20 ottobre 2015
«La situazione di Venezia e l`aggressione del turismo alle città d`arte è un fenomeno che accompagna tutti. La sfida è, e rimane, quella di saper governare il libero movimento delle persone per non danneggiare i nostri tesori d`arte, e nel caso di Venezia, una città unica al mondo». Andrea Carandini, archeologo di chiara fama, è il presidente del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, una delle task force nazionali che hanno a cuore il patrimonio culturale del nostro Paese. In queste settimane il FAI è al centro di una singolar tenzone con il Comune. Di mezzo c'è l`apertura della mostra di Gianni Berengo Gardin "Venezia e le grandi navi", bocciata dal sindaco Luigi Brugnaro a Palazzo Ducale e che è stata poi trasferita nell`ex Negozio Olivetti. La mostra aprirà il 22 ottobre e rimarrà aperta fino al 10 gennaio prossimo.
Presidente, siete finiti tra gli artigli del sindaco Brugnaro per l`esposizione dedicata ai "condomini del mare".
«É una mostra che abbiamo già presentato nei mesi scorsi a Villa Necchi a Milano. E ci sembra importante riproporla a Venezia. Ma va chiarito subito: non vi è da parte nostra alcun intento provocatorio».
Davvero?
«Certo. E lo ribadisco. Però, credo anche che non possiamo nasconderci il problema. Le grandi navi sono l`aspetto più vistoso di un generale panorama di sofferenza della città di Venezia. Ho cercato più volte il sindaco Brugnaro ma non ha mai risposto alle mie sollecitazioni. Dico solo che non possiamo risolvere i problemi veneziani basandoci solo su soluzioni tecniche senza tener conto dell`ambiente. E mi riferisco alle ipotesi sullo scavo di nuovi canali».
Però in questo settore lavorano cinquemila persone.
«Certo, ma sarebbe opportuno che si favorisse un nuovo modo di fare turismo. Non il classico "mordi & fuggi" o quello di bassa qualità. Noi vogliamo solo porre l`accento sulla questione dando un contributo ideale con buona volontà».
Intanto Venezia è arrivata alla soglia di quasi trenta milioni di turisti all`anno.
«E nel frattempo, e ne sono molto rammaricato, i veneziani diminuiscono sempre più. Certo, è un fenomeno che riguarda tutte le città d`arte, ma questo è anche un problema reale: manca una politica efficace ed efficente sul turismo. E quindi non lo si sa governare. Mancano completamente le strategie».
E allora?
«Occorrerebbero maggiori sinergie tra le istituzioni. E questo non avviene. Non c`è alcun governo del fenomeno. Non è un caso, ad esempio che su 20 regioni italiane, solo due (Puglia e Toscana) abbiano un Piano paesaggistico. Se il territorio non è governato tanto meno è gestito il turismo».
Sì, però, a Venezia vi è l`impressione che si sia anche molto più là. L`invasione turistica è dodici mesi su 12.
«Ed è proprio per questo che occorre riflettere sui costi e i benefici per non danneggiare un`ecosistema cittadino, senza depauperare l`ambiente, cercando di evitare l`effetto "elefante in un negozio di cristalli" come per le grandi navi. Se non terremo conto di tutto questo, la città rischia di essere terribilmente rovinata. Non è un caso che l`Unesco sia giunta in questi giorni da queste parti...».
Paolo Navarro Dina