30 giugno 2020
La profonda crisi generata dall’emergenza sanitaria e le incertezze su tempi e modi della ripresa stanno causando danni incalcolabili a un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, bloccando un trend positivo e i tanti progetti di Istituzioni e Associazioni che si erano impegnati a qualificare e rafforzare l’offerta turistica.
“Ben 5 sui 55 miliardi del dl Rilancio sono stati destinati al turismo e alla cultura sommando sia le misure peculiari dedicate ai due settori sia le misure generali che impattano su di essi dagli ammortizzatori sociali ai vari crediti d'imposta". Lo ha annunciato a metà maggio il ministro Dario Franceschini che ha voluto dedicare una serie di video incontri e conferenze per illustrare agli operatori e alle associazioni di settore e poi alla stampa le misure straordinarie portate avanti con il dl Rilancio. "E' una somma importante - 4 miliardi per il turismo e 1 per la cultura - che impatta in modo molto significativo e finalmente dimostra quello che io ho sempre detto e che ora è emerso purtroppo a causa di una crisi così drammatica e cioè l'importanza strategica dei due settori del ministero che attualmente guido. Non solo per il loro valore economico ma anche come caratterizzazione del sistema Paese".
Secondo l’Ufficio Studi di Enit - Agenzia Nazionale del Turismo (che ha fotografato i dati su pernottamenti, spesa e prospettive del turismo in Italia e non solo) a causa del Covid-19, a Roma ad esempio ci sarà il 42,5 per cento dei turisti in meno rispetto al 2019. Di questi, un 13,4 per cento riguarda i viaggiatori nazionali e il 29,1 per cento quelli internazionali. Fino a maggio era rimasto chiuso oltre il 95% delle strutture ricettive della città; praticamente inattive, anche se talvolta riaperte, le agenzie di viaggio, fermi i bus operator. Non è quindi ancora ripartita per assenza di clientela tutta l’economia del turismo esperienziale, l’attività delle guide, la fondamentale connessione con il nostro Made in Italy.
Su uno sfondo molto complesso fatto di incertezze sul futuro, un concetto emerge pertanto nitido e sicuro già dall’estate 2020: il turismo dovrà superare una crisi senza eguali, fatta di cambiamenti strutturali. Nonostante le incertezze su regole e istruzioni per la riapertura sicura di stabilimenti balneari e strutture ricettive, bar, ristoranti e servizi turistici compresi, si avverte la voglia di ripartire e gli italiani iniziano, nonostante tutto, a pensare alle vacanze.
Si affacciano soluzioni innovative che tentano di dare una risposta ai nuovi bisogni del mercato.
Ecco allora che si parla di turismo di prossimità, ossia il movimento che porta il turista a riscoprire il suo Paese e a ripartire dalle origini per ritornare ad esplorare il mondo. Ma se il turismo di prossimità porterà ad un incremento di turismo italiano, escluderà la fetta del turismo internazionale, soprattutto quello europeo, che per l’Italia rappresenta più del 75% del numero di notti consumate.
In contrapposizione all’overturism tipico dell’“epoca pre-covid 19”, si potrebbe parlare di underturism: quella tendenza per cui i viaggiatori andranno a cercare posti inesplorati, poco affollati, “nuovi”. Una bella opportunità per quei comuni che ospitano borghi storici poco valorizzati o per spazi nella natura in cui organizzare attività di esplorazione.
Alla scoperta dei borghi più belli d’Italia.
Come suggerito anche dal ministro Franceschini, primo sostenitore del turismo di prossimità per questa estate 2020 ai tempi del Coronavirus, ad incentivarne la scoperta ci pensa dal 2001 l’Associazione dei Borghi più belli d’Italia, attualmente presieduta da Fiorello Primi . Una community di circa 300 comuni con meno di 15 mila abitanti, nata su impulso dell’Anci e oggi trasformata in un potente veicolo, anche social, di valorizzazione del grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani.
Troppo spesso fuori dai grandi circuiti turistici, i borghi rischiano lo spopolamento e il conseguente degrado, ma hanno enormi potenzialità che emergono e vanno certificate dall’Associazione dopo un lungo iter di valutazione per l’accesso all’esclusivo club dei “più belli d’Italia”.
Startup e realtà innovative
Soluzioni per prenotare strutture ricettive in sicurezza, soggiornare in luoghi sanificati, viaggiare evitando rischi ma anche per vivere esperienze digitali e fare marketing territoriale: nella Fase 3 questo e altro offrono startup e realtà innovative al mondo del turismo. Colpito ma non affondato dal Covid-19.
Le iniziative nate a favore e dall’industria turistica sono molteplici e in pochissimo tempo hanno saputo raccogliere adesioni e generare traffico…on line ovviamente.
Il primo caso è quello di FTO, Federazione del Turismo Organizzato, che insieme ad ASTOI Confindustria Viaggi e alcuni dei più grandi touroperator hanno lanciato “Il manifesto per il turismo Italiano” che con l’hashtag #ripartiamodallitalia vogliono chiamare a raccolta operatori del settore ed instancabili viaggiatori che sponsorizzino la bellezza italiana nel mondo sostenendo gli operatori del settore.
Anche le grandi città culturali italiane come Firenze o Venezia dovranno ripensare ad un nuovo modo di fare vivere le proprie bellezze ai turisti provenienti da tutto il mondo e, perché no, dalla città stessa. Forse questo periodo di chiusura forzata ha ridato le città in mano ai loro abitanti.
L’Italia non può usare ancora i vantaggi acquisiti in epoca pre covid e le città d’arte dovranno lottare per garantirsi le quote di mercato che meritano. Ma per far ciò gli Enti pubblici preposti insieme agli stakeholders del comparto turistico devono investire in un’imponente campagna di promozione del nostro territorio, valorizzandone bellezza, cultura, sicurezza.
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