Dietro le quinte del progetto di recupero del Convento di San Bernardino

Dietro le quinte del progetto di recupero del Convento di San Bernardino

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Dietro le quinte del progetto di recupero del Convento di San Bernardino
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30 settembre 2024

Il 23 giugno 2023 il FAI ha annunciato la donazione del Convento di San Bernardino – Casa Olivetti a Ivrea. A distanza di un anno la Fondazione sta svolgendo un’ampia campagna di studi e indagini sull’intero complesso per orientare al meglio le scelte progettuali e di valorizzazione del Bene.

Il Convento di San Bernardino – Casa Olivetti a Ivrea, donato al FAI dagli eredi Olivetti e Tim nel 2023, è situato nella Città industriale e costituisce un nucleo di valore storico-artistico rilevante e inedito, che è stato fulcro e motore dell’impresa olivettiana.

Le fabbriche dell’azienda di Camillo e Adriano Olivetti che circondano il Convento – edifici iconici della storia dell’architettura moderna – hanno valso a Ivrea nel 2018 il riconoscimento di “Città industriale del XX secolo” quale Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e testimoniano la visione originale e innovativa di Adriano Olivetti, la cui vicenda umana, culturale e imprenditoriale ha segnato la storia d’Italia.

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Da Casa Olivetti a Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti (GSRO)

Fondato nel Quattrocento e divenuto azienda agricola nell’Ottocento, dal 1907 il Convento è stato la casa degli Olivetti, finché nel 1955, quando oramai la famiglia si era trasferita altrove, Adriano, allora a capo dell’azienda, lo incluse nel progetto di riqualificazione dell’area, affidato al celebre architetto Ignazio Gardella.

Il Convento venne quindi destinato a ospitare il Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti (GSRO), già fondato nel 1912 da Camillo Olivetti per favorire momenti di aggregazione e ricreazione. Un centro sociale, culturale e sportivo a disposizione dei lavoratori dell’Olivetti durante le loro pause pranzo, lunghe più di due ore, e delle loro famiglie.

L’edificio storico fu in parte demolito in ragione di un progetto ampio; le nuove funzioni cancellarono ogni traccia della vita domestica precedente, e all’interno del convento trovarono spazio una sala del biliardo, una palestra, spazi per riunioni e incontri culturali, un bar e un ristorante.

All’esterno si concentrarono nuove costruzioni e interventi: tre campi da tennis, otto da bocce e un “percorso della salute” sulla vicina collina del Monte Navale.

Il GSRO smise la sua attività negli anni Novanta e da allora il Convento e le pertinenze esterne, abbandonati e privati di ogni funzione, hanno iniziato a degradarsi.

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La campagna di studi e indagini per il restauro e la valorizzazione del Bene

Grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, l’Ufficio Restauri e conservazione del FAI sta svolgendo un’ampia e approfondita campagna di studi e indagini sull’intero complesso, per orientare al meglio le scelte progettuali e di valorizzazione culturale del sito.

Dopo 20 anni di abbandono, a fine 2023 sono iniziati i primi interventi nelle aree boscate del Monte Navale (estese più di 25.000 mq) per permettere l’accesso a professionisti, tecnici e studiosi. Finalmente i percorsi che si snodano all’interno dei boschi sono stati resi di nuovo percorribili e messi in sicurezza.

Durante i lavori è stata ritrovata per tutto il suo sviluppo originario la cinta muraria risalente al XV secolo e alla fondazione del Convento. Un’evidenza storica inedita, affascinante e significativa, che consente di cogliere le dimensioni originarie del convento e comprenderne l’importanza.

La campagna di rilievo fotografico, topografico, geometrico e botanico – da poco conclusa – costituisce la base di partenza per valutare lo stato di salute del bosco, oltre che del muro di cinta, gli interventi da realizzare per rendere i percorsi di nuovo fruibili e la sua futura gestione e valorizzazione culturale.

Sugli intonaci del Convento si stanno eseguendo le prove stratigrafiche e le analisi chimico-fisiche, che saranno svolte anche sugli affreschi nella Chiesa insieme agli approfondimenti storico-artistici e archeologici.

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Gli studi e le analisi sugli intonaci, i rivestimenti e gli affreschi sono strumenti essenziali per fornire interessanti dettagli sull’evoluzione architettonica dell’edificio così come dei suoi restauri pregressi, e completeranno la conoscenza della Chiesa, massima espressione storico- artistica del complesso di San Bernardino.

Ai fini del restauro le analisi permettono di risalire alle cause del degrado e guidano le scelte progettuali, anche al fine della compatibilità chimico-fisica dei materiali.

In un’ottica di valorizzazione di tutte le fasi del complesso di Ivrea, tali informazioni assumono grande importanza per lo sviluppo del racconto che verrà proposto al pubblico in visita al Convento.

Queste attività sono parte di un più ampio progetto di recupero e valorizzazione del Convento di San Bernardino finanziato dal Ministero della cultura nell’ambito del Piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”.

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