05 ottobre 2011
“un bel nodo al fazzoletto”? Sì, per ricordarci di salvare l'Italia! Accipicchia! Non è una richiesta un po' eccessiva? Ma poi: quale Italia salvare?
Mi è successo, riordinando vecchie carte, di trovare relazioni di passati convegni, articoli di giornali, addirittura intere pubblicazioni che elencavano le misure per salvare l'Italia.
Tutte denunce identiche a quelle che leggiamo oggi: stessi disastri. Stessi obiettivi, soltanto tutti un po' peggiorati; addirittura alcune catastrofi già avvenute o incombenti. E poi, come “leitmotiv” la preoccupazione economica, l'occupazione…
E nasce allora l'assillo: come fare per conciliare queste diverse esigenze? E come stabilire la loro priorità?
Lo chiedo a Michael J. Sandel, noto professore di economia politica all'Università di Harvard, che ora è divenuto una “frenesia collettiva in oriente”: secondo il China Newsweek la “rockstar” dell'Asia dopo i suoi scritti e le sue conferenze ai giovani in Cina e Giappone. Tra le priorità Sandel indica alcune riflessioni morali ed etiche da affrontare perché “in molte società si va diffondendo la sensazione che i valori del Pil e del mercato non bastano a creare la felicità”. Ed ora questa nuova pulsione, questo desiderio serpeggiante nel subconscio di gran parte degli uomini, sta iniziando a suggerire serie riflessioni morali ed etiche sul significato del Bene Comune.
Perché non tutto è acquistabile col denaro anche se, ben inteso, le necessità primarie debbono essere assicurate (il che purtroppo oggi è sempre più problematico per un crescente numero di persone).
Ma è comunque ragionevole insistere sull'attuale modello di sviluppo che l'Italia ha da vari decenni adottato? Oppure potrebbero sorgere altre opportunità, soluzioni diverse, proposte innovative che tengano conto di questi stimoli affioranti nelle nuove generazioni, messe in luce anche da Sandel, e che corrispondano alle denunce gridate e alle battaglie combattute da quella noiosa frotta di ambientalisti quale la sottoscritta, bollati come vecchi parrucconi, isterici sorpassati idealisti e, secondo
molti, impratici professori lontani dall'odierna realtà…?
Stimoli che iniziamo a cogliere anche nelle dichiarazioni di alcuni illuminati politici e uomini di cultura. Apertura verso l'Ideale, l'Etica insomma, tendente al Bene Comune.
Quell'Etica che dovrebbe ricordare a tutti noi e persino alla Chiesa che nella Bibbia c'è scritto come Dio abbia creato la terra non per dominarla e sfruttarla, ma per custodirla… Un'Etica che susciti calore allo spirito, ossigeno ai polmoni, stimoli viventi nell'individuo per aprirlo al Creato e avvicinarlo alla Bellezza donata da quegli uomini che sapevano parlare con gli Angeli…
È su questo filone che lavora il FAI da 36 anni. Nato dall'insistenza di Elena Croce, voluto fermamente dall'Architetto Renato Bazzoni, cresciuto da uno staff che ci credeva. Fondazione a cui ancora tutti noi prestiamo fede e la cui importanza soprattutto ora si sta evidenziando dopo quelle progressive rovine apportate al territorio e ai Beni Culturali, ovverosia a quel Bene Comune, termine che viene con crescente evidenza segnalato dai vari sondaggi di opinione sui giornali.
Già oggi il FAI possiede: 48 Beni artistici di cui 23 aperti al pubblico, 6 Beni in comodato e concessione e 3.274.000 metri quadrati di paesaggio protetto.
Questa è la formula su cui lavora il FAI. Un bene d'arte, un paesaggio, un pezzo di Natura. Con il suo restauro ritrova vita, con la sua conservazione permette che non soltanto noi, ma anche i nostri giovani, i futuri “vecchi”, li possano vivere. Sì, assaporarli, trarne vigore e rilassamento per lo spirito, armonia contro lo stress quotidiano, allegria per i bambini, intrattenimento per gli anziani. Ma non soltanto questo.
Là dove c'è un Bene FAI, fiere, giochi, esposizioni, dibattiti, feste, incontri culturali e visite scolastiche vengono organizzate. Come pure nasce un richiamo per l'artigianato locale, per i piatti tipici del luogo. E così, tra quel risveglio di antiche tradizioni e proposte innovative, cresce l'opportunità di collaborazione con la Società Civile locale, sollecitata la sua forza lavorativa e stimolata a lanciare iniziative sociali congiunte per promuovere il territorio circostante.
Dunque questo Esempio FAI potrebbe veramente diventare una proposta nuova e diversa, etica, sociale ed economica. Ma il FAI dovrebbe, se avesse i mezzi, poter accettare tutte le donazioni e i comodati che le vengono proposti. Insisto: noi potremmo diventare un concreto aiuto per tutelare il territorio. Un grande progetto in atto da offrire a un Ministero del Turismo (se questo sarà organizzato da uomini consapevoli e colti) e da sottoporre a un Ministero delle Finanze (che dovrebbe affrontare il rompicapo della conservazione, salvaguardando l'occupazione).
Questa è la ragione, cari Iscritti, per cui il bambino, simbolo del nostro futuro, ci chiede di fare un “nodo al fazzoletto” e di inviare un SMS solidale al 45506 nel mese di ottobre.
Dipenderà anche da voi e dai mezzi che raccoglieremo quante nuove parti d'Italia potranno venire custodite. Quante nuove iniziative nasceranno, ricadendo positivamente sull'indotto degli abitanti locali. Quanti bambini futuri potranno ancora godere di quelle dune sulle spiagge intatte e quanti giovani potranno sempre ammirare quelle armonie architettoniche. Quante famiglie potranno continuare a passeggiare e respirare l'aria pura dei boschi, a quante campagne verrà ancora garantita la biodiversità con la sua articolata vegetazione e quanti volatili potranno ancora stabilirvi la loro dimora stagionale. Quanti studenti potranno in futuro visitare noti siti artistici e archeologici, e quanti ciclisti avranno la possibilità di pedalare su strade sterrate e quanti lavoratori potranno trovarvi svago. E quanti artisti del lavoro manuale, restauratori, artigiani, giardinieri, carpentieri, custodi, bottegai, potranno ancora venire apprezzati, riconosciuti e retribuiti...!
Dipenderà dal numero degli SMS che voi iscritti vorrete inviare!
Ricordate dunque il numero 45506, tenendo presente che la violazione apportata oggi a una spiaggia, un parco, un centro storico, un bosco, una campagna rovina un patrimonio che si ruba ai figli di tutti i paesi e cittadini d'Italia, dovunque essi siano nati e cresciuti. Non è soltanto terra loro, è la nostra terra, la nostra cultura, il nostro futuro, il nostro DNA…
Dunque: subito un “nodo al fazzoletto”…! Ve lo chiede il bambino italiano per il suo domani…
Grazie, gentili Lettori,
Giulia Maria Mozzoni Crespi - Presidente Onorario FAI
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis