24 febbraio 2007
Ma chi si occupa della diffusione di questa splendida arte? È l'Ente Nazionale Circhi, l'unica associazione di categoria, nata in Italia nel 1948 dall'esigenza delle più importanti famiglie di circensi di operare per la salvaguardia e la diffusione dell'arte del Circo. Grazie allo sforzo di queste famiglie, l'Ente Nazionale Circhi ha ottenuto nel 1968 una legge che riconosce ancora oggi una vera e propria funzione sociale al Circo.
L'Ente si occupa della diffusione dell'attività circense e pone grande attenzione al rispetto nei confronti degli animali, promuovendo l'arte dell'addestramento “in dolcezza”, che fa leva sull'intelligenza dell'animale. L'ammaestratore si comporta come se avesse a che fare con animali non feroci, li accudisce fin da quando sono giovani conquistando il ruolo dominante nel gruppo anche senza far uso della forza. Il domatore stringe un vero rapporto di fiducia con gli animali con i quali riesce a scambiare baci, abbracci e strette di mano, in un'atmosfera di familiarità eccezionale tra i due mondi.
Questa nuova forma di addestramento moderno è stata promossa dall'Ente Nazionale Circhi dalla seconda metà del Novecento. Veterinari ed esperti si preoccupano della riproduzione degli animali in cattività, della loro crescita e delle modalità di esibizione.
Si sostengono tecniche di comunicazione evoluta tra uomo e animale che bandiscono l'uso della forza, e si cerca di introdurre forme di esibizione che valorizzino la naturalezza dell'animale. Sono infatti scomparsi da molti anni gli spettacoli umilianti di “antropomorfismo”, con bestie vestite con gonnelline e cappellini, e l'ENC ha vietato l'esibizione di scimpanzé e le foto ricordo con i cuccioli di qualsiasi specie.
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