15 maggio 2015
Appassionante l'incontro Gestire i tesori artistici tra pubblico e privato – L'esperienza del FAI che si è svolto giovedì 14 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino, prestigiosa manifestazione del settore ospitata dal 14 al 18 maggio presso Lingotto Fiere, e che ha visto la partecipazione di Andrea Carandini, Presidente del FAI, Maria Cattaneo, Presidente Regionale FAI Piemonte e Valle d'Aosta, Paola Casagrande, Direzione Cultura Regione Piemonte, Giuliano Volpe, Presidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali e paesaggistici, e Daniele Manacorda, Università degli Studi Roma Tre.
A poche settimane dal Convegno Nazionale del FAI, che lo ha visto tra gli ospiti, Giuliano Volpe ha ribadito il fermento che c'è oggi nei beni culturali, “un momento favorevole” anche per ripensare il modello organizzativo del ministero dei beni culturali, istituito 40 anni fa. “Non basta immettere solo denaro e personale se i meccanismi restano gli stessi – ha sottolineato il Presidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali e paesaggistici – bisogna procedere a una profonda revisione del sistema nel suo complesso e della visione stessa dei beni culturali”. E' sempre più necessario, ha proseguito, superare la dicotomia tra conservazione, da una parte, e gestione dall'altra e considerare come fondamentali entrambe, soprattutto tenendo conto della diffusione del patrimonio culturale su tutto il territorio italiano, tale che è impossibile pensare che la sua gestione possa essere affidata solo allo Stato. “C'è un mostruoso conflitto di interessi in Italia alla base dell'organizzazione del patrimonio culturale: sono le strutture dello Stato che indirizzano, valutano, controllano e gestiscono e questo non può funzionare. Abbiamo un sistema bloccato che non riesce a far sprigionare le tante energie sul territorio.” Una possibile soluzione potrebbe essere avere delle strutture regionali che organizzino non solo i musei statali ma anche quelli civici e diocesani, così da “fare sistema” ed evitare sovraffollamento, come accaduto il 3 maggio scorso in occasione della prima domenica del mese con ingresso gratuito nei musei, che ha visto 30.000 persone solo a Pompei. “Ci serve un sistema – ha concluso Volpe – che organizzi l'offerta considerando tutto il patrimonio diffuso”.
E' stato Daniele Manacorda a porre l'accento sulla necessità di “un grande intervento corale per mettere in piedi un ampio meccanismo di inclusione”, anche in termini di tutela dei beni culturali. “La presenza del privato nel patrimonio culturale è fondamentale perché i privati siamo noi – ha proseguito Manacorda – il privato è la salute pubblica della nazione, in termini di onlus, associazioni di volontariato o imprese.” Un coinvolgimento che si accompagna al bisogno di far conoscere, soprattutto alla politica, quanti cittadini sono già attivi come volontari per i beni culturali, riconoscendone il valore e l'importanza per tutti, perché “il volontariato può arrivare là dove la mano pubblica non ce la fa aggiungendo un amore per il patrimonio, un'anima, insostituibile”.
Un coinvolgimento auspicato anche da Andrea Carandini che ricorda come “i grandi principi ci vogliono ma la cura è sempre del piccolo” ed “è solo dall'esperienza concreta che nascono i principi veri di coinvolgimento, passione, democrazia praticata e non predicata. “Io vorrei 100 FAI in concorrenza tra loro e con lo Stato: tutti insieme per l'Italia”: questo il sogno del Presidente del FAI di fronte all'enorme patrimonio che abbiamo la fortuna di avere e la scarsa gestione e valorizzazione che ne facciamo anche a causa delle tante realtà esistenti “armate gli uni contro gli altri”. Evidenziando la necessità di essere soprattutto applicativi, oltre che avere grandi principi, Carandini ha ricordato l'esempio di Olivetti che creò un prototipo industriale per la salvezza di tutto il Canavese e cercò di replicarlo altrove ma senza riuscirci perché “i tempi non erano maturi”, tempi che però oggi, come già sottolineato da Volpe, sembrano essere favorevoli . “Per 40 anni il FAI e il MiBACT si sono guardati e ignorati – ha concluso Carandini - all'ultimo convegno del FAI Dario Franceschini ha detto “la vostra battaglia è la nostra battaglia, ogni vostro successo è un successo per il Paese. Iscrivetevi al FAI”.
“In Piemonte – ha dichiarato Paola Casagrande - abbiamo 1.200 comuni: bisogna superare i campanilismi e ragionare per aggregazioni, per progetti e sogni comuni che si possono realizzare insieme.” Sinergia e collaborazione, dunque, ma anche, date le poche risorse, una maggiore efficacia negli interventi, finanziando quei progetti “con una sostenibilità futura e dei piani di gestione”, una maggiore trasparenza delle risorse investite e delle “revisioni normative a favore di leggi più snelle e flessibili nel tempo”.
Il FAI sarà presente per tutta la durata del Salone Internazionale del Libro con uno stand (PAD 3 - t129, s126) dedicato alla Biblioteca del Castello di Masino, custode di oltre 25.000 volumi. Qui sarà possibile partecipare all'iniziativa Adotta un libro finalizzata a raccogliere fondi per il restauro dei 3.000 volumi ammalorati della Biblioteca.
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