27 agosto 2021
“Le case del futuro dovranno essere sempre più neutrali, sia in termini di emissioni che di consumo d’acqua e di energia, con condotte d’acqua differenziata a seconda degli usi, sul modello israeliano (un giorno non molto lontano sembrerà a tutti assurdo usare acqua potabile per lo sciacquone di un wc), sistemi di isolamento termico e controllo bioclimatico degli edifici garantiti da materiali all’avanguardia, sistemi di controllo della radiazione solare e dell’ombreggiamento, aumento della ventilazione naturale con sistemi di raffrescamento integrati”.
Telmo Pievani e Mauro Varotto nel libro Viaggio nell’Italia dell’Antropocene. La geografia visionaria del nostro futuro raccontano che la vera sfida dell’uomo nei prossimi anni sarà decidere se abitare sulla Terra divenuta invivibile a causa dei cambiamenti climatici oppure continuare ad abitare in dialogo con la Terra, così come la conosciamo.
L’intervento effettuato dal FAI per ripristinare il compendio agricolo abbandonato a Podere Case Lovara nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, è proprio un esempio di come “abitare in dialogo con Terra”, secondo i principi della sostenibilità ambientale, un modello per il recupero e la corretta gestione del paesaggio rurale.
L'area di 45 ettari su cui sorge Podere Case Lovara si trova sul sentiero 591 (ex 1) del CAI - Club Alpino Italiano e si sviluppa sul promontorio di Punta Mesco, che separa l'ingresso di Levanto da quello di Monterosso in un contesto di eccezionale valore ambientale e paesaggistico.
Nato in sinergia con Fondazione Zegna e tutti gli attori territoriali Podere Case Lovara è un progetto di sviluppo territoriale sostenibile; ora è un compendio agricolo attivo diventando così un sito pilota rappresentativo per il recupero di un insediamento agricolo in un'area protetta nazionale attraverso diverse azioni dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
A Podere Case Lovara sono state individuate varie tecnologie sostenibili, orientate al risparmio energetico e compatibili con il contesto paesaggistico-ambientale. Sono stati installati 22 pannelli fotovoltaici rossi da 250W per la produzione di energia elettrica (energia sviluppata: 6 kWp) e 4 pannelli solari termici per l'acqua calda sanitaria. I pannelli sono posizionati sul tetto piano di Casa Rossa, in una posizione non visibile dall'esterno in modo da mitigarne l'impatto visivo. Allo stesso modo, altri 24 pannelli fotovoltaici di colore verde da 300 w (potenza sviluppata 7,2 kWp) sono stati installati su una struttura di supporto in legno, integrata nel contesto e non visibile dal mare o dal percorso del Parco delle Cinque Terre. La produzione di energia elettrica è quindi affidata all'energia solare e, grazie ad un sistema di 48 batterie di stoccaggio, l'autosufficienza è prevista a piena capacità per almeno 24 ore continue di maltempo. Il sistema è integrato da un generatore elettrico di supporto.
L'assenza di collegamento alla rete idrica pubblica e la scarsità di risorse idriche hanno portato allo studio di un efficiente sistema di raccolta, depurazione e ricircolo delle acque, che consente il massimo risparmio idrico e il minor spreco possibile della preziosa risorsa. L'approvvigionamento idrico proviene da due fonti primarie: parte delle acque superficiali del Rio Gatta e l'acqua piovana raccolta dai tetti, a cui si aggiunge un sistema per la raccolta delle acque di drenaggio dal terreno a fini irrigui. La raccolta dell’acqua del Rio Gatta avviene in due punti: lungo il ramo principale, a nord della proprietà, sul lato del Comune di Levanto e lungo l'affluente di sinistra, a sud, sul lato del comune di Monterosso, chiamato Rio senza nome.
Sono stati eseguiti lavori per la sistemazione delle rive dei torrenti e per nuove briglie che formano i bacini di raccolta, da cui l'acqua viene convogliata alle camere di sedimentazione. Particolare attenzione è stata dedicata al rispetto dell'ambiente "acquatico" esistente. Da qui l'acqua viene convogliata per gravità attraverso la rete di tubi che innerva l'intera area agricola e viene raccolta in vasche sotterranee nelle bande terrazzate per una capacità totale di 80.000 litri. Dalle cisterne, l'acqua viene convogliata in due direzioni diverse: da un lato alimenta la rete di irrigazione, dall'altro viene pompata nel sofisticato sistema di depurazione e acqua potabile.
Poiché si tratta di acque superficiali, le cui caratteristiche variano notevolmente a seconda delle stagioni, sono stati installati vari sistemi di depurazione che garantiscono la qualità dell'acqua anche nelle condizioni più sfavorevoli. Una volta utilizzata, l'acqua non viene dispersa ma viene recuperata di nuovo: l'acqua grigia viene riutilizzata per gli scarichi dei servizi igienici mentre l'acqua nera viene inviata al sistema di trattamento delle acque reflue. L'impianto di trattamento è costituito da un sistema di microfiltrazione MBR - Membrane Biological Reactor con pannelli ceramici modulari che consente di ottenere acqua residua che può essere utilizzata per scopi di irrigazione.
L’utilizzo delle risorse idriche ed elettriche sono soggette a limitazioni di tempo, con l’introduzione di timer per gli utenti, uso limitato di elettrodomestici e attenzione alle materie prime.
L'intervento sul tradizionale sistema di terrazzamenti e muretti a secco ha aumentato la stabilità dei pendii in una regione caratterizzata dalla concentrazione di fenomeni piovosi e quindi da frane. Il recupero dei muri di contenimento a secco e il sistema di raccolta dell’acqua piovana filtrata dai muretti è stato effettuato secondo la regola delle opere murarie dei lavoratori liguri. Circa 850 m di muretti a secco sono stati restaurati per uno sviluppo totale di quasi 2 km in totale e sono state modellate le terrazze nelle aree parzialmente crollate.
Nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, gli ambienti acquatici naturali sono costituiti dalle sorgenti e dai corsi d'acqua, e tra questi i rii, come il rio Gatta, stretti e di breve corso, incassati tra le rocce. Qui, tra le diverse specie di anfibi presenti, è possibile trovare il tritone alpestre, una specie protetta di salamandra dalla coda appiattita lateralmente ed il ventre giallo o arancione, lunga non più di 12 cm. Il FAI è stato molto attento durante l’intervento di recupero dell’alveo del rio: le nuove briglie sono state costruite per aggiungere dei potenziali habitat riproduttivi per questa specie anfibia e per le altre presenti nel Parco.
Inoltre sui terrazzamenti di Podere Case Lovara, vicino ai corbezzoli, ronzano anche delle colonie di api, grazie alla presenza di 18 arnie gestite in collaborazione con un apicoltore locale. Un altro gesto concreto a sostegno e protezione dell’agrobiodiversità di questi luoghi.
L'intervento del FAI a Podere Case Lovara rappresenta nel suo complesso un laboratorio per sperimentare tecniche e tecnologie in grado di rendere il territorio resiliente ai cambiamenti climatici attraverso tecnologie sostenibili, finalizzate all'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili a favore del risparmio energetico e per la depurazione delle acque piovane raccolte e per il successivo trattamento delle acque reflue, in un delicato contesto paesaggistico-ambientale.
Grazie a una "stanza della sostenibilità", la Fondazione racconterà ai visitatori le peculiarità del luogo e il rischio che deriva dall'abbandono delle aree interne, nonché l'importanza di un comportamento sostenibile a partire dalla concretezza dell'intervento effettuato.