06 febbraio 2019
Nell’ultima generazione il consumo ha divorato l’educazione: il 70% della popolazione più non intende un testo appena complesso.
Le sedicenti élites del passato prossimo hanno usato la conoscenza soprattutto per loro.
Così le masse hanno deciso di fare da sole, disprezzando classi dirigenti e competenze.
Ma in questo modo rischiamo di perdere i patrimoni di civismo e di cultura accumulati nell’unità nazionale e nel Secondo Dopoguerra.
Se vogliamo seriamente risorgere, bisogna puntare sull’educazione civica che nella scuola italiana mai ha avuto ore specificamente dedicate.
Il FAI cresce e crescerà: vuole raggiungere una “massa critica”, una fase di lievito culturale sufficiente a ridare al Paese l’amore per la formazione, la conoscenza e il civismo.
La sua principale missione “sussidiaria” sta nell’educazione, che deve spiegare in ogni nostra azione.
I Luoghi del Cuore – oltre 2.200.000 voti – costituiscono il nostro modo eccellente di ricollegare gli individui alla società: principalmente ai luoghi speciali e alle istituzioni.
È il nostro un esperimento assennato e riuscito di democrazia diretta.
Esso mostra quanto il FAI tenga – oltre alla conoscenza e all’organizzazione – alla partecipazione dei concittadini.
Il notevolissimo successo di quest’anno – 41% di voti in più rispetto al 2016 – rivela un’impennata di fiducia nel nostro concreto operare.
Per di più i quasi 3 milioni donati – grazie a Intesa Sanpaolo – ai migliori progetti sui siti più votati, si sono moltiplicati per 7, grazie all’innesco di circuiti virtuosi con le diverse istituzioni.
Infine i Luoghi del Cuore – specie se considerati in sinergia con le quattro nostre manifestazioni annuali – stanno spontaneamente redigendo quel catalogo del patrimonio culturale che ancora manca.
Se traducessimo il tutto – come spero faremo - in un sistema informativo, avremmo uno strumento formidabile per rilanciare nella società la civiltà fiorita in Italia nei tre precedenti millenni, e il FAI verrà sempre più percepito come un bene comune.
Victor Hugo, nei Misérables ha ricordato la Parigi distrutta da Haussmann e ha concluso con questa frase: “Teniamo al volto della Patria quanto a quello di nostra madre”.
156 anni dopo Enzo - un giovane del Rione Sanità, salvato da Antonio Loffredo alla Catacomba di San Gennaro – pare rispondergli: “andiamo su e giù, nel Rione che sentiamo nido. Le strade, i vicoli, le piazze sono il prolungamento di casa, della camera, del letto”.
Ecco, dobbiamo uscire dal nostro egotismo e prolungarci negli altri, nei luoghi e nelle istituzioni: è la formula felice dei Luoghi del Cuore.
Andrea Carandini
nei Beni FAI tutto l'anno
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