Convenzione di Ramsar: 50 anni per la tutela delle zone umide

Convenzione di Ramsar: 50 anni per la tutela delle zone umide

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Convenzione di Ramsar: 50 anni per la tutela delle zone umide
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05 febbraio 2021

Il 2 febbraio di 50 anni fa veniva siglata la Convenzione di Ramsar, un accordo sottoscritto oggi da 168 Stati che ha dato avvio alla tutela internazionale delle zone umide. Lo stagno di Cagliari con le sue saline, gestito dal FAI, rientra tra le prime 3 aree istituite dall’Italia nel 1977.
«Le Parti contraenti sono convinte che le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico e ricreativo, la cui perdita sarebbe irreparabile».

Questa dichiarazione è uno dei principi fondanti della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo siglato 50 anni fa, il 2 febbraio del 1971, con l’obiettivo di tutelare e usare correttamente le zone umide grazie all’attività di cooperazione internazionale.

Oggi questa convenzione è siglata da ben 168 Stati e tutela nel mondo 2.209 siti per una superficie totale di 210.897.023 ettari. In Italia, dopo la ratifica della Convenzione nel 1976 sono state istituite, l’anno seguente, le prime 3 aree: lo stagno di S'Ena Arrubia nel Comune di Arborea, lo stagno di Cagliari o di Santa Gilla con le sue grandi saline, area oggi affidata in concessione alla Ing. Luigi Conti Vecchi (Eni, Eni Rewind) e valorizzato dal FAI, e lo stagno del Molentargius nell'area metropolitana di Cagliari.

Ad oggi i siti che rientrano nell’elenco delle zone umide tutelate dalla convenzione in Italia sono 53 e altre 12 sono in attesa di designazione.

Stagni, paludi, torbiere, bacini naturali e artificiali, un vero e proprio patrimonio di natura che svolge delle funzioni fondamentali per la tutela dell’ecosistema. Le zone umide sono infatti tra gli habitat a più elevata biodiversità, accolgono al loro interno specie altrove fortemente minacciate come ad esempio l’avifauna. Ma non solo, la loro capacità di assorbire le acque durante le piene e di rilasciarle lentamente, garantisce una riduzione del rischio di alluvioni. Ma le zone umide svolgono anche un ruolo importante per l’attività culturale e scientifica, perché consentono di ricostruire la storia ecologica del territorio e la sua evoluzione. Infine rappresentano dei luoghi esclusivi per l’educazione ambientale: grazie a strutture che facilitano l’avvistamento, offrono infatti un luogo unico per l’osservazione dell’avifauna acquatica.

Guarda il video e scopri le Saline Conti Vecchi

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