Carandini: appello al senso civico dei cittadini

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Carandini: appello al senso civico dei cittadini
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03 giugno 2015

Il degrado in cui versa la salita del Pincio è l'occasione per Andrea Carandini di rilanciare la necessità di attivarsi in prima persona per il bene comune, da proteggere attraverso azioni continuative di manutenzione e restauro.

la Repubblica - ed. Roma - 3/06/2015

L'affondo di Carandini "Biglietto da visita di Roma, protestare non basta più"

"I cittadini di Roma si facciano sentire con il Comune. Non è possibile dimenticare un luogo tanto significativo. La salita del Pincio è uno dei biglietti da visita della città. Ma protestare non basta più". Il professor Andrea Carandini vive in pieno centro storico e quando parla del degrado in cui versa la scalinata che congiunge il belvedere a piazza del Popolo ha le idee chiare. Per l'archeologo e presidente del Fondo Ambiente Italiano per spazzare via i rifiuti ed estirpare le erbacce lungo la passeggiata "i residenti dovrebbero prima raggiungere il sindaco e poi rimboccarsi le maniche. È questione di passione per il bene comune".

Professore, ma si può fare davvero affidamento sul senso civico dei romani? "Per ripulire la scalinata che conduce alla terrazza del Pincio sarebbero sufficienti dieci giovani e poche ore di lavoro. A quel punto i cittadini del centro avrebbero il potere di andare dal primo cittadino e dire: "Per questa volta facciamo noi, ci venga a trovare". Al contrario, purtroppo, l'italiano di solito ha l'idea di uno Stato che deve e può rispondere a qualsiasi richiesta. Paghiamo le tasse e ci aspettiamo che le istituzioni risolvano tutto e subito. La denuncia e la protesta vanno bene, ma al tempo stesso ci si può organizzare. Roma è piena di luoghi affascinanti, ma sono talmente diffusi che senza l'azione dei cittadini e viste le difficoltà attuali delle amministrazioni si rischia di mandare tutto all'aria."

È la logica del retake. Come giudica la diffusione di questa pratica? "Positivamente. Per la Costituzione la Repubblica è composta non solo da Stato, Regioni e Comuni, ma anche dalle libere organizzazioni dei cittadini. Ed è così che si può formare il cittadino, controllando le istituzioni e aiutandole lì dove non possono arrivare."

Nel percorso verso piazza del Popolo abbiamo incontrato una fontana abbandonata a sé stessa. "Immaginiamo che la fontana sia ripulita domani e poi restaurata. A lavoro concluso, i tecnici se ne andrebbero e in 2 o 3 anni si tornerebbe al punto di partenza. Serve un'azione continuativa sui beni architettonici e culturali della nostra città. Un processo che deve durare nel tempo. In Italia e a Roma, però, raramente esiste l'idea della manutenzione, men che meno di quella programmata. Si fanno dei restauri molto costosi e poi tutto ritorna nella rovina e nel degrado."

L`ultimo intervento consistente del Comune al Pincio è datato 2012. "Ma senza manutenzione si tornerà presto alla situazione di partenza. Se il Comune destinasse un minimo di cura ai restauri che delibera, i lavori durerebbero per sempre. Servono azioni continuate, interventi modesti e poco costosi che fanno sì che la situazione non degradi mai."

Si può intervenire a livello normativo? "Le leggi e i codici ci sono già, non servono mica grandi cambiamenti. Ritorniamo per un secondo alla logica del self help. Lo Stato ti aiuta, ma anche tu devi fare qualcosa. Più che agire a livello normativo, dovremmo agire nelle scuole. Se l'amore e la passione civica venissero insegnate prima dei 12 anni, vivremmo in un'altra nazione. Anche la stampa dovrebbe educare, mostrando il bene che possono fare i cittadini. La ricetta è una: denunciare e poi intervenire per porre rimedio. Al FAI ci comportiamo così".

Lorenzo d'Albergo

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