07 marzo 2012
A volte il destino è crudele, si può essere l'artista più bravo del secolo, richiesto dalle regge più prestigiose d'Europa, ma comunque non passare alla storia, e vivere nell'ombra. Così abbiamo scelto di rendere omaggio a Carlo Maratta: sarà, infatti, protagonista della prossima lezione del corso d'arte del FAI Verso il neoclassicismo: il modello di Maratta e la sua fortuna internazionale, mercoledì 7 marzo 2012 alle ore 18 presso l'Università degli Studi di Milano, visibile in diretta sul portale FAI TV, e disponibile on demand in qualsiasi momento vorrai.
Quando morì all'età di 88 anni, Carlo Maratta era ritenuto da decenni il caposcuola della pittura romana e l'artista più celebre d'Europa. Pittore prediletto da ben sei papi, dall'aristocrazia e dalla gerarchia ecclesiastica, nonché da eruditi, poeti, banchieri e musicisti, Maratta ricevette prestigiose commissioni dai re di Francia, Spagna e Polonia, dagli Asburgo e dai primi inglesi impegnati nel Grand Tour. I prototipi per pale d'altare e immagini devozionali, soggetti mitologici e allegorici in quadri da camera e affreschi, erano forniti da lui, che collaborò anche come figurista con artisti specializzati nella pittura di natura morta e paesaggio. La carica innovativa del Maratta investì anche l'architettura, i progetti per sculture, gli arazzi, le cornici e le suppellettili: con “modello Maratta” s'intende proprio l'insieme di tutti questi prototipi, guida per la formazione di almeno tre generazioni di allievi.
Perché dunque il suo nome è meno conosciuto al grande pubblico rispetto a quelli di altri protagonisti dell'epoca come Bernini e Cortona? Alla docente Stella Rudolph, storica dell'arte, l'ardua sentenza.
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