Convegno di Trieste, tra riflessioni e proposte

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Convegno di Trieste, tra riflessioni e proposte
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16 aprile 2013

“Fulcri e sistemi. Monumenti di storia, arte e natura, punti di partenza per la riconquista del territorio: riflessioni e proposte” è stato il tema del XVII Convegno Nazionale dei Delegati FAI, svoltosi a Trieste dal 12 al 14 aprile scorso, al quale hanno partecipato amministratori pubblici di tutta Italia e oltre 300 Delegati FAI. Tanti gli spunti e gli stimoli emersi, insieme al grande entusiasmo che contraddistingue da sempre i nostri volontari.

Saluti, abbracci, sorrisi. Neanche lo sciopero nazionale dei treni ha potuto frenare l'entusiasmo degli oltre 300 Delegati FAI che lo scorso venerdì 12 aprile si sono incontrati, insieme allo staff della sede centrale della Fondazione, per vivere insieme tre giorni di dialogo, riflessione e condivisione di stimoli. Così ha avuto inizio il XVII Convegno Nazionale dei Delegati FAI svoltosi dal 12 al 14 aprile per la prima volta a Trieste, forse l'unica città veramente ‘di confine' in Italia, come ha ricordato Tiziana Sandrinelli, Presidente Regionale FAI Friuli Venezia Giulia, che ha calorosamente dato il benvenuto all'incontro.

Fulcri e sistemi. Monumenti di storia, arte e natura, punti di partenza per la riconquista del territorio: riflessioni e proposte. Questo il tema del Convegno di quest'anno che, dopo la dotta introduzione del Presidente FAI Andrea Carandini, ha acceso il dibattito animato dagli amministratori pubblici abituati a confrontarsi quotidianamente per individuare criticità, opportunità e problematiche locali. Al centro della riflessione la necessità di una visione più strategica e sinergica per la gestione del territorio e l'annosa questione su chi debba assumersi in Italia la responsabilità di coordinare gli sforzi individuali affinché si possano ottenere risultati concreti per la collettività.

Comune è la convinzione che dal basso possano crearsi dinamiche in grado di attirare l'attenzione delle istituzioni su realtà locali bisognose di interventi e aiuti, come evidenziato da Pierluigi Piazza, sindaco di Magnano (BI), alle prese con la valorizzazione della Serra di Ivrea, e la consapevolezza che il turista oggi vuole conoscere e vivere il territorio in profondità, a 360°, come sottolineato da Damiano Cassola, Presidente del Consorzio Turistico “Occhio Blu”, Levanto (SP). “C'è bisogno di circuiti che colleghino i fulcri del territorio – ha ribadito Giulia Maria Mozzoni Crespi Presidente Onorario del FAI – perché dietro a un bene c'è sempre un altro bene che bisogna valorizzare dando importanza a tutte le arti locali, inclusa la gastronomia e l'artigianato”.

A sottolineare come non sempre si tratti di un percorso facile e senza ostacoli è Michele Pontecorvo, Amministratore Unico dell'azienda agricola “Masseria delle Sorgenti Ferrarelle”, che, riferendosi all'Oasi FAI Ferrarelle di Riardo, in provincia di Caserta, ha messo in luce come molte volte “il fatto che ci sia qualcuno che cerca di fare qualcosa per valorizzare concretamente il territorio senza l'aiuto dello Stato e senza chiedere niente in cambio non sempre, purtroppo, è agevolato”, spesso capita che “gli agricoltori reagiscano prima delle istituzioni locali, a conferma del fatto che bisogna partire dal basso per fare sistema”.

Pone l'accento sul sistema anche Giovanni Barbagallo, Assessore Agricoltura, Floricoltura, Pesca e Acquacoltura della Regione Liguria, che ha raccontato com'è nata l'iniziativa di creare una Banca Regionale della terra finalizzata ad accorpare i terreni marginali, solitamente abbandonati, da dare in consegna con il vincolo di attuare delle prescrizioni minime tenendo conto che “un terreno ben coltivato è un terreno preservato”, una risorsa che va ad integrarsi con gli altri elementi del territorio, e ad arricchire quel paesaggio che il turista si porterà nel cuore.

Ma tutto questo non basta per cambiare le cose, serve passione nei progetti, una forte progettualità e, soprattutto, una dimensione culturale. “Ho tenuto in capo a me la delega alla cultura – ha spiegato, infatti, Maria Teresa Bassa Poropat, Presidente della Provincia di Trieste – perché in un territorio così intriso di cultura questo ruolo poteva rappresentare l'occasione per uscire dalla dimensione di fulcro e fare sistema innescando uno sviluppo economico, turistico e sociale”. La cultura, dunque, come fattore identitario del territorio, capace di creare armonia tra le varie componenti del paesaggio così da attirare il turista sotto tutti i punti di vista. E in questo senso “uno degli elementi fondamentali – ha dichiarato il Presidente del FAI Andrea Carandini – è passare a dei portali internet che invitino il mondo a casa nostra”. Dello stesso parere Maria Elvira Consiglio, Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Foggia, convinta che sia la cultura l'ambito da cui ripartire per “perdere quell'individualismo che ci accompagna da tempo” e fare finalmente sistema, come per gli Eremi di Pulsano, vincitori dell'edizione 2010 del Censimento I Luoghi del Cuore, che rappresentano un fulcro da collegare a un sistema territoriale più esteso puntando sulla specificità culturale del luogo, rivolta a un target turistico ben preciso e non di massa.

E' Francesco Palumbo, Direttore Area Politiche per la Promozione del Territorio, dei Saperi, dei Talenti della Regione Puglia, a sottolineare quanto “un passaggio dal ragionamento per fulcri a un ragionamento per sistema meriti di superare l'ambito del turismo per essere ampliato a un discorso di politiche di sviluppo economico”, così da rendere questi contesti davvero dei punti da cui ripartire, come nel caso del Salento dove la forte unità territoriale, insieme al coinvolgimento degli enti locali e alla decisione strategica di investire solo su azioni di sistema, ha permesso lo sviluppo di molti progetti proposti dal basso.

Fernando Ferioli, Sindaco di Finale Emila (MO), si spinge oltre affermando che non solo servono sistemi anche al di fuori dell'ambito strettamente turistico ma ciò che è realmente necessario, e imprescindibile per una rinascita, è lo sviluppo di un “Sistema Italia capace di creare quell'appeal che manca” così da poterci vendere anche all'estero e sfruttare al meglio le enormi potenzialità che il nostro Paese possiede. Ma per fare questo “ci deve essere un Progetto” chiaro e definito. E una seria strategia di prevenzione del territorio, come ha ribadito con forza Roberto Cecchi, Sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, chiamato a raccogliere le fila del dibattito: “Il 75% del territorio italiano è a rischio sismico e non c'è un progetto di prevenzione del territorio nazionale: nell'87 in Emilia c'è stato un terremoto simile a quello del 2012 che ha fatto gli stessi danni, provocato le stesse ferite sui palazzi. Il tema centrale questo Paese non l'affronta mai!” Sono i piani paesaggistici regionali la soluzione proposta da Roberto Cecchi, strumenti di cui si è cominciato a parlare nel 1939, lo stesso anno in cui sono state distinte in due leggi la tutela dei beni culturali e quella delle bellezze naturali, due concetti appartenenti alla medesima entità, riconosciuta solo nel 2004 dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, ma la cui differenziazione è stata una delle cause principali della complessità nel gestire questi ambiti.

La stessa fiducia in una seria politica di piani paesaggistici è stata ribadita nel corso del Convegno da Giulia Maria Mozzoni Crespi che ha sottolineato come “l'Italia è stata terra del sole, dei sogni, delle visioni” e il nostro compito oggi è creare più consapevolezza possibile su questi temi così da farli “entrare non solo nella testa ma anche, e soprattutto, nel cuore, nella pancia”. Obiettivo che le 116 Delegazioni del FAI cercano quotidianamente di raggiungere attraverso le campagne nazionali della Fondazione e le numerose iniziative sviluppate a livello locale. In questo senso le tre giornate triestine sono state un momento di confronto soprattutto sulla recente Giornata FAI di Primavera (23 – 24 marzo 2013) che le ha viste impegnate in prima linea con l'apertura di 700 luoghi in tutta Italia: “E' un lavoro ampiamente ripagato – ha dichiarato Paola Damis, nuova capo delegazione di Roma - al momento dei saluti quando la domenica sera ci si dà appuntamento all'anno successivo e con alcuni di loro ci si dà un cinque: obiettivo raggiunto!”

Tante le ‘buone pratiche' sperimentate con successo in alcune Regioni e condivise con le altre Delegazioni, come l'itinerario tematico proposto a Palermo lo scorso 21 ottobre per FAIMARATHON, che ha permesso ai cittadini di rimpossessarsi di luoghi abbandonati della città coinvolgendo anche gli studenti del Conservatorio, o il caso della Cittadella di Alessandria che ha primeggiato all'ultima edizione de I Luoghi del Cuore per segnalazioni raccolte (54.000, più della metà degli alessandrini); e tanta la soddisfazione per i corsi di formazione regionali avviati nel 2012 sull'ambiente, la raccolta fondi e la comunicazione, per creare una rete di esperti capaci di educare e sensibilizzare la collettività alla missione del FAI.

Il Convegno è stato anche l'occasione per i Gruppi FAI Giovani di raccontare, in un focus dedicato interamente a loro, successi, iniziative e criticità da parte di tutti quei ragazzi che si sono attivati per sviluppare reti con le università e con le associazioni di giovani professionisti cercando di sensibilizzare il più possibile i propri coetanei alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio d'arte e natura italiano. “Nel Mezzogiorno – ha dichiarato Silvia Piccione del FAI Giovani Calabria – la fuga dei giovani ha costituito la condizione per un impoverimento sociale, culturale ed economico. Noi chiediamo al FAI di supportare la nostra rete e aiutarci a diffondere la nostra energia in Italia. La cultura è uno straordinario legante civile, è il principale motore di sviluppo. Senza il vostro aiuto tutto questo non sarà possibile”. Un appello al quale il Presidente FAI Andrea Carandini non ha potuto non rispondere , chiudendo il XVII Convegno Nazionale dei Delegati con queste parole: “ io sono venuto alla vostra scuola, spero di essere un bravo apprendista. Darò il mio meglio e se sbaglierò correggetemi. Chiedo soprattutto ai giovani: svecchiatemi!”

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