25 gennaio 2018
La tecnica di realizzazione è molto particolare e rispecchia la tendenza del tempo di ricercare un effetto a intarsi marmorei, tipico delle ville romane dell’epoca, pur impiegando materiali differenti. Si tratta, infatti, di un ‘marmorino’, tipo di malta molto liscia attualmente in stato di forte degrado.
I lavori in corso consistono principalmente nella pulitura delle superfici dagli innumerevoli strati di cere e vernici, la risoluzione dei problemi di fessurazione e la sostituzione delle stuccature in cemento e mastice con quelle composte nella malta originale: in questo modo stanno riemergendo i disegni geometrici, le cui forme e colori sono più chiaramente visibili ai lati della sala rispetto al centro, maggiormente soggetto all’usura del calpestio (probabilmente un tempo qui venivano ospitati i balli). Prossimamente si procederà con studi approfonditi su questi disegni, ricercandone di analoghi in altri castelli e ville dell'epoca, oltre a libri e manuali. Inoltre, si indagheranno i numeri impiegati per i moduli relativi alle dimensioni delle forme, solitamente ripetuti nell’architettura del Cinquecento e con una valenza simbolica precisa.
Questo ambiente, il più grande del Castello (130 mq), tornerà a risplendere anche grazie alla prossima riapertura delle finestre sulla corte, che permetterà un gioco di rimandi fra interno ed esterno della dimora.
Alla Manta è in corso anche un restauro sulla facciata principale dell’edificio, dove si interviene con mano leggera senza alterarne l'immagine complessiva: sono state risanate e consolidate le parti deteriorate e lievemente sconnesse, aggiungendo quel poco di materia necessaria a rimettere ogni elemento in sicurezza e ad arrestare i fenomeni di degrado.
Nel corso delle operazioni di pulitura della parete è stata individuata una piccola porzione di intonaco che un tempo probabilmente rivestiva tutta la facciata e che è ipotizzabile risalga a fine Ottocento, con il passaggio del castello ai Radicati di Marmorito, promotori di una sorta di rinascita del luogo e artefici dell'attuale ingresso con il portale ad arco acuto.
Risalgono alla stessa epoca anche gli antoni delle finestre della Galleria delle Grottesche, che si affacciano su questo fronte dell'edificio. Si tratta di elementi in legno di grande pregio che presentano un particolare disegno a riquadri intelaiati e che conservano l'imprimitura originale in color verde chiaro. Fortemente degradati dalle intemperie, si sta procedendo ora a restaurarli attraverso cure di nutrimento del legno e l'ausilio di speciali morse per raddrizzarli. Prossimamente si interverrà anche sull'antica lanterna color verderame che da sempre rappresenta una delle immagini simbolo di Manta.
Per il restauro al pavimento delle Grottesche si ringrazia l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Per l’intervento ai fronti corpo sud dell’edificio la Fondazione CRT, mentre per la facciata principale di ingresso il Programma Interreg Alcotra 2014 – 2020. Si ringrazia, inoltre, Edmea Guerrieri Cirio.
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