14 novembre 2013
Gli emendamenti causerebbero, infatti, la sdemanializzazione delle aree del demanio marittimo e la violazione della direttiva comunitaria Bolkestein, che impone l'assegnazione delle concessioni mediante una gara pubblica, riconoscendo un diritto di opzione all'acquisto a favore di chi è attualmente concessionario del bene demaniale.
FAI e WWF chiedono un chiaro e definitivo parere negativo del Governo contro ogni ipotesi di sdemanializzazione delle spiagge, bene comune che rischierebbe di diventare sempre più vulnerabile a nuove aggressioni edilizie, e l'applicazione rigorosa del sistema della messa a gara delle concessioni tutelando la libera concorrenza che le norme comunitarie intendono realizzare. In questo modo, infatti, si introdurrebbero come criteri del bando la gestione sostenibile dell'impianto e la totale reversibilità dell'infrastruttura.
In un Paese come l'Italia, dove l'illegalità soprattutto lungo le coste è molto diffusa, questa operazione rischia di trasformarsi in una pericolosa e irricevibile sanatoria, bene hanno fatto, quindi, il Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, il Sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitoni e il Viceministro all'Economia Stefano Fassina a prendere le distanze da queste proposte. Se, infatti, la norma verrà approvata anche dall'Aula del Senato, l'Italia non solo darà prova di voler per l'ennesima volta fare cassa vendendo i propri beni demaniali, ma farà anche la figura, agli occhi dell'Unione Europea, del “furbo di turno” che vuole artificiosamente eludere le norme comunitarie esponendosi così al rischio, certo, dell'apertura dell'ennesima procedura di infrazione comunitaria.
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