riconoscere e cogliere. Sono molte le sfide, soprattutto intese come riforme che consentano al Paese di lavorare con più efficienza e più efficacia, e che facciano riacquistare fiducia ma anche rispetto agli italiani.
Se dovesse puntare su di una dote degli italiani, quale sarebbe?
Sulla loro tenacia e sulla capacità di innovarsi e rinnovarsi, propria del Dna del nostro Paese.
Per secoli l'Italia è stata un faro di civiltà per il mondo occidentale. Quanti danni hanno causato al nostro Paese l'indifferenza e l'ignoranza?
In termini di reputazione e di immagine sicuramente tanti. Devo però dire, basandomi sull'esperienza dei nostri rapporti con l'estero, che le imprese e i brand italiani sono ancora visti come realtà di indiscusso prestigio, esperienza e professionalità.
Che ruolo ritiene che aziende importanti come Ferrarelle abbiano svolto nella storia recente del nostro Paese? Quale contributo potrebbero ancora dare per far risvegliare l'Italia e per trasformare la cultura e il rispetto per l'ambiente in valori anche economicamente decisivi?
Le aziende sono state la base di un cambiamento culturale profondo dal dopoguerra a oggi, questo è ben noto a tutti. Forse oggi mancano un po' di una visione più moderna e più valoriale, che comprenda anche la responsabilità sociale come veicolo di un ulteriore rinnovamento, del quale oggi la necessità appare lampante.
Recentemente abbiamo assistito al gesto clamoroso di Diego Della Valle, che investirà denaro per il restauro di un bene culturale fondamentale come il Colosseo. Cosa pensa di questa iniziativa? Pensa che gesti di questo tipo possano essere effettuati non solo a favore di beni monumentali ma anche di beni naturali?
Iniziativa lodevole e ammirevole, il patrimonio culturale va protetto e tutte le imprese, secondo le loro possibilità, dovrebbero prenderlo ad esempio. Il patrimonio culturale italiano è fatto di beni architettonici ma anche e soprattutto di beni ambientali che sono all'origine di una tradizione di biodiversità unica nel mondo.
Quale dovrebbe essere secondo lei il coretto rapporto tra un'azienda e il patrimonio d'arte e natura italiano?
Credo che ogni azienda dovrebbe dedicarsi principalmente al proprio territorio di appartenenza, andando a capire quali siano le principali criticità da risolvere e quali le risorse da proteggere. Considerata la grande presenza dell'impresa su tutto il territorio nazionale, se si facesse questo si otterrebbe una protezione e un rilancio del patrimonio d'arte e natura omogeneo e concreto, portatore di ricchezza e vantaggi per tutti, ma per l'impresa in particolar modo.
Sono in programma altre collaborazioni con il FAI?
Il nostro progetto di valorizzazione del parco è molto ampio e anche impegnativo, abbiamo davanti almeno 5 anni di lavoro per ultimarlo nella sua interezza. Intanto continueremo a offrire il nostro sostegno al FAI come facciamo in occasione del convegno napoletano.
Quanto ritiene importanti iniziative come il Convegno del FAI per risvegliare la mente e il cuore degli italiani?
La loro importanza è fondamentale, sono queste iniziative che possono offrire alle istituzioni e all'impresa uno spunto per agire concretamente e per rimandare il messaggio agli italiani. Le imprese e i brand che dialogano storicamente con i consumatori italiani sanno come raggiungerne il cuore. Bisogna solo sostituire al messaggio commerciale quello socialmente responsabile: il risultato è straordinario e il suo valore incalcolabile.
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