23 settembre 2019
Sullo sfondo del summit è l’impegno fondamentale, assunto alla Conferenza sul Clima di Parigi del 2015, di mantenere l’aumento della temperatura media globale entro +1,5° al 2100 rispetto all’epoca pre-industriale, un obiettivo quasi impossibile, dato che il Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico ha calcolato che i ritmi attuali di emissioni in atmosfera di CO2 rischiano di sfondare la barriera degli 1,5° già al 2030, arrivando addirittura +3° al 2100, con conseguenze gravissime sul pianeta.
La sfida che attende i partecipanti al summit di New York è quella di proporre piani concreti e realistici per ridurre del 45% le emissioni di gas serra al 2030 e di arrivare a zero emissioni nette al 2050, definendo gli impegni di ogni Paese.
Dai temi dell’economia circolare all’innovazione nel campo delle energie rinnovabili, fino alla consapevolezza di quanto può fare ognuno di noi, è sempre più urgente un cambio di paradigma, una trasformazione delle nostre economie, in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU.
Andrea Carandini, Presidente FAI, afferma che:
La sfida del FAI è quella di inserire le più innovative tecnologie in contesti paesaggistici e architettonici di elevato valore storico-culturale e ambientale, migliorando le qualità ambientali e salvaguardando i valori testimoniali della cultura e della storia dei luoghi, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi climatici planetari.
Per questo motivo il FAI si è attivato ormai da anni per ridurre le sue emissioni in atmosfera di CO2, dandosi l’obiettivo di abbatterle del 15% al 2023. Con un piano di investimenti dedicato, la Fondazione ha cambiato 1200 lampadine introducendo quelle a LED, ha sostituito caldaie poco efficienti con pompe di calore e caldaie a condensazione, ha collocato pannelli fotovoltaici sui tetti con serbatoi di accumulo dell’energia; inoltre, non riscalda eccessivamente i locali museali d’inverno e li raffresca solo dove strettamente necessario, stimolando comportamenti virtuosi e attenti al risparmio energetico.
Il FAI intende i suoi beni anche come un laboratorio, dove sperimentare soluzioni in ambiti delicati, dalle ville storiche e dai siti archeologici fino alle aree protette. Nelle prossime settimane in Liguria nel Parco Nazionale delle Cinque Terre (SP) inaugureremo il Podere Case Lovara, il primo bene sostenibile a bassa impronta energetica e idrica.
È fondamentale che ognuno di noi faccia la sua parte, perché sono le nostre scelte individuali a condizionare il mercato verso prodotti più sostenibili, perché le azioni dei singoli sommate e diffuse possono fare la differenza sia come effetto diretto sulle emissioni di CO2, sia come gesto che acquista valore come esempio, come costume di vita, con una maggior attenzione a come illuminiamo e scaldiamo le nostre case, a quanta carne mangiamo e con quali mezzi viaggiamo.
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